La Sardegna ancestrale e rurale, quella delle rocce e della natura autentica e delle tradizionali terre dei pastori: oggi è questa la meta di #InCammino, insieme alle guide di Aigae – Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche, la rubrica con cui ViaggiOff vi racconta l’altro volto dell’Italia.
L’itinerario proposto da Francesca Deidda, guida Aigae, si sviluppa nel territorio del Comune di Ulàssai, un piccolo paese situato tra i Tacchi d’Ogliastra: si tratta di imponenti formazioni rocciose della Sardegna Centro Orientale che devono il loro nome alla loro particolare conformazione geologica (si tratta di rilievi montuosi la cui sommità è piana) e alla provincia dell’Ogliastra in cui si trovano.

Si parte dalla base dell’altopiano calcareo dolomitico, più precisamente dall’opera “Il Lavatoio”, facente parte del museo a cielo aperto dell’artista Maria Lai. Iniziata la salita, in prossimità del Canyon Sa Tappara, meta di numerosi free climber provenienti dall’Italia e dall’estero e sede di alcune vie di highline, si trova l’opera “Cuore Mio”, installazione di Marcello Maloberti.
Attraversato il canyon Sa Tappara, si sale ancora e immersi tra le più comuni specie della macchia mediterranea e la lecceta si raggiunge una riproduzione dei Barraccus, gli antichi rifugi dei pastori sardi. Poi si continua la salita fino ai 998 m di Punta Seccu, sulla cima dell’altopiano, dalla quale è possibile ammirare parte della costa orientale sarda, Perda e Liana e i rilievi montuosi della Sardegna centrale.
Si rientra, per tornare alla base dell’altopiano, sempre circondati dalla macchia mediterranea, dal bosco di leccio, talvolta sorprendente nei suoi esemplari più vetusti, dal paesaggio carsico e ancora ammirando l’arte perfettamente in connubio con la natura in questo museo open-air.
L’itinerario viene solitamente svolto anche su prenotazione e può essere organizzato durante tutto l’anno, anche se i periodi ideali sono in primavera ed in autunno. La Lunghezza del tracciato è di 12 Km con un dislivello di 220 m circa. Il grado di difficoltà è codificato ‘EE’ ovvero Escursionisti Esperti, in quanto l’itinerario non è sempre segnalato e richiede una buona capacità di muoversi sui vari terreni di montagna. Si tratta comunque di un percorso idoneo a tutte le persone in buona salute a partire dai 10 anni d’età.
Durante l’escursione si saranno momenti di grande emozione – come annota Francesca Deidda – come appunto la visita alla riproduzione di un antico rifugio dei pastori sardi, “Su Barraccu”, costituito da una base circolare costruita con pietre del luogo e da una struttura conica superiore di 3 o 4 metri di altezza, realizzata in tronchi di legno in seguito ricoperti da frasche.
La struttura così costruita permetteva di ripararsi dalla pioggia e di poter usufruire del fuoco all’interno, per scaldarsi o per produrre il formaggio. Il fumo proveniente dall’area centrale ricavata nel pavimento, dove si accendeva il fuoco, fuoriusciva tranquillamente dalla parte superiore della struttura. Oggi non sono più utilizzate dai pastori e andrebbero preservate in quanto in passato luogo di lavoro, sacrificio e spesso solitudine.
Per ulteriori informazioni si può contattare direttamente la guida Aigae a questi recapiti: