Giornata Mondiale del Turismo: “One world, one peace”

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“Tourism and Peace”: non poteva esserci tema migliore quest’anno per la Giornata Mondiale del Turismo. Il World Tourism Day si celebra ogni 27 settembre e si lega sempre a urgenze e sfide dell’attualità.

E per il Wtd 2024 l’Unwto, ovvero l’Organizzazione mondiale del turismo, ha scelto di accendere i riflettori sulla pace: quella che manca, nel mondo, o quanto meno in diverse sue aree, situazione aggravata dalle questioni geopolitiche e dalle guerre in corso, dall’Ucraina al Medio Oriente, minato ancor di più dall’escalation di Israele che negli ultimi giorni sta colpendo anche il Libano.

Criticità geopolitiche che rappresentano l’esatto contrario del messaggio del turismo, che è – o dovrebbe quanto meno essere – di apertura, conoscenza reciproca, collaborazione e armonia.

Turismo e pace, dunque, è lo slogan del World Tourism Day 2024: ogni anno viene anche scelta una località quartier generale delle celebrazioni, e quest’anno si tengono a Tbilisi, Georgia.

«Il turismo fa unire le persone – è il messaggio diffuso da António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, alla vigilia del Wtd – in questa occasione dobbiamo riflettere sulla profonda connessione tra il turismo e la pace. Il turismo sostenibile può trasformare le comunità, creando posti di lavoro, incoraggiando l’inclusione e rafforzando le economie locali. E valorizzando e preservando il patrimonio culturale e naturale può contribuire a ridurre le tensioni e promuovere la coesistenza pacifica».

Gli omaggi alla giornata e i festeggiamenti sono in realtà già in corso, e chiunque può fare la sua parte. Lo stesso Unwto fornisce infatti diversi strumenti online. A questo link si possono scaricare materiali social, grafiche e altro per condividere online, mentre qui si può inserire l’appuntamento che eventualmente è stato organizzato per questa occasione.

One world, one peace“, recita ancora l’Unwto, mentre diffonde i dati sul turismo nel mondo: i flussi internazionali hanno recuperato arrivando al 96% dei livelli pre-pandemia nei sette mesi fino a luglio scorso.  Secondo l’ultimo World Tourism Barometer, in questo periodo sono stati 790 milioni i viaggiatori internazionali, l’11% in più rispetto agli stessi mesi dell’anno prima.

La storia del World Tourism Day

Il World Tourism Day si celebra ogni anno il 27 settembre, a partire dal 1980: perché è stata scelta questa data? Segna l’anniversario dell’adozione – avvenuta nel 1970 – degli Statuti da parte dell’organizzazione, un atto che aprì la strada alla costituzione dell’Unwto, cinque anni dopo.

Durante la sua terza sessione, a Torremolinos, in Spagna, a settembre 1979, l’Assemblea Generale dell’organizzazione mondiale del turismo decise di istituire una vera e propria Giornata dedicata al turismo, che lo celebrasse in tutto il mondo. Il World Tourism Day vide quindi la luce ufficialmente l’anno successivo, il 27 settembre 1980, nella data che ricordava la fondazione dell’Unwto.

La giornata continua quindi a ricordare anno dopo anno l’importanza globale del turismo per lo sviluppo sociale, economico e politico, e lo fa dedicando ogni volta la ricorrenza a un tema specifico.

Mille sfumature di pace

E non sono mancate le destinazioni nel mondo che, in questa occasione, hanno comunicato le proprie declinazioni del tema “turismo e pace”.

Philadelphia, per esempio, invita turisti e locali a esplorare i luoghi che hanno plasmato non solo gli Stati Uniti ma anche l’ideale della coesistenza pacifica ed è anche la più grande città americana ad aver ottenuto la nomina di Certified Welcoming da Welcoming America, designazione che riconosce le città che hanno creato politiche e programmi che riflettono i loro valori e il loro impegno per l’inclusione degli immigrati.

