Passione Corea anche nell’arte: oltre al K-Pop, al cibo e alla cultura in generale del Paese asiatico, gli appassionati di arte potranno presto ammirare in Italia le opere di un importante artista coreano.
Sabato 19 ottobre apre al pubblico a Torino la mostra Rabbit Inhabits the Moon, dedicata all’opera del grande artista sudcoreano Nam June Paik in dialogo con opere contemporanee e con una selezione di manufatti coreani provenienti da collezioni pubbliche e private, nazionali e internazionali.
In occasione del 140° anniversario dell’Accordo diplomatico tra Corea e Italia, il Mao Museo d’Arte Orientale di Torino, in partnership con il Nam June Paik Art Center (Corea) e con il supporto della Korea Foundation, presenta il progetto espositivo Rabbit Inhabits the Moon, a cura di Davide Quadrio, direttore del Museo, e Joanne Kim, critica e curatrice coreana, con Anna Musini e Francesca Filisetti.
Rabbit Inhabits the Moon intende attivare un dialogo dinamico che riflette l’evoluzione del paesaggio culturale e artistico dei due Paesi, in particolare rileggendo l’eredità di Nam June Paik e la sua influenza sulle generazioni contemporanee.
Opere video, installazioni e nuove produzioni di artisti coreani, provenienti dalla collezione del Nam June Paik Art Center saranno accostate ad alcune tra le principali opere di Paik e a preziosi manufatti tradizionali.
Il progetto espositivo presenta 17 opere di Nam June Paik, fra cui l’installazione Rabbit Inhabits the Moon, che dà il titolo alla mostra, Plexiglass Cello TV, Fluxus Island in Décollage Ocean Human, Ecce Homo e Zen for Head, oltre a cinque installazioni di sei artisti coreani contemporanei – Sunmin Park, Ahn Kyuchul, Unmake Lab, eobchae × Ryu Sungsil, Shiu Jin e Jesse Chun, e una nuova produzione di Park Jiha.
Il percorso è poi punteggiato da manufatti legati agli aspetti filosofici e rituali della tradizione culturale e artistica coreana, fra cui uno specchio in bronzo a otto lobi di epoca Goryeo, una bottiglia piriforme in gres del XV secolo e la Moon-jar di Kwon Dae-sup del 1952, giunti in prestito da musei d’arte asiatica in Italia e in Europa, tra cui il Museée national des Arts asiatiques Guimet di Parigi, il Museo E. Chiossone di Genova e il Museo delle Civiltà di Roma.
Proprio dal Museo E. Chiossone proviene anche l’Avalokitesvara Watermoon (XIV secolo), dipinto su seta che potrà essere eccezionalmente esposto grazie al delicato restauro promosso in occasione della mostra.
Una sezione particolare del percorso a cura di Kyoo Lee sarà poi dedicata all’esplorazione della cultura sciamanica coreana in relazione alla figura di Nam June Paik, mentre una sala di consultazione sarà dedicata all’approfondimento degli artisti contemporanei su progetto dell’architetta coreana Kun-Min Kim.