Linguaggi digitali, installazioni, mostre d’arte e fotografia: attraverso diversi linguaggi Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 indagano il presente e interpretano la realtà odierna.
Nei prossimi mesi le due città che condividono il titolo quest’anno condurranno i visitatori attraverso un racconto fatto da grandi artisti internazionali e talenti del territorio.
Ali Cherri, artista visuale e regista libanese, propone alla GAMeC (Bergamo, fino al 14 gennaio) la sua personale più grande mai realizzata con film, installazioni video, disegni e sculture. Attraverso la storia di un soldato a guardia del confine dell’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro, Ali offre un’indagine critica sul tema dei confini, la costruzione della nazionalità e il rapporto conflittuale e traumatico con “l’altro da sè”.
Dalla Turchia al Carme (Brescia, fino al 1° dicembre), l’artista digitale turco Ugur Gallenkus presenta Parallel Universes of War and Peace che racconta le disuguaglianze e i contrasti, fondendo fotografie di reporter di guerra con quelle di realtà quotidiane per creare nuove immagini che mostrano la forza del contrasto invitando lo spettatore a una riflessione sull’attualità.
La giapponese Yayoi Kusama, tra gli artisti più popolari al mondo, porta al Palazzo della Ragione di Bergamo Fireflies on the Water (dal 17 novembre al 24 marzo) una delle sue Infinity Mirror Room più iconiche: una stanza ricoperta di specchi con al centro una pozza d’acqua in cui si riflettono 150 luci che sembrano lucciole. Si tratta di un’installazione nata per essere fruita in solitudine per beneficiare del senso di quiete e pace.
Sono invece 50 gli artisti bresciani e bergamaschi protagonisti di “Presente Inquieto” (Bergamo fino al 12 novembre): una rassegna di arte contemporanea con opere realizzate da artigiani che hanno fatto della tradizione industriale una forma artistica di interpretazione dei bisogni delle loro comunità.
Un’indagine più personale è invece quella di “Guarda-mi. L’arte come cura” che diventa un vero percorso terapeutico nato in un laboratorio fotografico che ha coinvolto otto adolescenti delle strutture dei servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza della Cooperativa Sociale Fraternità Giovani. Guidati dalla fotografa Chiara Cadeddu in un viaggio alla scoperta di sé i ragazzi hanno sperimentato la fotografia quale forma espressiva e di cura. La mostra è ospitata nei portali immersivi del TheGate2023 (fino al 7 dicembre).
Il filo rosso di “arte e diritti” è al centro di Finché non saremo libere (Brescia Musei, dal 10 novembre al 28 gennaio), che indaga la condizione femminile nel mondo concentrandosi su quanto sta accadendo in Iran. La mostra trasforma in immagini il racconto di Shirin Ebadi, avvocatessa e pacifista iraniana premiata nel 2003 con il premio Nobel per la pace.