Giappone, da castello a hotel: la nuova vita del Mastio di Ōzu

In Giappone, nella prefettura di Ehime, dopo un attento restyling, il castello di Ōzu ha aperto per la prima volta al pubblico, diventando la prima dimora storica in legno a ospitare turisti per la notte.

Conosciuto anche come Castello di Jizōgatake, il mastio di Ōzu, risale al Trecento, quando era solo una rudimentale rocca affacciata sul fiume Hiji, utile per sorvegliare la zona da eventuali attacchi nemici. Entrò a far parte delle dimore reali nel 1617, quando Katō Sadayasu prese possesso di Ōzu e il suo clan di samurai mantenne il controllo della zona per 13 generazioni. Una volta abbandonato, il castello in legno si deteriorò rapidamente, tanto da essere parzialmente demolito nel 1888 e ricostruito nel 2004.

La struttura offre un’esperienza indietro nel tempo grazie a un percorso espositivo fatto di fotografie e modelli in legno, che porta alla scoperta di come si svolgeva la vita all’interno. Nel museo è conservata la testimonianza testuale e fotografica dei lavori di restauro, mentre dal piano più alto si gode la bella vista sulle campagne fiorite e sulla cittadina di Ozu, soprannominata la “piccola Kyoto” di Iyo.

Dello storico castello sono rimaste intatte le torrette, le yagura costruite nel tardo periodo Edo, dichiarate nel 1957 bene nazionale dal governo giapponese. Ed è proprio in queste torri di graticcio che si potrà pernottare.

Il benvenuto agli ospiti viene fatto seguendo l’antico cerimoniale giapponese, come si usava all’epoca Edo, che proietta subito nelle atmosfere di un tempo e permette di entrare nello spirito del luogo. Per soggiornare in questa struttura e vivere come signori, si spende a coppia circa 8mila euro a notte. Il prezzo è proporzionalmente più conveniente se dai due ospiti si sale al massimo consentito di 12, ma rimane comunque fuori dalla portata dei più.

Oltre ai pernottamenti, i visitatori all’arrivo sono incoraggiati a indossare i kimono tradizionali o i costumi da guerrieri Samurai. Tra le esperienze da non perdere, l’originale cerimonia del tè, un lungo e accurato rito lungo il fiume Hiji.

Vista la straordinarietà del soggiorno, sono solo trenta gli ospiti ammessi all’anno, mai più di sei per volta. Per assicurarsi il soggiorno, c’è chi si prenota anche un anno prima.

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