Con la primavera si apre ufficialmente la stagione prediletta per il “sì” e per una formula che guadagna sempre più consensi, il destination wedding, ovvero l’idea di unire alla cerimonia un viaggio vero e proprio. E se a sposarsi è una coppia arcobaleno, quali sono le mete più gettonate e quelle più accoglienti?
Lo raccontiamo nel nostro nuovo appuntamento con la rubrica realizzata in collaborazione con Aitgl, ente italiano turismo lgbtq+, una partnership che arricchisce il canale Lgbt Travel di ViaggiOff,
In Italia è possibile l’unione civile, ma ancora c’è molto da fare per attrarre i turisti a celebrare qui la loro unione, mentre sono sempre di più i Paesi nel mondo che ammettono il matrimonio lgbtq+.
Tra i più gettonati dove sentirsi a proprio agio per sposarsi ci sono gli Usa, destinazione in cui ben 17 Stati non solo ammettono il matrimonio Lgbtq+, ma si adoperano per attrarlo. Non a caso Visit Usa è stata una delle prime associazioni ad aderire a Aitgl. Tra le più iconiche città a stelle e strisce spicca San Francisco dove da sempre sventola la bandiera arcobaleno. Ma anche il Massachusetts è una meta che fin dai primordi si è promossa in Italia come destinazione friendly.
Perseguono la tradizione dell’amore nell’accezione più libera, proprio per cultura endogena, le isole delle Polinesia. Tahiti e Bora Bora hanno decine di location adatte alla cerimonia. Canada, Nuova Zelanda, e Australia ammettono i matrimoni lgbtq+ già da molto tempo. In Europa, abbiamo, naturalmente la Spagna, in cui possiamo scegliere tra molte destinazioni. Tra le mete più all’avanguardia troviamo la località catalana di Sitges, a poca distanza da Barcellona, con grandi spiagge e una vita notturna senza confronti per gli amanti dei lunghi festeggiamenti.
Altrettanto bella e identitaria per la community lgbtq+ è l’isola greca di Mykonos, adeguata a una cerimonia di unione civile, se si vuole, anche più intima, sicuramente un luogo romantico. Chi ama la spiaggia e la ricerca anche per il suo giorno del sì può fare rotta anche nella nostra Puglia che non manca di location iconiche, basti pensare a Gallipoli o alle caratteristiche location della Valle D’Itria predilette dalle coppie lesbiche. Sempre in Italia, il Comune di Firenze è tra quelli più attivi per invitare le coppie lgbtq+ a unirsi civilmente.
Sta quindi alla coppia scegliere dove scambiarsi l’anello: alle pendici di un vulcano, in una chiesetta di campagna del Nord Europa o sulla spiaggia di Bora Bora.
E per gli invitati? C’è un galateo da seguire? Aitgl aiuta gli ospiti non solo a viaggiare, ma anche condividendo delle regole di costume che forse non tutti sanno.
Di base naturalmente quello arcobaleno è un matrimonio come tutti gli altri, ma le wedding planner dedicate sanno bene che ci sono delle piccole differenze. Ad esempio, l’addio al nubilato spesso è fatto assieme perché si hanno amici comuni. Durante la cerimonia non c’è un posto specifico per chi siede a sinistra o a destra, quindi sedetevi dove volete. Gli sposi o le spose possono arrivare assieme all’altare o scegliere di farsi accompagnare da un parente o un genitore, non sono graditi quindi i commenti a proposito, come anche ci sono alcune domande da non porre e considerazioni da non esternare, in nome del galateo.
Non bisogna mai chiedere per esempio “chi di voi due è lo sposo?” o la sposa, in caso di coppia lesbica. Se è un matrimonio fra persone dello stesso sesso, nessuno dei due personifica un altro sesso. Saranno entrambi o sposo o sposa. Non bisogna mai dire: “ma è una cosa simbolica…” Le unioni civili in Italia hanno a tutti gli effetti il valore di un matrimonio, eccetto che per i figli. Sono frutto di una battaglia molto importante durata decenni.
E non chiedete: “Pensate di adottare bambini?” In Italia questo non è permesso e comunque anche a un matrimonio etero chiedere della futura prole è sempre di pessimo gusto. Non bisogna mai chiedere delle persone che non ci sono. Il giorno del matrimonio è un giorno di festa, non è bello portare delle ombre sul viso della coppia parlando delle ragioni per cui alcuni parenti o amici non sono venuti. Non dimostratevi troppo interessati al fatto che il matrimonio è lgbtq+, gli sposi potrebbero pensare che siete venuti non perché teniate a loro, ma perché non vedete l’ora di raccontare questa esperienza “bizzarra”. E infine, non fate congratulazioni fuori luogo. Direste a una sposa eterosessuale “Ho sempre saputo che ti piacciono i maschi e ti sosterrò in questa scelta”?. Beh, è il caso di non farlo anche con una persona lgbtq+.