Banksy in mostra a Roma:
è l’ora della “visual protest”

Banksy
Dal 21 marzo al 26 luglio, Banksy a visual protest, un percorso espositivo rigoroso di circa 80 opere, racconta il mondo di Banksy. All’interno dell’architettura cinquecentesca del Chiostro del Bramante, a Roma, trova spazio l’artista “sconosciuto” che ha conquistato il mondo con i suoi lavori intrisi di ironia, denuncia, politica, intelligenza e protesta.

Da Love is in the Air a Girl with Balloon; da Queen Vic a Napalm, da Toxic Mary a HMV, dalle prove di stampa per il libro Wall & Piece ai progetti discografici per le copertine di vinili e cd. In mostra, grazie allo stencil: stampe su carta o tela, insieme a una selezione di opere uniche realizzate con tecniche diverse dall’olio o dall’acrilico su tela allo spray su tela, dallo stencil su metallo o su cemento ad alcune sculture di resina polimerica dipinta o di bronzo verniciato.

Il percorso espositivo prevede, anche comprendendo più di 20 progetti per copertine di dischi e libri, un arco temporale dal 2001 al 2017. Tutte le opere provengono da collezioni private.

Banksy, Happy Choppers, 2003 screenprint on paper

I “muri” progettati da Donato Bramante intorno al 1500 ospitano le idee, i segni, i messaggi lanciati dall’artista ignoto più famoso del mondo, su tanti muri, in tante città. Solo in apparenza una contraddizione perché il Chiostro ha dimostrato, in questi anni, una grande apertura verso i linguaggi più diversi della contemporaneità.

Banksy è considerato uno dei maggiori esponenti della street art ed è stato inserito nel 2019 da ArtReview al quattordicesimo posto nella classifica delle cento personalità più influenti nel mondo dell’arte. Ma nessuno, a parte i suoi amici e i suoi collaboratori più stretti, conosce la sua identità.

La scelta di rimanere nell’anonimato nasce da un insieme di esigenze: la necessità di sfuggire alla polizia, data la realizzazione di incursioni e di graffiti illegali; tutelarsi considerando lo sfondo satirico delle sue opere che trattano argomenti sensibili come la politica e l’etica; il desiderio di non inquinare la percezione della sua identità e delle sue opere, come afferma l’artista stesso.

Quella di Banksy è una comunicazione diretta, nel rifiuto del sistema e delle regole, l’artista si rivolge al suo pubblico senza filtri, le sue opere sono testi visivi capaci di informare e di far riflettere.

Banksy, Golf Sale, 2003 screenprint on paper

Attraverso l’hashtag #artisalwayscontemporary, e in occasione del Cinquecentenario dalla morte di Raffaello, il Dipartimento educativo del Chiostro del Bramante dedica uno speciale progetto che promuove un dialogo tra l’opera ad affresco di Raffaello Sanzio e i lavori del celebre street artist britannico.

Non un confronto tra i virtuosismi delle opere del maestro urbinate e la tecnica dello stencil usata dall’artista “sconosciuto”, ma un dialogo sulla potenza evocativa delle loro immagini. Un linguaggio innovativo che li ha resi protagonisti e rivoluzionari nel loro tempo, una grammatica del disegno che rende le immagini icone, in grado di veicolare messaggi, stati d’animo, emozioni.

Lo speciale doppio percorso consentirà alle classi di tutte le scuole di ogni ordine e grado e ai gruppi di adulti di unire il percorso di visita dedicato all’architettura del Chiostro e alle Sibille di Raffaello alle attività (visita animata o tematizzata) pensate per la mostra.