Enigmatica, gotica, affascinante: così è la Barcellona raccontata da Carlos Ruiz Zafon: lo scrittore ci ha appena lasciati, ma possiamo viaggiare nella città catalana con i suoi romanzi.
A cominciare dalla tetralogia best seller: L’ombra del vento, Il gioco dell’angelo, Il prigioniero del cielo e Il labirinto degli spiriti. Ci portano in viaggio nel tempo, tra gli anni Venti e i Cinquanta, tra la Rambla, i quartieri di Raval e Barri Gòtic, il Parc de la Ciutadella, la Plaça de Catalunya, il Tibidabo.
Ecco una carrellata di luoghi di Barcellona da riscoprire per chi si è appassionato alle storie di Zafon. La serie inizia con Daniel Sempere, undicenne, che accompagnato dal padre libraio scopre il Cimitero dei Libri Dimenticati e sceglie un volume che gli cambierà la vita.
Era un tempio tenebroso, un labirinto di ballatoi con scaffali altissimi zeppi di libri, un enorme alveare percorso da tunnel, scalinate, piattaforme e impalcature: una gigantesca biblioteca dalla geometria impossibile
Questo luogo misterioso nella realtà non esiste, però potremmo immaginarlo nei pressi del Carrer de l’Arc del Teatre.
Calle Santa Ana: qui dovrebbe trovarsi la libreria dei Sempere, nelle vicinanze del Portal de l’Àngel, la strada pedonale della Ciutat Vella.
Els Quatre Gats: un locale storico legato anche al giovane Picasso. Qui Daniel incontra il libraio Gustavo Barceló. Un altro locale citato da Zafon è El Xampanyet, ritrovo per “ir de tapas” nel quartiere Born.
Villa Helius: è il palazzo modernista in cui vive il conte Pedro Vidal ne Il gioco dell’angelo: si trova tra Carrer de Panamà e Carrer de l’Abadessa Olzet, ma oggi ospita appartamenti.
El rey de la magia: il negozio di magia dove entra David Martín ne Il gioco dell’angelo esiste davvero, dal 1881, in Carrer de la Princesa 11.
Un dito di luce vaporosa scendeva dal manto di nuvole e accendeva la pittura rossa della facciata del negozio di articoli di magia di calle Princesa
Castell de Montjuïc: ne Il prigionero del cielo qui viene rinchiuso Fermín Romero de Torres, e in effetti nel corso della sua storia fu usato anche come carcere. Sul Montjuïc si trova anche la Fondazione Joan Mirò.