Lo spunto arriva da Booking.com che, partendo da un dato, ovvero il 29% dei viaggiatori italiani motivati a esplorare nuovi territori per assaporare piatti inediti, confeziona un itinerario in Toscana il cui fil rouge sono le ricette vegetariane.
Si parte da Firenze, culla del Rinascimento. Qui si potrà assaporare la ribollita, zuppa di pane raffermo, cavolo nero e fagioli cannellini. Seconda tappa, Livorno con la sua cecina: sottile focaccia a base di farina di ceci, olio d’oliva, acqua e sale, sullo stile della farinata ligure. Perfetta come snack o antipasto, specialmente se preparata da uno dei forni tradizionali del centro. Altro giro, altra zuppa: quella di farro, tipica di Lucca. Immancabile Siena con i suoi pici all’aglione, prelibatezza tipica della Valdichiana, ideale da gustare accompagnato da un bicchiere di Chianti.
Last but not least, la nostra acquacotta, zuppa contadina a base di cipolle, pomodori, erbe aromatiche, uovo e pane raffermo, che affonda le sue radici nella zona di Arezzo.
Le sue origini? La leggenda narra di un viandante che, arrivato nella piazza di un paesino, allo scoccare del mezzogiorno accese un fuoco, vi pose sopra un paiolo con dentro due sassi. I paesani incuriositi – o meglio, provocati – decisero di aggiungere uno dopo l’altro cipolla, erbette, un tozzo di pane, trovandosi poi tutti seduti intorno al fuoco in attesa di assaggiare quella che venne ribattezzata acquacotta.
Piatto che poi divenne il pasto usuale dei butteri della Maremma, guardiani buoi e cavalli: ovvero i cowboy de noartri che trascorrevano lunghe giornate lontano da casa a controllare il bestiame e con gli ingredienti più facili da reperire in natura preparavano la zuppa. Gradivano l’acquacotta anche braccianti e boscaioli, chiunque, insomma, si ritrovava a tu per tu con il freddo e la natura più selvaggia.
E ora ecco a voi la ricetta della tradizionale acquacotta toscana della chef Valeria Piccini, riportata dall’Informatore dell’Unicoop Firenze.
4 cipolle bianche o bionde di media grandezza
1 gambo di sedano verde intero (foglie e coste)
1 kg di pomodori pelati
4 foglie di basilico
50 ml di olio extravergine di oliva
4 uova medie
50 gr di parmigiano grattugiato
2 gr di sale
2 gr di pepe
1 gr di peperoncino
4 fette pane toscano raffermo
Pulite le cipolle e il sedano, tritando fine fine il tutto. Potete aiutarvi anche usando un cutter (tritatutto elettrico).
Riponete in una casseruola capiente le verdure tritate. Mettetela sul fuoco aggiungendo acqua fino a coprire il tutto; condite con olio, sale, peperoncino e basilico.
Fate cuocere a fuoco lento finché l’acqua non sarà evaporata.
Unite quindi i pomodori e due mestoli d’acqua, lasciando cuocere ancora per 20 minuti circa.
Aggiustate di sale e rompete nella minestra un uovo alla volta (è preferibile farlo in un piatto per evitare che si rompa il rosso dell’uovo o che possano rimanere pezzi di guscio nella minestra, per poi versarlo delicatamente al centro della casseruola). Coprite con un coperchio in modo che l’uovo venga cotto in camicia. Bastano tre minuti di cottura.
Togliete quindi l’uovo aiutandovi con una schiumarola.
Adagiate una fetta di pane toscano raffermo al centro del piatto e cospargetela con del parmigiano.
Versateci quindi sopra un po’ di minestra e adagiate l’uovo al centro. Finite versando il resto della minestra, in modo da riscaldare anche l’uovo.
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