In Slovenia ci sono ogni anno due date che vengono celebrate come le Giornate della Cultura slovena: sono il 3 dicembre e l’8 febbraio, e rappresentano rispettivamente i giorni della nascita e della morte di France Prešeren, il più importante rappresentante del Romanticismo sloveno e massimo poeta nazionale.
Questa dedizione alla poesia e alla letteratura la dicono lunga su quanto libri e lettura siano, in un Paese così piccolo, elementi di così grande passione. E la Slovenia lo dimostrerà quando, dal prossimo 18 ottobre, parteciperà in qualità di ospite d’onore al Salone del Libro di Francoforte (Frankfurter Buchmesse) con lo slogan Nido d’Ape di Parole (Satovje Slov). Una vetrina per presentare la vivacità letteraria e culturale slovena, ma anche per scoprire come organizzare un viaggio letterario nel Paese, sulle orme dei grandi letterati sloveni.
Lo slogan dell’iniziativa, Nido d’Ape di Parole, sta a indicare il modo in cui il patrimonio letterario della Slovenia si è formato negli ultimi 500 anni. Un’immagine forte, a simboleggiare la storia letteraria del Paese. La Slovenia, infatti, è un incrocio di culture nel cuore dell’Europa, tra le pianure della Pannonia, il Mediterraneo e le Alpi, soggetto, nel corso dei secoli, alle più svariate dominazioni.
Gli scrittori sloveni si sono trovati spesso a trascorrere periodi di tempo considerevoli all’estero, e quasi sempre a pubblicare i loro lavori in più di una lingua, oltre la propria. Gli elementi del plurilinguismo e della multiculturalità sono ciò che rende la Slovenia un alveare: proprio come api, gli scrittori locali hanno dovuto avventurarsi lontano dal proprio nido per poi tornare a casa con il polline di saperi trovati altrove.
Dove si può puntare per scoprirne la storia e la tradizione?
Il punto di inizio della letteratura nazionale slovena, per tradizione, si fa risalire alla riforma protestante, che qui porta il marchio di Primož Trubar, che nel 1550 pubblicò un Catechismo e un Abecedario, i primi libri stampati in lingua slovena. Nel 1584 arriveranno anche una Bibbia, tradotta in sloveno da Jurij Dalmatin, e la prima Grammatica Slovena, a cura di Adam Bohorič. Anche se la diffusione del protestantesimo in Slovenia fu stroncata dalla Controriforma, ne restano nel Paese alcuni luoghi simbolo: nella piazza Ribji trg a Lubiana, ad esempio, si è conservata la casa in cui visse Primož Trubar, oggi il palazzo più antico della capitale. Anche l’unica chiesa di rito evangelico di Lubiana è dedicata alla memoria di Trubar, così come il vicino Parco della riforma Protestante.
E naturalmente un viaggio letterario in Slovenia non può prescindere dal poeta France Prešeren, nato nell’anno 1800 nella regione Gorenjska, e più precisamente a Vrba, La sua poesia Brindisi è stata anche messa in musica, diventando inno nazionale sloveno, e la moneta da 2 euro battuta in Slovenia riporta la sua immagine e un verso della stessa.
A Gorenjska si trova la casa natale di France Prešeren, nella parte nord-occidentale della Slovenia, ai piedi delle Caravanche e del Monte Veliki Stol (in sloveno, Grande Sedia): è proprio qui, nel villaggio di Vrba, che nacque il 3 dicembre 1800 France Prešeren, in una casa del XVI secolo oggi adibita a museo. Per poter studiare, Prešeren lasciò presto la sua terra, dove tornò però spesso nel corso della sua vita.
Gran parte della sua vita adulta Prešeren la trascorrerà a Lubiana, dove il poeta si trasferì all’età di 28 anni, con l’obiettivo di aprire uno studio da avvocato indipendente. Qui il giovane Prešeren farà la conoscenza del filologo Matija Čop, che sarà determinante nello sviluppo della lingua utilizzata dal poeta nelle sue opere e anche dello sloveno ancora oggi parlato.
Piazza Prešeren, la principale della capitale, porta il nome del poeta ed ospita dal 1905 un monumento a lui dedicato. Proprio nei pressi della statua, su una facciata della Wolfova ulica, un rilievo ricorda la musa del poeta, Julija Primic, il grande amore non corrisposto che tormenterà Prešeren per tutta la vita ma che ne ispirerà anche il canto. Pare, inoltre, che la vicenda abbia colpito così tanto Paulo Coelho, che lo scrittore portoghese ambienterà il romanzo Veronika decide di morire nella città di Lubiana, citando a più riprese aneddoti sulla vita di Prešeren, come il primo incontro con Julija Primic, avvenuto nella Chiesa di Trnovo.
Anche la località di Kranj, sebbene Prešeren vi abbia trascorso soltanto gli ultimi anni della sua vita, rimane legata al nome del poeta: è qui che fu pubblicata la sua raccolta Poesie nel 1847. In questa prima versione, era stata censurata la poesia Brindisi, che sarà pubblicata soltanto l’anno successivo, a seguito della rivoluzione del 1848.
E nella ricorrenza della sua morte, l’8 febbraio, a Kranj ogni anno si svolge la Fiera di Prešeren. La memoria del poeta rivive con aperture gratuite dei luoghi simbolo della sua vita nella città: la casa dove visse, il municipio e il castello di Khislstein, oltre a una fiera della casa e dell’artigianato proprio sulla via che porta il suo nome.
Per partire per un viaggio in Slovenia sulle orme della letteratura si possono mettere in valigia anche un paio di romanzi contemporanei, consigliati dall’Ente sloveno per il turismo in Italia: Stanotte l’ho vista di Drago Jancar (2015, traduzione a cura di Veronika Brecelj), edito da Comunicarte, e Ivana davanti al mare di Veronika Simoniti (2022, traduzione a cura di Sergio Sozi), edito da Morellini.