Non solo Venezia che quest’anno dedica i suoi celebri festeggiamenti al grande viaggiatore Marco Polo, e non solo gli eventi più famosi e blasonati come quelli di Viareggio o Ivrea. Il Carnevale in Italia è ufficialmente iniziato ed è l’occasione per conoscere festeggiamenti anche insoliti all’insegna del divertimento e della tradizione.
Al Carnevale di Vho arrivano i burattini storici
Sarà una festa per tutta la famiglia, e soprattutto per i bambini, il Carnevale di Vho, che si appresta a colorare le strade del centro storico del borgo (inserito nel circuito dei borghi più Belli d’Italia) il prossimo 13 febbraio. Un carnevale storico, tra i più antichi del Tortonese, con radici che risalgono ai primi anni del Settecento, che però quest’anno si presenta in una veste nuova. A caratterizzare la programmazione del Carnevale di Vho 2024 è la collaborazione con l‘Atelier Sarina, che porta nel borgo del Tortonese la sua arte dei burattini.
Le sagome dei più iconici burattini dell’Atelier Sarina verranno infatti riprodotte lungo le strade di Vho, in un percorso in cui i personaggi accompagneranno le famiglie e i visitatori in un viaggio nella fantasia. I visitatori potranno così interagire con gli storici burattini e condividerne storia e colori, imparando a conoscere meglio la storica produzione dell’atelier Sarina e del suo museo, visitabile a Tortona.
In più, in occasione del Carnevale Vhoese, verranno organizzati dei laboratori aperti al pubblico dei più piccoli per scoprire e imparare tutti i segreti del teatro di animazione, che sarà naturalmente anche il grande protagonista degli spettacoli di piazza.
Folklore ladino in Trentino
Via libera a maschere, costumi fantasiosi, carri allegorici, scherzi, lanci di coriandoli, musica e l’immancabile profumo dei dolci tipici – grostoi e frittelle – e del vin brulè che pervade le piazze dei paesi delle valli alpine del Trentino. Qui la tradizione del Carnevale si carica anche di significati e riti ancestrali, legati ai cicli naturali e al rapporto stretto delle popolazioni con gli elementi naturali.
In Val di Fassa il Carnevale è già iniziato e rappresenta l’evento più suggestivo e popolare della tradizione folcloristica e culturale ladina. Un appuntamento che ogni anno vive e si rinnova attraverso le “mascherèdes“, che trovano la loro origine in rappresentazioni burlesche e canzonatorie di personaggi appartenuti all’antica quotidianità fassana, e le realizzazioni artistiche delle “faceres”. Le maschere lignee, ottenute da mezzo tronco di cirmolo, vengono intagliate con maestria dagli scultori locali, esternamente e internamente, affinché aderiscano al volto di chi l’indossa, e quindi decorate.
I riti del Carnevale sono condotti dalle maschere “guida”: Laché, Bufons e Marascons, che indossano abiti allegri, copricapi adorni di fiori, nastri variopinti, campanacci e, l’immancabile, “facera”. Per tutto il periodo di carnevale (dal 17 gennaio, festa del patrono Sant’Antonio Abate ad Alba fino al Martedì Grasso, 13 febbraio), da Penìa di Canazei a Moena, si potrà assistere a spettacoli teatrali, feste di piazza, gare sulla neve con sci e slitte (“le lese da corni” in ladino), sfilate di carri allegorici, gran balli in maschera e sagre.
A Madonna di Campiglio con la corte di Sissi
A Madonna di Campiglio il Carnevale si fa asburgico e ci si sentirà come alla corte di Sissi. La storia diventa un’esperienza da vivere e condividere. Dall’11 al 16 febbraio la località si trasforma in un set, un palcoscenico in cui tutti possono essere attori. Si viaggia nel tempo ammirando il passaggio di carrozze, dame e ussari a cavallo, sciando con dame di compagnia e ufficiali in alta uniforme, e gustando i dolci della pasticceria viennese.
Il culmine è il ballo in maschera con la Corte Asburgica al gran completo nel Salone Hofer: un ricordo dei soggiorni di Sissi a Madonna di Campiglio.
