Si avvicina la festa della donna e, come sempre, arrivano idee e proposte di viaggio al femminile, dedicate a un pubblico di viaggiatrici sempre più pronte a partire, in compagnia e anche da sole.
Ma raccontare di viaggi quando arriva l’8 marzo è anche l’occasione per accendere i riflettori su quello che le donne fanno ogni giorno, sulle donne che lo animano, il mondo dei viaggi, e non solo. Vogliamo quindi raccontare alcune di queste storie, insieme a esempi di donne protagoniste del passato e del presente, che possono essere ideali punti di partenza per un viaggio o una scoperta. Augurandoci anche sempre meno pregiudizi e stereotipi, per esempio a cominciare da quando saliamo la scaletta di un aereo.
easyJet contro gli stereotipi di genere
easyJet attraverso la campagna “È il vostro capitano che vi parla”, ha voluto dimostrare come ancora oggi ci sia la presenza di stereotipi di genere nel settore del trasporto aereo.
In un video è stato chiesto a un gruppo di bambini delle scuole elementari di fare l’imitazione di varie professioni. Sia le bambine che i bambini hanno adottato stereotipi di genere, indossando baffi, scegliendo nomi maschili e utilizzando voci profonde quando si trattava di interpretare ruoli tipicamente associati a uomini, come meccanici, muratori e piloti di linea. Allo stesso modo, i giovani imitatori si sono procurati lunghe parrucche per impersonare infermiere, affermando che queste ultime tendono spesso ad avere voci acute.
Ma è stato l’annuncio “È il vostro capitano che vi parla” a svelare uno dei risultati più significativi: sia le bambine che i bambini hanno infatti assunto una voce maschile quando si è trattato di impersonare un pilota, sottolineando così l’ancora diffuso pregiudizio che la carriera di pilota sia riservata esclusivamente agli uomini.
Il video si conclude con la visita a sorpresa della pilota di easyJet Rebecca Epton alle classi delle scuole primarie di St. Albans e St. Stephen, suscitando l’entusiasmo generale dei bambini.
La campagna è stata lanciata dopo che una nuova ricerca condotta dalla compagnia aerea su 1.000 bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni e sui loro genitori ha rivelato che per il 59% degli intervistati quello del pilota è un lavoro da uomini. In effetti, i dati dimostrano che la possibilità per i viaggiatori di sentire la frase “È il vostro capitano che vi parla” pronunciata da una voce femminile sia di un solo volo su 17 ogni anno.
La ricerca ha poi rivelato che il 62% degli italiani intervistati crede che tale pregiudizio persista ancora oggi. Inoltre, il 60% degli italiani intervistati crede che i bambini siano influenzati dagli stereotipi di genere già dalle scuole elementari. Di questi, il 60% rileva le prime manifestazioni a partire dalla scuola dell’infanzia.
Questa primavera easyJet avvierà il suo programma di formazione per piloti 2024 con l’obiettivo di affrontare gli stereotipi di genere e ispirare il maggior numero di persone a prendere in considerazione una carriera nel settore dell’aviazione.
Donne straordinarie in mostra a Milano
Le donne sono al centro di una mostra in corso a Milano, che si chiama Straordinarie.
Presso la Fabbrica del Vapore fino al 17 marzo il progetto promosso da Terre des Hommes e curato da Renata Ferri, con le fotografie di Ilaria Magliocchetti Lombi, raccoglie 110 ritratti e voci di donne italiane provenienti da molteplici ambiti della società contemporanea. Professioniste che con il loro percorso testimoniano tanti modi diversi, tutti possibili, di affermarsi e realizzare le proprie ambizioni oltre pregiudizi e discriminazioni.
La mostra è parte della campagna #indifesa che Terre des Hommes porta avanti ormai dal 2012 per promuovere i diritti delle bambine e delle ragazze in Italia e nel mondo, attraverso progetti concreti sul campo, ma anche iniziative di sensibilizzazione.
Nei giorni di esposizione gli spazi ospitano anche un palinsesto di incontri dedicati alle scuole e alla cittadinanza, talk con le donne ritratte, proiezioni e performance artistiche, per approfondire i temi proposti dalla mostra.
