Qual è l’aria che tira sulla Brexit a Londra? Probabilmente per saperlo non c’è posto migliore del pub: la seconda casa degli inglesi è da sempre luogo di svago ma anche di (più o meno) accese discussioni, alle quali hanno preso parte nel corso dei secoli anche scrittori e intellettuali.
Volete respirare l’aria letteraria di Londra? Non pensate solo a scrivanie e macchine da scrivere (o pc): fate piuttosto un giro tra i suoi locali storici. Come il Lamb & Flag a Covent Garden: un tempo aveva fama sinistra: all’inizio del XIX secolo, infatti, ospitava combattimenti a mani nude. Chissà se ispirò anche qualche storia di Charles Dickens, che qui era di casa, come anche da Ye Olde Cheshire Cheese, altro pub molto antico – risale al 1667 – dove erano soliti passare anche Mark Twain e Samuel Johnson, e che si trova su Fleet Street, una strada che sapeva di inchiostro, perché vi avevano sede tutti i giornali più importanti. Se oggi i titoli strillano (soprattutto) dal web, un tempo uscivano dalle sue rotative.
Dickens era un “regular” anche al George Inn, l’unica stazione di posta con balconata sopravvissuta a Londra: lo menzionò anche ne La piccola Dorrit e oggi è curato dal National Trust.
E per chi a una pinta preferisce un afternoon tea con gli scrittori c’è il Langham Hotel: alla sua apertura, il 10 giugno del 1865, richiamò tutta l’alta società vittoriana, incuriosita dalle modernità che offriva, come le luci elettriche e gli ascensori idraulici. Ai suoi tavoli Oscar Wilde si vide commissionare quello che sarebbe diventato Il ritratto di Dorian Gray. E il suo appeal attrasse anche Sir Arthur Conan Doyle, che lo scelse per ambientare alcuni racconti del suo Sherlock Holmes.