Maschio o femmina? Arancino o arancina? Tema annoso che da sempre anima i dibattiti e che ora approda nella rubrica Cook&Go con la ricetta-simbolo dello street food siciliano.
Una diatriba che ha visto intervenire finanche l’Accademia della Crusca che, in risposta a decine di sollecitazioni, ha chiarito quanto segue: “Il genere del nome che indica la specialità siciliana a base di riso con la salsa di pomodoro e la carne (o altro) divide in due l’isola. Arancina (rotonda) nella parte occidentale e arancino (rotondo o a punta, forma che potrebbe essere ispirata dalla figura dell’Etna) nella parte orientale, con l’eccezione di alcune aree nella zona ragusana e in quella siracusana. Il gustoso timballo di riso siculo deve il suo nome all’analogia con il frutto rotondo e dorato dell’arancio, cioè l’arancia, quindi si potrebbe concludere che il genere corretto è quello femminile: arancina. Ma non è così semplice”.
Senza addentrarci troppo nel dibattito, collochiamoci sulla Riviera Ionica dando del lei all’arancina, che – avendo, appunto, la forma del vulcano – andrebbe afferrata dalla punta/cratere per addentarla anche passeggiando. E le sue origini? Come la granita e le tipiche teste di moro, anche l’icona sicula del cibo da strada risalirebbe alla dominazione araba.
Sull’isola tra il IX e l’XI secolo, racconta sempre l’Accademia della Crusca, “gli arabi avevano l’abitudine di appallottolare un po’ di riso allo zafferano nel palmo della mano, per poi condirlo con la carne di agnello prima di mangiarlo; da qui la denominazione metaforica: una pallina di riso con la forma di una piccola arancia”.
Ma vediamo la ricetta di quello che, a seconda degli stomaci, può essere mangiato come antipasto o piatto unico.
INGREDIENTI PER 10 PEZZI
Per il riso:
500 gr di riso carnaroli
100 gr burro
2 bustine di zafferano
1 cipolla piccola
Per il ragù:
200 gr di carne macinata di maiale
100 gr di carne macinata di bovino
1 cipolla piccola
1 carota piccola
un pezzo di sedano
un paio di foglie di alloro
3 chiodi di garofano
3 cucchiai di olio extravergine
250 ml di passata di pomodoro densa
100 gr di piselli
1/2 bicchiere di vino bianco
sale qb
100 gr di caciocavallo a cubetti
Per la panatura:
farina 00 (una decina di cucchiai)
acqua qb
pangrattatato
PROCEDIMENTO
Bollire il riso in acqua e sale, scolare al dente e mantecare in pentola con burro e zafferano. Trasferirlo su una teglia finché non si raffredda.
Soffriggere cipolla, sedano e carota tritati finemente, aggiungere le carni macinate e sfumare con il vino. Una volta asciutto, versate passata di pomodoro, alloro e chiodi di garofano. Portare a ebollizione, per poi lasciar cuocere a fuoco lento per un’oretta. Togliere il coperchio e lasciare asciugare, affinché il ragù risulti denso. Aggiungere i piselli e cuocere ancora per un quarto d’ora. Eliminate alloro e chiodi si garofano. Lasciate raffreddare.
Prendere un pugno di riso, scavarlo con l’altra mano formando l’involucro per il ripieno. Adagiare due cucchiai di ragù e un pezzetto di caciocavallo. Aggiungere sopra un cucchiaio di riso e modellare l’arancina con le mani.
Aggiungere in una ciotola farina e acqua per creare una pastella densa. Immergervi l’arancina, per poi passarla nel pangrattato, aggiustandone la forma.
Friggerle in olio bollente fino a doratura e scolarle su carta assorbente.
Servire le arancine ben calde.
Buon appetito e buon gastroviaggio da Cook&Go!