Donne di montagna
Non solo lotta agli stereotipi e sensibilizzazione dunque: le donne, il loro valore e e il loro lavoro occorre anche raccontarle affinchè la loro presenza non rimanga inosservata, in tutti i campi, turismo – ovviamente – compreso. E sono tante le donne impegnate anche in quei mondi che in molti sarebbero tentati di attribuire solo a braccia maschili, come la montagna.
Lo raccontano per esempio negli agriturismi Gallo Rosso in Alto Adige, dove protagoniste di questa forma di ospitalità rurale – il maso – sono loro, si occupano degli ospiti e delle colazioni ma anche dei lavori di fatica nei campi.
Franziska Bauer del maso Gschnofer a Terlano, ad esempio, sin da bambina aiutava nei campi per la raccolta, ma, crescendo, ha scelto di fare la scuola di geometra e per diversi anni ha esercitato quella professione, senza però lasciare mai il lavoro di contadina al maso di famiglia. Entrambi i lavori le davano soddisfazione, quando però si è deciso di destinare il maso ad agriturismo entrando a far parte del circuito di Gallo Rosso, Franziska ha deciso di fare la contadina a tempo pieno.
Ciò che le piace del suo lavoro è l’essere attiva e creativa in vari settori. Il maso Gschnofer, infatti, insieme alla viticoltura e alla frutticoltura, ha anche una bottega dove si possono acquistare i prodotti del maso e una “stube” creativa dove realizzare, insieme a Franziska, dei lavoretti con materiali naturali.
Nathalie Bellutti, prima di diventare contadina nel maso Ansitz Rynnhof di Termeno, che per Gallo Rosso produce vini, ha studiato scienze agrarie a Vienna; negli anni di studio si è concentrata sulla viticoltura e in particolare sulla protezione delle piante. Dopo essersi laureata, ha lavorato diversi anni nella ricerca, ma nel 2015 ha deciso di andare a lavorare al maso con suo padre, indirizzandolo verso l’agricoltura biologica e Bioland. Dal 2021 è Nathalie a gestire il maso con l’aiuto di suo marito: 3 ettari di viti, da coltivare con gli ostacoli delle temperature estreme, delle malattie e dei nuovi parassiti, e l’intero processo dalla viticoltura fino alla vendita del vino. Si è guadagnata un ruolo importante nel business del vino, dominato tutt’ora dagli uomini.
Johanna Aichner è un’artigiana contadina che produce manufatti in lana lavorata all’uncinetto per il marchio Gallo Rosso. Nel suo maso Hoferhof a Lagundo alleva le pecore dalle quali ricava gran parte della lana che le serve per i suoi lavori. Johanna segue tutto il processo di lavorazione della lana: tosa le pecore, lava la lana, la asciuga, la carda e la fila. Poi la lavora con l’uncinetto, strumento che le ha insegnato ad utilizzare la madre.
Johanna Aichner è uno dei 5 artigiani-contadini che Gallo Rosso ha ricercato in tutto l’Alto Adige e che hanno scelto di far parte di questo marchio.
Ospitalità al femminile
Il mondo dell’ospitalità – e non solo quella contadina – è costellato di storie di donne imprenditrici. Ognuna con un ruolo diverso, mettono il loro intuito e la loro empatia in ogni cosa, dallo stile degli ambienti al design degli interni, dai servizi per la tavola al restyling della struttura, dalle esperienze da far vivere agli ospiti fino ai menù dei ristoranti, tra alberghi di montagna, resort nel cuore della campagna, hotel in centro città.
Tra di loro, per esempio, Barbara Ludwig, proprietaria dell’Hotel Beethoven di Vienna. Ex casa di tolleranza in un quartiere, all’epoca, malfamato, l’hotel è ora un boutique-hotel a 4 stelle ubicato nel pieno centro culturale e della movida di Vienna, nel Naschmarkt. Ogni stanza racconta la storia di una importante personalità del passatoe tra di loro c’è quella dedicata a Berta Zuckerkandl, una donna di gran cuore e dallo spirito libero che fu un’importante giornalista e salonnière austriaca. Un’altra stanza, la 501, è dedicata a un’altra donna forte e speciale, Maria Teresa d’Austria.
