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Workation: sì, ma dove? Le città ideali da Brisbane a Lisbona

Anche se le aziende stanno gradualmente tornando al lavoro in presenza e anche le decisioni del governo in tal senso sembrano tornare indietro rispetto alla grande apertura al lavoro agile dovuta alla pandemia, lo smart working resiste e anche quest’anno probabilmente in tanti opteranno per una workation. Se non addirittura magari qualcuno sceglierà di cambiare vita e diventare nomade digitale.

Quali sono le destinazioni del mondo più friendly per chi intende andare a lavorare da remoto? Preply, portale online dedicato all’apprendimento, ha creato una classifica che esamina 74 città in tutto il mondo in base a quanto esse siano adatte allo smart working, in base al clima, l’ambiente, la qualità della vita, i costi e la sicurezza. Tra i parametri presi in considerazione per stilare la classifica ci sono anche i costi di affitto medio e la disponibilità di abitazioni e i diritti umani.

Lo studio ha scoperto che la città australiana di Brisbane offre le migliori condizioni per il lavoro da remoto. Con una temperatura media di 22°C, è la città che offre le migliori condizioni climatiche per il benessere e la produttività e ottiene un punteggio particolarmente elevato grazie anche al fatto che la lingua ufficiale è l‘inglese e il sistema sanitario risulta particolarmente efficiente, oltre ad avere un punteggio superiore alla media in termini di costi.

È seguita al secondo posto dalla capitale portoghese di Lisbona, che ottiene punteggi sopra la media in quasi tutti i settori analizzati. Il terzo posto della classifica è occupato dalla città di Nicosia, Cipro: l’ultima città divisa del mondo gode di una media di 283 giorni di sole all’anno e di ottime condizioni in termini di costi e sicurezza.

Le città italiane di Milano e Roma si trovano invece molto in basso in classifica, al 43° e al 50° posto. I risultati del Workation index – spiegano da Preply – rendono chiaro che il lavoro a distanza in Italia appare piuttosto poco appetibile in un confronto internazionale. Specialmente nel campo della “qualità della vita”, le città italiane ottengono un punteggio scarso con livelli bassi di padronanza della lingua inglese e tempi di percorrenza all’interno della città molto lunghi. In termini di costi Milano e Roma risultano due città molto costose, soprattutto se paragonate ad altre città europee.

Francesco Poletti

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