Itinerari turistici, arte urbana, poesia e riscoperta di tradizioni artigiane: in Campania c’è un piccolo borgo che andava spopolandosi e che ha deciso di rimboccarsi le maniche in nome della propria comunità, e di farlo in maniera originale.
Ecco Oscata, borgo rurale in provincia di Avellino, che sorge in una valle tra le alture dell’Irpinia d’Oriente, sprofondando verso il Calaggio, il torrente che poi prosegue verso la Puglia sotto il nome di Carapelle. Qui, questo luogo tra masserie e campagne, abitato da contadini illuminati, combatte il vento dello spopolamento con la forza della comunità.
Si fanno chiamare Oscata inVita, hanno l’obiettivo di combattere l’abbandono perché, spiegano, l’abbandono è il passo successivo dello spopolamento. Del resto il territorio è passato dai 600 residenti degli anni ’50 agli appena 10 di oggi. «Un tempo si viveva con famiglie numerose anche in 50 metri quadri. Oggi ci sarebbero abitazioni per 20 famiglie e soprattutto una visione». A spiegare la storia e il progetto dell’associazione Oscata inVita è il presidente nonché uno dei fondatori, Domenico Lapenna. Laureato in Economia, vive a lavora a Bologna, dove oggi fa il manager in una multinazionale. Ma ha il cuore a Oscata. È lui che durante le vacanze di agosto, che ama trascorrere con la famiglia proprio nel borgo dove è nato suo padre, ha organizzato le prime assemblee pubbliche aperte alle istituzioni, ai cittadini e alle associazioni locali.
Era il 2019, prima della pandemia. E il frutto di questi incontri è stato creare una consapevolezza comune verso il luogo. Dopo diverse riunioni, confronti e chiarimenti è stata trovata una trama. O meglio più trame, che parlano di parole e racconti. «Il borgo è avvolto dall’ispirazione letteraria. Molti abitanti hanno scritto sulla vita in quelle case oggi abbandonate. Hanno raccontato e tuttora raccontano le storie degli abitanti di quelle masserie in libri autobiografici, dai quali si delineano diversi simpatici personaggi e mestierenti della zona».
L’associazione ha dunque coinvolto artisti locali per dedicare murales poetici agli autori più riconosciuti. Ad Oscata, infatti, è nato uno dei più illustri latinisti italiani, Antonio La Penna. E della vicina Bisaccia, paese a neanche 10 km dal borgo, è il poeta Franco Arminio, che proprio ad Oscata accoglie i suoi lettori, il 15 agosto, nel giorno della Madonna “re lu trasi e iessi” (dell’entri ed esci), un giorno particolare per i pastori in transumanza.
Hanno scritto di personaggi oscatesi anche il cantautore Vinicio Capossela, gli autori locali Michele Panno, Pietro De Carlo e Bice Lapenna.
Ma non di sole radici e tradizioni vive l’iniziativa. «Il prossimo progetto è utilizzare delle app gratuite, aventi funzionalità di audioguide geolocalizzate, per sviluppare “Oscata, borgo delle case narranti”, un’altra visione che proporremo ai nostri ospiti – spiega Domenico Lapenna – con l’auspicio di incuriosire i visitatori del luogo».
Il presidente è il solo membro del collettivo che vive fuori regione. L’associazione è composta da diversi abitanti locali, altri residenti in provincia, ma con legami di famiglia nel luogo. Hanno interessi diversi che riescono a mettere a disposizione del territorio e dei curiosi.
In soli 4 anni i volontari di Oscata inVita hanno sviluppato e promosso itinerari. Attualmente sono tre, partono e tornano ad Oscata e oggi si può camminare in loro compagnia, per esempio insieme a Tonino Panno, profondo conoscitore del territorio, con il quale si cercano erbe spontanee o prodotti locali.
Peppino Lapenna, invece, ha organizzato un orto sociale dal quale ricava la maggior parte degli ortaggi necessari per fare “ciambotte”, peperoni ripieni, “migliazzo”, tutti piatti tipici di una volta, di una vita tra campi e masseria. Sono pietanze ancora oggi proposte nelle feste tradizionali di Oscata (appuntamento ad agosto per la spiga e a fine settembre per la pigiatura dell’uva). I piatti sono pensati da Fiorenza Lapenna, chef in un ristorante locale, ma anche amante delle tradizioni di famiglia, tutte vissute ad Oscata. Francesco Lapenna, altro volontario, cura uliveti e vigneti e mantiene nelle mani i segreti della cesteria. Nella vita fa l’avvocato ma organizza ad Oscata laboratori in cui insegna a intrecciare rami di salice per realizzare cesti. Si diletta poi a realizzare opere con il legno, oltre che a fare selle e del buon vino.
Sergio Lapenna invece è laureato in Ingegneria dell’Automazione e founder di startup, nonché l’ideatore di Oscata inVita. Ad Oscata è molto legato affettivamente e ci ha messo e metterà le mani: ad esempio, di recente ha ripulito e contribuito fortemente a mettere in sesto un forno di comunità presente nel borgo. L’infornata collettiva del pane fa parte di quelle antiche usanze, radicate nel tempo, mai più viste da 50 anni a questa parte ad Oscata, ma che resistono e seppur con ritmi diversi stanno per tornare.
Una curiosità: come si noterà, questi abitanti del luogo che accolgono i visitatori e tengono in vita le tradizioni hanno tutti lo stesso cognome, e spesso anche il nome è uguale. Questo perché le famiglie erano numerose e si imparentavano tra loro. Per giunta si usava nominare i figli con i nomi dei nonni (la zepponta). Così si distinguono tra loro grazie agli strangenomi (soprannomi), nomignoli affibbiati ad hoc sulla base di caratteristiche fisiche, psichiche o di episodi particolari. Dicono che gli oscatesi, ironici per professione, fossero i più capaci in questa nobile arte della goliardia. Ci sono aneddoti leggendari, da conoscere. E ovviamente anche questi vengono raccontati. Lo fa Libero Frascione, un bisaccese autore del dizionario del dialetto locale.
Nell’ambito delle iniziative organizzate dall’associazione Oscata inVita, da maggio a settembre vengono invitati ospiti, anche da fuori provincia, per farli partecipare a laboratori tematici, restando fedeli alle inclinazioni del territorio. Si organizzano degustazioni di formaggi, si portano gli ospiti nei pascoli, nelle stalle e nelle cantine a conoscere il casaro locale, si creano candele con la cera d’api, si realizzano cesti e si usa il tornio per la ceramica. Il prossimo appuntamento sarà con la tessitura, attività tipica di Bisaccia, paese di transumanza in cui il mercato della lana era prospero.
E tra i prossimi obiettivi dell’associazione c’è anche quello di creare i presupposti per un vero sviluppo concertato del territorio, valorizzando le risorse umane presenti soprattutto nell’ambito educativo e attraendo anche operatori del turismo.
I progetti di Oscata inVita si possono seguire su Facebook e Instagram.