E, tornando in Italia, c’è per esempio Claudia Giuliani, proprietaria e general manager di Locanda in Tuscany, nel cuore della Val d’Orcia. Dopo importanti esperienze nel settore dell’hospitality, nel 2016, insieme al marito Luca Bernetti, ha trasformato un antico podere nella campagna senese tra Pienza e Bagno Vignoni in un Country Resort con 9 camere e suite.
Una delle novità a cui Claudia Giuliani ha dato vita nell’ultimo periodo, insieme al marito e a Elisa Colli, altro nome noto nella ricezione alberghiera, è il cluster Dolcevita Valdorcia, un progetto di ospitalità diffusa luxury nel distretto della Val d’Orcia, che ha come obiettivo primario quello di valorizzare e sostenere questo territorio abbracciando tutti gli elementi dei settori dell’ospitalità, degli eventi e della ristorazione.
Santa Brigida d’Irlanda
E poi ci sono le donne forti del passato, sante, eroine, artiste coraggiose, nonostante gli ostacoli e le avversità. L‘Irlanda ne celebra una in particolare, Santa Brigida, l’unica patrona femminile del Paese, la cui ricorrenza il 1° febbraio, è da poco diventata festa nazionale. Ed è davvero significativa poiché porta sullo stesso piano di San Patrizio una figura femminile e riconosce la straordinarietà della sua vita, delle sue azioni e del ruolo che ebbe sul piano storico-religioso, fondando addirittura un’abbazia, quella di Kildare, diventata in breve tempo uno dei monasteri più prestigiosi d’Irlanda e famosa in tutta l’Europa cristiana.
Tutta l’isola è animata da eventi vivaci e pieni di colore, che ricordano la vita di Santa Brigida, non solo nella contea di Kildare, ma in tutte le altre: dalle parate nel centro di Dublino ai laboratori a Castlebar, dedicati alla realizzazione della sua particolate croce fatta di giunchi, antico simbolo celtico, che, come molti altri, venne assorbito dalla ritualità cristiana.
Oggi, Santa Brigida è vista come una donna forte che si dice avesse poteri miracolosi, collegata per elementi leggendari, oltre che storici, alla dea Brigid e all’epoca precristiana dell’Irlanda. E se si viaggia in Irlanda in questo periodo, è frequente osservare come diverse tradizioni in onore di Santa Brigida sono ancora vive a 1500 anni dalla sua morte. Sono, appunto, le croci di giunchi e poste sopra le porte per allontanare gli spiriti maligni o il “brat Bhríde“, o mantello di Brigida (tipicamente un pezzo di stoffa), appeso sulla porta di casa, all’esterno, la notte prima del 1° febbraio, affinché Santa Brigida lo benedica.
Santa Brigida dovette infrangere parecchie barriere e opporsi a ciò che le sarebbe toccato in sorte, in quanto donna, per poter vivere la vita che desiderava e può essere considerata una figura di riferimento per molte altre donne irlandesi forti e volitive. E dunque vale la pena ricordarne alcune: la pugile dublinese Katie Taylor, che ha infranto il soffitto di cristallo nel suo sport e ha contribuito a trasformare la boxe femminile irlandese, con la sua sfida per una medaglia d’oro olimpica; l’icona letteraria Edna O’Brien, una forza della natura che, attraverso una lunga carriera di scrittrice, ha portato all’attenzione di un pubblico mondiale molte storie irlandesi femminili poco note; la prima donna presidente dell’Irlanda, Mary Robinson, che passò il testimone e Mary McAleese, aprendo insieme la strada a una maggiore rappresentanza femminile nella politica irlandese.
Andando indietro nel tempo si può trovare per esempio anche Constance Markiewicz, nata Gore-Both, membro del Sinn Féin e prima donna a esser eletta alla Camera dei Comuni.