Secondo fonti storiche giavanesi, il tempeh è un alimento profondamente radicato nella cultura dell’isola di Giava sin dal XVI secolo. Non solo simbolo della cucina quotidiana, ma anche protagonista di rituali comunitari e celebrazioni propiziatorie, in particolare durante le festività legate all’Indipendenza indonesiana.
È su questo patrimonio culinario che si innesta l’esperienza gastronomica del Kura Kura Resort, un eco-resort situato sull’isola di Menyawakan, nel cuore del Parco Marino Protetto dell’arcipelago di Karimunjawa, in Indonesia. Qui, la cucina si ispira profondamente alla tradizione locale, con un tocco rispettoso di creatività mediterranea. Una visione attenta, che mira a valorizzare ingredienti autoctoni e tecniche tradizionali, grazie anche al contributo di uno staff multiculturale e coeso.

A parlarcene è Sandro Saccoccio, professionista del turismo da oltre trent’anni, conoscitore dell’isola, con una passione autentica per le tradizioni indonesiane: «Il mio amore per questa cucina nasce da lontano – racconta – durante il mio primo viaggio nel Sud-Est asiatico. Da allora ho sempre cercato di approfondirne la conoscenza. Qui mi hanno accolto con grande generosità, anche quando curioso mi affaccio in cucina. L’unico problema? Faccio troppe domande. Ma lo faccio per capire fino in fondo la filosofia che sta dietro ogni piatto. In cambio ho promesso che insegnerò loro una carbonara come si deve!».
Una promessa nata, appunto, in un contesto unico: l’isola di Menyawakan, 22 ettari di natura incontaminata, dominata da oltre duemila alberi di cocco e un orto segreto – il Secret Garden – curato amorevolmente dai giardinieri locali. È proprio da qui che proviene gran parte delle materie prime utilizzate nella cucina del resort, in un ciclo virtuoso che unisce territorio, sostenibilità e tradizione.
La squadra di cucina, guidata dallo chef Fajar Shalek, è composta prevalentemente da giovani indonesiani, affiancati da qualche collaboratore birmano, in un ambiente formativo che mette al centro la valorizzazione delle culture locali.
«Quando mi hanno proposto di reinterpretare il tempeh, ho accettato con entusiasmo – prosegue Saccoccio – ma a una sola condizione: mantenerne intatta l’anima. Abbiamo solo alleggerito la piccantezza per renderlo più adatto al palato occidentale, ma senza snaturarne i profumi e le consistenze. Per me è un piatto straordinario, ancora troppo poco conosciuto nel mondo».
Oggi il tempeh rappresenta molto più di un semplice alimento: è un simbolo della resilienza culturale dell’Indonesia. Non a caso, il ministero della Cultura locale ha recentemente avviato il processo perché diventi Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Un’iniziativa che mira, non solo a tutelare una tradizione antica, ma anche a diffondere nel mondo un alimento ricco di benefici nutrizionali, perfettamente in linea con le scelte alimentari vegetariane e vegane sempre più diffuse a livello globale.

La ricetta del tempeh in stile Menyawakan.
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
300 gr di tempeh al naturale
400 gr di verdure a scelta (es. carote e fagiolini)
1 lime (o limone)
4 cucchiai di salsa di soia
3 cucchiaini di miele millefiori
10 gr di burro di arachidi
1 cucchiaio di olio di sesamo
1 cucchiaino di semi di sesamo
½ peperoncino rosso fresco
PREPARAZIONE
Tagliate il tempeh a listarelle spesse e regolari. Rosolatelo in padella con olio di sesamo fino a ottenere una doratura uniforme. Aggiungete il peperoncino fresco tritato finemente, che dovrà esaltare senza sovrastare gli altri sapori. Mantenete sotto controllo la fiamma per evitare una cottura eccessiva. Tenete da parte.
Nella stessa padella, cuocete le verdure selezionate: fatele saltare con un filo d’olio, poi aggiungete mezzo bicchiere d’acqua, coprite e lasciate cuocere a fuoco dolce per circa 8 minuti.
In una ciotola, mescolate salsa di soia, miele, succo di lime, burro di arachidi e un cucchiaino di farina 0 per addensare. In alternativa, potete usare burro normale con noccioline tostate e pestate: il risultato sarà ancora più ricco e profumato.
Quando le verdure saranno morbide, riunite il tempeh in padella, riscaldate il tutto e unite la salsa preparata. Mescolate bene fino a ottenere una glassatura omogenea.
Servite con riso pilaf oppure con riso cotto in latte di cocco e curcuma per un tocco aromatico e cromatico in più. Completate con semi di sesamo (o lino), prezzemolo tritato finemente e noccioline pestate.
Cucinare il tempeh in quest’isola ha per me un valore quasi spirituale – conclude Saccoccio – è come rendere omaggio a una cultura che ha saputo accogliermi, insegnarmi, nutrirmi. Il rispetto per le tradizioni non è solo un dovere, ma un atto d’amore