Si scrive Uau, ma si pronuncia come una vera e propria esclamazione di stupore perché, per la prima volta in Italia, una rete di ben 200 artigiani viene messa a disposizione del turismo lento.
Uau è l’acronimo di Umbria Artigianato Unico, un nuovo progetto che coinvolge appunto circa 200 artigiani della regione con i loro laboratori e le loro botteghe per percorsi alla scoperta delle tipicità locali. La rete nasce per raccontare e mettere in luce il cuore produttivo e creativo dell’Umbria: botteghe, laboratori, tessiture, frantoi, atelier e piccole realtà dove ogni giorno si intrecciano saperi antichi e sperimentazioni contemporanee. La piattaforma riunisce oggi circa 200 imprese e permette di costruire itinerari personalizzati che accompagnano il visitatore dentro i luoghi del fare — dalla ceramica al cioccolato, dal tartufo alla tessitura, dalla moda sostenibile al design — trasformando la scoperta dell’artigianato in un’esperienza diretta e immersiva.

E sono proprio le storie degli artigiani a restituire il senso di questa operazione. Qualche esempio? La famiglia Lazzari della Bottega Tifernate a Città di Castello, che ha trasformato una passione nata nel Settecento in una tecnica capace di ricreare l’anima delle opere d’arte; la Tessitura Pardi a Montefalco, dove telai a navetta e fibre naturali compongono motivi che attraversano secoli di storia e che oggi si possono vedere all’opera durante la visita; il giovane casaro Riccardo Marconi, che con la Montecristo Academy a Todi insegna a fare il formaggio come in un laboratorio televisivo; Fausto e Brenda dell’Artigiano Perugino, una vita dedicata al cioccolato sin dall’infanzia. E ancora Michele “Il Pastarolo” a Bastardo (Pg), che reinventa la pasta fresca tra tradizione e ricerca, fino ai frantoi e alle botteghe che animano castelli e borghi, come il suggestivo Molino del Torrone a Collazzone (Pg).