“Taranto è una sirena”: la città ora cerca il riscatto turistico

le vie tarantine
Taranto è una sirena, che si muove tra due mari e vuole richiamare a sé i viaggiatori, per mostrare loro le sue bellezze nascoste. “Taranto è una sirena” è uno dei tour con i quali la città pugliese viene raccontata da Le Vie Tarantine, nuova realtà di turismo in una città che prende le distanze dalla narrazione sull’Ilva e cerca il suo riscatto.

Dietro il progetto ci sono quattro professionisti che si sono incontrati e hanno deciso di mettere in comune le proprie competenze, tra di loro anche anche un’agente di viaggi, Manuela Santoro, che dopo aver fatto viaggiare i suoi clienti in giro per il mondo ha deciso di dar corpo al suo sogno, ma non da sola. “Da agente di viaggi questo era un progetto che avevo nel cassetto, e in qualche modo l’arrivo della pandemia e del lockdown mi è servito a capire cosa volevo davvero dalla mia vita. Mi sono rimessa in discussione e ho capito che avevo voglia di valorizzare il mio territorio. Dopo tanti anni trascorsi a vendere viaggi in ogni parte del mondo perché non potevo dedicarmi a promuovere la terra in cui sono nata e dove vivo?”.
E l’incontro con gli altri compagni di viaggio è stato fondamentale. Insieme a lei a creare Le Vie Tarantine ci sono infatti Katia Trani, esperta in comunicazione, e le guide Lucia Francioso e Riccardo Tedeschi.

Esperienze, tour guidati, escursioni sono le attività che puntano a promuovere il territorio attraverso un turismo lento e sostenibile. Il cammino è iniziato durante un corso di formazione in cui i quattro professionisti si sono incontrati, ed ha preso la forma de Le Vie Tarantine, per andare alla scoperta di luoghi e persone, e indicare a viaggiatori e viaggiatrici tutti i modi per godere di questo angolo di territorio, mantenendo il focus su Taranto per trasmetterne il valore non solo storico/archeologico, ma anche creativo e imprenditoriale.

le vie tarantine in barca
Rigenerazione e riscatto sono due parole che vengono facilmente in mente quando si pensa a Taranto e alla sua voglia di fare cronaca anche in maniera positiva. “E non a caso concentriamo le nostra attività creative e progettuali nel (e a partire dal) quartiere Porta Napoli. Perché è qui secondo noi – e secondo molti nostri colleghi già impegnati in questa parte della città – che si nasconde, e sta già venendo fuori, il senso della costruzione dell’identità futura di Taranto – racconta Katia Trani – Un’identità fondata sul mare, sulle attività commerciali e turistiche del Porto, sul lavoro creativo e artigianale che sa mettere al centro la sostenibilità, il rispetto per l’ambiente, per le tradizioni e le persone e che trova nella Donna una protagonista della rinascita”.

E così sono partiti tour che hanno portato alla scoperta del Borgo antico di Taranto, ad ammirare il Ponte girevole da un gozzo, a godersi un aperitivo sul molo, ma anche ad esplorare la gravina o a conoscere realtà preziose come le artigiane e creative della serigrafia Ammostro, nel cui laboratorio si vive l’esperienza della stampa serigrafica sostenibile, utilizzando solo colori estratti dalle erbe tintorie della macchia mediterranea.

E le vie tarantine portano al mare anzi ai due Mari, Grande e Piccolo, al suo porto ma anche alle tante storie e personalità che animano la città e i suoi dintorni, facendo conoscere spazi culturali, artigiani, esperienze creative che spesso stupiscono anche i cosiddetti “locals”. E soprattutto, aggiungono Katia e Manuela, è indispensabile che tutto ciò venga fatto con competenza e professionalità e nella legalità.

le vie tarantine escursione

Conoscere bene il territorio ha una doppia valenza, che a volte fa magari anche soffrire per quello che non va ma che si tramuta in un asso nella manica quando si tratta di trasmetterne la passione e di valorizzare le esperienze virtuose: “i nostri tour servono anche a prendere coscienza delle condizioni in cui versa il territorio e di come invece lo vorremmo. Le idee e i progetti sono tanti: ci stiamo muovendo per collaborare con le scuole e portare ai ragazzi queste esperienze di amore e appartenenza, ma ci muoviamo anche in un contesto più ampio in progetti mediterranei che coinvolgono anche Paesi vicini come Albania e Grecia. Come quello interregionale che vuole far crescere il turismo avventura nel sud Italia, una nicchia ancora poco esplorata, e che non deve essere per forza “adrenalinico” ma che abbraccia un modo lento e sostenibile di scoprire perle nascoste del territorio, come il nostro Parco delle Gravine, che ancora è poco conosciuto”.

E c’è un attenzione particolare anche alla narrazione al femminile: “grazie anche ad analisi di mercato ci siamo resi conto che c’è questo desiderio e necessità di viaggiare in libertà e fare esperienza al femminile, dunque vogliamo portare avanti questa progettazione al femminile anche sul fronte dell’ospitalità, andare a caccia di realtà imprenditoriali realizzate da donne”.