La cucina filippina si distingue per la sua straordinaria varietà di sapori, frutto dell’incontro tra influenze straniere e tradizioni locali. Oggi, solo alcune tribù isolate e le comunità musulmane delle Filippine hanno conservato una cultura non contaminata dai secoli di colonizzazione spagnola e americana.
Vi portiamo a scoprire i sapori di questa terra lontana nella puntata odierna del nostro ricettario gastroviaggiante Cook&Go.
In occasione di un evento organizzato a Roma dall’Ambasciata filippina, abbiamo avuto l’opportunità di assaporare diversi piatti tipici preparati dal ristorante Neighborhood, recentemente aperto anche in via Aurelia. Mary Claire Gaza Datu, la fondatrice, ha aperto il suo primo locale a Roma nel 2015, in via Germanico, nel quartiere Prati, a 30 anni.
«Dieci anni fa – racconta – c’erano pochi ristoranti filippini a Roma, e nessuno offriva i piatti tipici della provincia di Pampanga, una regione di Luzon Centrale famosa per essere il cuore gastronomico del Paese. Con il supporto della mia famiglia di chef e due soli altri locali filippini in città, abbiamo deciso di offrire una cucina autentica. Volevamo contribuire al futuro della nostra comunità, e così è nato Neighborhood. La nostra proposta è stata subito apprezzata per la fedeltà ai sapori originali: i nostri clienti, per lo più filippini, vengono da noi perché ritrovano i gusti di casa».
Tra i piatti proposti, Mary Claire ci presenta l’adobo di pollo, considerato il piatto nazionale delle Filippine.
L’adobo è una tecnica di cottura che prevede la brasatura di carne, pesce o verdure in aceto aromatizzato con aglio, cipolla, pepe in grani e foglie di alloro. «È un piatto molto diffuso anche nelle case filippine, semplice da preparare anche qui in Italia. Lo paragonerei alla vostra pasta al pomodoro: facile, gustoso, e amatissimo anche dai bambini».
La ricetta
La ricetta dell’adobo è estremamente versatile: si può preparare con pollo, maiale, o una combinazione di entrambi, serviti con riso. Esistono poi anche varianti con altri tipi di carne come quaglia, anatra o capra, e versioni a base di frutti di mare, calamari, seppie e gamberi. Per i vegani, si possono usare spinaci d’acqua, germogli di bambù, melanzane o fiori di banana.
Oggi vi proponiamo la versione con il pollo, l’adobong manók, una delle più amate anche tra i filippini musulmani, insieme all’adobong Baka, preparato con carne di manzo.
Ingredienti:
900 gr di spezzatino di pollo senza pelle
2 patate medie
1 cipolla
2 foglie alloro
235 ml aceto di canna (ma va anche bene dell’aceto di vino bianco)
100 ml salsa di soia
235 ml acqua
q.b. sale e pepe
q.b. olio vegetale
Preparazione:
Far marinare lo spezzatino di pollo e le patate con cipolla, aglio, alloro, sale e pepe in frigorifero per almeno 30 minuti.
Disporre il pollo in una padella con un filo d’olio, aggiungere l’aceto e fare bollire per 3/5 minuti, scoperto, senza girare, quindi aggiungere la salsa di soia, l’acqua e mescolare.
Abbassare il fuoco, coprire e cuocere per circa 40/50 minuti.
Servire con riso bianco caldo cotto al vapore.