Il rilancio del sud Italia attraverso gli alberghi diffusi Nostos

Ritornare alle origini e mettere radici. È l’idea alla base del progetto Nostos che prevede il recupero e la valorizzazione dei centri storici del sud Italia.

L’intuizione parte da Francesca Felice, urbanista e responsabile di Nostos, progetto che prevede la creazione di una rete di alberghi diffusi per il rilancio delle aree centrali delle città.

Accanto al suo mestiere di urbanista, Francesca ha dato vita ad un progetto che lei stessa definisce “una scelta di vita”, incentrata sul ritorno alla terra, sull’identità e sul ritorno a un tempo vissuto diversamente, un tempo lento che non ha bisogno di ritmi veloci.

“Nostos” trae ispirazione dal termine greco che indica proprio “il ritorno”. Un progetto territoriale che parte da un’analisi puntuale e tecnica che ha portato Francesca a mappare e censire una buona parte dei centri storici del nostro territorio. «Abbiamo schedato ogni singola abitazione monitorando il livello di “degrado” esterno, l’eventuale presenza di abitanti o lo stato di abbandono, il contesto generale e ambientale e così via».

Il progetto nasce nel 2014. Il primo comune interessato stato Terravecchia, in Calabria. Attualmente Nostos ha toccato trenta comuni della costa ionica. Il team formato da tre o quattro persone, a seconda dei periodi, lavora a stretto contatto con le amministrazioni che hanno sostenuto il progetto.

Il progetto completo prevede tre fasi: lo studio analitico, i piani di ristrutturazione e recupero, i lavori veri e propri. Ogni fase è più costosa della precedente ed è per questo che molti comuni sono ancora alla prima o alla seconda fase.

Ma questo non ha certo scoraggiato Francesca, che ritiene già fondamentale la prima fase al termine della quale viene organizzato un evento pubblico in cui vengono presentati i risultati della ricerca: una vera e propria fotografia del centro storico che coinvolge amministratori e abitanti del posto e mostra potenzialità e problematiche del comune in questione. Al momento il 60% delle abitazioni di molti di questi comuni sono disabitate. Il crollo di residenti è avvenuto soprattutto negli ultimi 20 anni.

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