A cena fuori: le idee creative per accettare il distanziamento a tavola

Tornare a cenare al ristorante al tempo del coronavirus è impresa se non difficile, impegnativa. Le norme di igiene e sicurezza mettono a dura prova i clienti che spesso preferiscono restare a casa.

Ma, per migliorare l’esperienza del mangiare fuori, rispettando il distanziamento sociale, molti ristoranti si stanno dando un gran da fare per far sì che l’atmosfera e l’accoglienza siano più calde che mai.

Oltre al massimo rispetto delle norme igieniche, l’uso di guanti, mascherine e gel igienizzate, uno degli aspetti più complicati per chi riapre, è gestire la distanza sociale tra i tavoli con il rischio di creare ambienti che se da un lato offrono maggiore privacy e tante attenzioni in più da parte del personale di sala, dall’altra rischiano di risultare asettici e freddi.

La pandemia, però, potrebbe essere l’occasione per reinventare l’accoglienza: dal piatto all’estetica della location. Su questa scia, molti  ristoratori hanno trovato l’ispirazione giusta per proporre alla propria clientela, nuova e abituale, qualcosa di davvero originale e diverso.

A Milano, in zona Isola, il ristorante vegano Capra e Cavoli si è trasformato in un piccolo villaggio. C’è la casetta dell’amore e quella ispirata all’atmosfera di Marrakech, la casetta-giardino e quella cucina. L’idea è quella di concretizzare in maniera originale lo slogan “distanti ma uniti”. Infatti, tutte le casette sono affacciate su una piazzetta centrale e da ciascun tavolo si possono vedere le persone sedute nelle altre casette, pur non potendo interagire con loro. Così, nel pieno rispetto delle regole, si crea quel clima di convivialità tipico dei piccoli borghi.

Il Five Dock Dining di Sydney, in Australia, ha invece aperto le porte a dei clienti “particolari”. I cartonati sono stati disposti in modo da occupare i posti necessari per rispettare il distanziamento sociale. In questo modo si avrà l’impressione di non cenare da soli, ma di essere circondati da altre persone.

Five Dock Dining, Sydney

Non si sa se per l’idea dei cartonati o se per la sua cucina, ma il locale ha registrato da subito il sold out per la sua attuale capienza di sole 10 persone.

L’idea è stata declinata in modo leggermente diverso da un ristorante 3 stelle Michelin di Washington. Nel suo Inn at Little Washington, Patrick O’Connell ha previsto di far occupare i tavoli inutilizzabili a manichini vestiti in stile anni Quaranta.

Inn at Little Washington

Ad Amsterdam, il ristorante Mediamatic ha pensato di costruire delle serre o per tenere separati i commensali e non dover ridurre il numero dei tavoli. La vista, molto suggestiva, è sul porto turistico di Oosterdok.

Cafe & Konditorei Rothe, Schwerin

A Schwerin, in Germania, sono decisamente più bizzarri. La caffetteria Cafe & Konditorei Rothe ha adottato un approccio divertente per aiutare i propri clienti a mantenere le distanze sociali tra loro. Utilizzando un cappello con i tubi da piscina applicati in cima.

 

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