Al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia tornano all’originario splendore le Fontane del Ninfeo.
Merito di un progetto di restauro conservativo, iniziato a ottobre 2024 e finanziato attraverso lo strumento dell’Art Bonus da Sphere Italia, gruppo attivo nel mercato per il mondo degli avvolgenti alimentari o sacchetti shopper biodegradabili e compostabili. I visitatori del museo oggi possono godere della vista ravvicinata di un patrimonio architettonico e artistico di grande valore. Con il sostegno di Sphere Italia è stato ripristinato l’impianto idrico delle fontane, riportandole alla loro originaria funzione di elementi di raccordo del “teatro delle acque” del Ninfeo.
Sphere Italia ringrazia il prezioso contributo dell’Associazione LoveItaly nella persona della direttrice Tracy Roberts, un’associazione senza fini di lucro, dedita a tutelare e valorizzare il patrimonio culturale italiano, che ha suggerito il progetto con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
«Siamo orgogliosi della collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia – spiega Adriano Meloni, amministratore delegato di Sphere Italia – che ci ha permesso di contribuire al recupero di un bene culturale di inestimabile valore, come il complesso del Ninfeo e le sue fontane, grazie all’Art Bonus. Questa partnership è conferma della visione strategica del nostro gruppo e dell’attenzione al tema della sostenibilità, con investimenti mirati nel mondo dell’arte e della cultura. Sphere Italia è costantemente impegnata nella selezione di iniziative di ampio respiro culturale. Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di poter sostenere il restauro del complesso del Ninfeo e delle sue fontane, confermando anche la manutenzione programmata del Ninfeo per i prossimi quattro anni».
Il Museo Nazionale Etrusco ha sede in due ville del Rinascimento, situate subito fuori le mura di Roma, nelle quali ancor oggi si respira la magnificenza di uno dei periodi più felici della storia e dell’architettura italiana.
Villa Giulia e Villa Poniatowski vennero fatte edificare da papa Giulio III del Monte durante il suo pontificato (1550-1555): in origine erano parte della grande “Vigna Iulia” che occupava una grossa porzione di terreni a nord di Porta del Popolo, lungo la via Flaminia. Cuore della Villa Giulia sono i giardini e il Ninfeo, le cui fontane sono alimentate dall’antico Acquedotto Vergine. Per la sua realizzazione Giulio III chiamò i più grandi artisti dell’epoca: Jacopo Barozzi da Vignola (“architetto di S. Santità”) e Bartolomeo Ammannati, con il probabile contributo di Michelangelo Buonarroti e Giorgio Vasari, si occuparono degli aspetti architettonici, mentre l’apparato decorativo venne affidato a Prospero Fontana supportato da un’équipe di artisti, tra cui il giovane Taddeo Zuccari.
Del ricco apparato decorativo rimangono oggi parte degli stucchi e gli affreschi che caratterizzano le sale della Villa. All’esterno, il portico ad emiciclo è decorato con motivi a grottesche ispirate alle pitture della Domus Aurea, mentre le sale del piano nobile accolgono un ciclo di affreschi, tra cui le raffigurazioni dei Sette Colli di Roma.
Villa Poniatowski è la seconda sede del Museo, inaugurata nel 2012 a seguito di un importante intervento di restauro. Deve il suo attuale aspetto a Giuseppe Valadier che, agli inizi dell’800, trasformò il preesistente edificio cinquecentesco in una villa neoclassica su incarico del proprietario dell’epoca, il principe Stanislao Poniatowski, nipote dell’ultimo re di Polonia. Anche questa villa era immersa nel verde circondata da un ampio giardino con terrazze a gradoni, ornato di sculture antiche e fontane. Oggi accoglie le collezioni provenienti dall’Umbria e dal Latium Vetus.