Questa celebrazione è infatti la rievocazione di un fatto storico: nel 1889 Elisabetta di Baviera soggiornò a Madonna di Campiglio, e convinse il marito a tornare nel 1894. Tra gli eventi più originali spicca la Sciata Asburgica, su prenotazione, per cui si possono noleggiare costumi d’epoca per scendere con gli sci insieme alla coppia imperiale e alla corte.
In Basilicata i Carnevali storici fanno rete
In Basilicata al via i nove Carnevali storici tutelati dalla “Rete dei Carnevali con valenza antropologica e culturale”, che rappresentano lo stretto legame tra popolazione e risorse paesaggistiche e naturalistiche, per un mese di eventi fino al 13 febbraio.
Il Carnevale in Basilicata è espressione del forte legame tra la popolazione e le risorse paesaggistiche e naturalistiche. Da sempre rituali e suggestivi, le manifestazioni carnevalesche lucane custodiscono antiche tradizioni e, pur con singole peculiarità, sono portatrici della cultura della transumanza, di simbologia antica, di raffigurazioni animali e significati della civiltà rurale.
I 9 comuni coinvolti con le loro maschere storiche della tradizione sono: Teana, Satriano, Tricarico, Cirigliano, Aliano, San Mauro, Lavello, Montescaglioso, Stigliano. Protagonisti sono il mondo naturale e quello animale attraverso la moderna lettura di miti e leggende arcaiche.
La Rete dei Carnevali è un progetto che punta alla valorizzazione e promozione delle identità lucane. Interpreti assoluti del carnevale tricaricese sono le Maschere di Tricarico, “l’Mash-kr” in dialetto locale, che personificano il “toro” e la “mucca”: un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un velo, entrambi bianchi, decorato con lunghi nastri multicolori che scendono lungo le caviglie, per la “mucca”. Un copricapo nero addobbato con lunghi nastri rossi per il “toro”.
Il Carnevale di Teana è improvvisazione, istinto, curiosità, il cui protagonista principale è l’Orso e nei suoi confronti, l’ultimo sabato di Carnevale, è ambientato il “processo”, parodia della “Passione di Gesù”.
L’unicità di Satriano è rappresentata dalla “Foresta che cammina” dove gli alberi diventano uomini e gli uomini diventano alberi ispirati alla figura misteriosa del Rumita, anima silente, che rappresenta lo spirito del Bosco.
La sfilata del Carnevale di Cirigliano, con Pulcinella e le maschere delle 4 stagioni e i 12 mesi dell’anno, parte dal cinquecentesco Castello Baronale per poi snodarsi tra le suggestive viuzze del centro storico illuminate dalla luce delle fiaccole e rallegrate dalla festosità del corteo.
Le maschere cornute di Aliano rievocano creature demoniache e goffe, il cui carattere minaccioso è mitigato dai coloratissimi cappelloni che ne decorano il capo. I figuranti che le indossano sfilano così per il borgo muovendosi al suono di fisarmoniche e cupa-cupa. Durante il Carnevale di San Mauro Forte i campanacci spezzano la quiete del borgo con il loro suono cupo ma assordante che si propaga lungo le strade e i vicoli, fino alla torre normanna, in un’atmosfera di mistero.
In occasione del Carnevale di Lavello si animano i tipici “Festini” ballando fino al mattino con il Domino, la maschera caratterizzata dalla lunga tunica in raso. Il Carnevale di Montescaglioso ha una doppia anima: il Martedì Grasso va in scena il “Carnevalone Tradizionale” che vede sfilare gruppi mascherati che suonano campanacci, figure cariche di simbolismo; la domenica che precede il Martedì Grasso e lo stesso Martedì Grasso, è la volta del “Carnevale Montese” con la sfilata di imponenti carri allegorici. Star del Carnevale di Stigliano, con radici antiche che nel corso del tempo ha subito evoluzioni, è la maschera del “Pagliaccio” con in mano un fiasco di vino e il cupa cupa, simbolo del contatto mai spezzato con il passato.