Ristoranti visionari d’Italia: la top 10 del Gambero Rosso

donne chef
Locali che soddisfano il palato ma anche gli altri sensi, in nome della creatività: sono i Visionary Places premiati dal Gambero Rosso  insieme ad Artribune e Feudi di San Gregorio.

Prende avvio la prima edizione del riconoscimento che celebra l’eccellenza e la capacità imprenditoriale nell’offrire un’esperienza gastronomica di alto livello e capace di coniugare arte, innovazione, design, responsabilità sociale e ambientale.

Sono, nella ristorazione italiana, esempi di creatività culinaria e artistica che si combinano per offrire un’esperienza completa: ed arrivano i dieci locali italiani premiati in questa prima edizione del neonato progetto Visionary Places presentato nelle Gallerie d’Italia a Napoli, museo di Intesa Sanpaolo.

Ideata da Gambero Rosso, Artribune e Feudi di San Gregorio, cantina di Sorbo Serpico in provincia di Avellino, l’iniziativa vuole individuare e valorizzare le proposte più visionarie che hanno saputo generare un impatto positivo sul territorio e sull’intera comunità, restituendo valore alla cultura dell’ospitalità per stimolare il settore della ristorazione a cercare quel quid in più che ha sempre contraddistinto l’ospitalità Made in Italy nel mondo.

Diversi per posizionamento geografico, orizzonte gastronomico di riferimento e ambizioni, in comune tutti i ristoranti selezionati hanno una serie di valori identificati dai tre partner e racchiusi in un manifesto: si va dalla visione imprenditoriale alla capacità di generare benessere, dall’offerta gastronomica all’innovazione, fino al rapporto con arte, architettura e design. Tutti elementi che raccontano cosa vuol dire essere un ristorante visionario.

Per selezionarli è nato un comitato scientifico, che riunisce rappresentanti del mondo della gastronomia, dell’arte e della cultura: accanto a Gambero Rosso e Artribune, il direttore creativo del Gruppo Tenute Capaldo – Feudi di San Gregorio, Ella Capaldo, l’artista e conoscitore enogastronomico Gabriele De Santis, l’a.d di MondoMostre Simone Todorow, ed Emilia Petruccelli, co-fondatrice di Galleria Mia a Roma e fondatrice di Edit Napoli.

Dopo aver identificato una trentina di ristoranti che incarnassero questi concetti, il Comitato ha selezionato una top ten e decretato i vincitori di quest’anno.

I vincitori

La medaglia d’oro è andata a Luminist, esempio di ristoro museale all’interno delle Gallerie d’Italia di Napoli. Il progetto delle Gallerie d’Italia vuole infatti mettere sempre più a fuoco il rapporto tra arte, architettura, gastronomia. La sede di via Toledo, negli spazi della storica sede del Banco di Napoli, restaurati e ripensati da Michele De Lucchi, ospita la caffetteria bistrot Luminist al piano terra, il fine dining 177Toledo e il cocktail bar Anthill, il tutto orchestrato da Giuseppe Iannotti, cuoco e patron del ristorante Krèsios di Telese Terme.

Il secondo posto è stato conquistato dal SanBrite di Cortina d’Ampezzo, che include anche allevamento e caseificio.

Medaglia di bronzo per IO Luigi Taglienti di Piacenza, nato in sinergia con la galleria d’arte e design Volumnia che ha restituito alla città una chiesa sconsacrata.

A pari merito seguono: AlpiNN – Food Space & Restaurant a Kronplatz (Bz); Ristorante Torre in Fondazione Prada a Milano;  Il Sale di San Vincenzo (Li); Arnolfo a Colle Val d’Elsa (Si), Mazzo a Roma, Ninù a Roma, Vettor a Bari.