L’avventura inizia naturalmente dall’Independence Hall, patrimonio mondiale dell’Unesco, casa della Dichiarazione d’Indipendenza. A pochi passi di distanza si trova la Liberty Bell, simbolo di libertà e indipendenza che, con la sua famosa crepa, rappresenta la lotta continua per la giustizia e l’uguaglianza.

Il tema della pace si può approfondire anche attraverso la storia costituzionale, presso il National Constitution Center. Qui tra le mostre in corso la recente The First Amendment presenta più di 20 manufatti che mettono in evidenza le cinque libertà (libertà religiosa, libertà di parola, libertà di stampa, libertà di riunione e diritto di petizione) con elementi interattivi e giochi, per mettere alla prova le conoscenze dei visitatori sul Primo Emendamento e il suo impatto sulla società.

Il Giappone ha scelto di pensare il tema con la sua idea di pace, se vogliamo anche interiore, raccontandosi come patria di meditazione, pellegrinaggi e templi antichi da visitare. Si può entrare in contatto con la popolazione locale, per esempio, a Shirakawa-go, che permette a tutti i visitatori di vivere un’esperienza fuori dal tempo, con le sue case tradizionali. E poi dedicarsi alla meditazione zen (zazen), che si pone l’obiettivo di raggiungere l’autorealizzazione e la consapevolezza di sé. Sono numerosi i templi che offrono la possibilità di sperimentare questa disciplina, anche nelle grandi città come Tokyo o Kyoto, dove si può prendere parte a lezioni di gruppo in uno dei tanti templi.

La spiritualità è un altro degli elementi chiave della cultura giapponese, e uno dei modi per dedicarsi alla ricerca della propria pace interiore è percorrere la rete di sentieri di pellegrinaggio Kumano Kodo, un percorso che attraversa le 4 prefetture di Wakayama, Nara, Osaka e Mie lungo le stesse strade calcate da imperatori, monaci e samurai del passato alla ricerca di guarigione e purificazione.

La pace per il Perù è infine quella della natura: è uno dei dieci Paesi al mondo con maggiore biodiversità e risorse naturali, con 246 aree naturali protette che includono 15 parchi nazionali, 18 riserve, 9 santuari nazionali e 4 santuari storici. Dal Parco Nazionale di Huascarán (regione di Áncash) con le sue cime innevate, al lago Titicaca (Puno), il lago navigabile più alto al mondo, passando per la riserva di Tambopata (regione di Madre de Dios) e quella di Pacaya-Samiria (Loreto), la più grande del Paese che offre infiniti corsi d’acqua e zone umide, il Perù rappresenta una meta per il turismo naturalistico e per scoprire fauna e flora.

In favore dei piccoli borghi

E per la Giornata del Turismo si ribadisce anche l’impegno delle cooperative toscane contro lo spopolamento dei piccoli borghi. Ecco l’appello quotidiano delle 90 cooperative associate a Confcooperative Toscana che lavorano nel settore del turismo.

Tra le loro attività non ci sono infatti soltanto quelle “classiche” come l’ospitalità alberghiera ed extra-alberghiera, la ristorazione, i trasporti, i tour operator, comprese le agenzie di viaggi scolastici. Le cooperative di Confcooperative Toscana svolgono anche un ruolo di primo piano nella gestione di aree protette, parchi naturali, musei e offrono attività di guida turistica in tutte le province della Toscana. In questo panorama si inseriscono anche le cooperative di comunità, una realtà fondamentale per il rilancio delle aree interne e dei borghi meno conosciuti.

Spiega Valentina Donati, presidente di Confcooperative Cultura Turismo Sport Toscana: «Questi luoghi, pur caratterizzati da una bellezza straordinaria, rischiano l’abbandono. È proprio qui che le cooperative agiscono, creando opportunità lavorative e favorendo l’inclusività. In questo modo, manteniamo attivi i servizi essenziali, garantendo alle persone la possibilità di vivere e prosperare in queste comunità spesso dimenticate. La nostra mission è quella di far emergere un modello di turismo che si distacchi dalle logiche dell’overtourism e che proponga esperienze capaci di valorizzare le identità locali, attraverso un turismo che si fa interprete delle necessità delle comunità stesse».