Perché il Piemonte ha le carte in regola per diventare Food Valley

Piemonte capitale food
Dai paesaggi vitivinicoli riconosciuti dall’Unesco al riso del Vercellese e del Novarese, dai mercati contadini agli ecomusei passando per i Presìdi Slow Food, le fiere e gli agriturismo: il Piemonte cala i suoi assi per diventare una Food Valley.

Il Comitato promotore di Torino – Piemonte World Food Capital ha infatti lanciato una petizione per trasformare il Piemonte in una Food Valley e renderla una Capitale Mondiale del cibo, su change.org, per contribuire al rilancio della regione, valorizzando le eccellenze del territorio

Quali sono dunque i buoni motivi con i quali il comitato chiama in causa i sostenitori? Ne ha identificati dieci, che rappresentano la ricchezza e la diversità di proposte enogastronomiche nella regione, da scoprire anche in viaggio.

Langhe Roero e Monferrato Patrimoni dell’Unesco
I Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, patrimonio Unesco dal 2014, si estendono per 10.789 ettari lungo colline coperte da vigneti, inframmezzati da villaggi di altura e castelli medievali. Qui, all’interno dei confini delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, da secoli la viticoltura costituisce il fulcro della vita economica e sociale, tanto da trovare un ricco e diversificato sistema di cascine, aziende vitivinicole, industrie enologiche, cantine sociali, enoteche pubbliche e private..

58 vini Dop e 25 prodotti food Dop, Igp e Stg
Secondo il Rapporto Ismea-Qualivita 2020, il Piemonte conta 25 prodotti Food di cui 14 DOP, 9 IGP e 2 STG, e 58 vini DOP ai quali si è aggiunto, nel 2019, il Nizza DOP. Di particolare rilievo il formaggio, su cui il Piemonte vanta 10 certificazioni.

I mercati alimentari di Torino
I mercati dei contadini e quelli di alimenti freschi sono presenti in ogni provincia del Piemonte. In particolare, a Torino sono 42 i mercati alimentari organizzati ogni giorno. Di questi, 38 ospitano i banchi di vendita diretta di agricoltori e allevatori, la maggior parte dei quali è riunita nell’associazione Coldiretti. Uno tra tutti, il mercato di Porta Palazzo.

Enoteche regionali e botteghe del vino
Il Piemonte ha istituito 14 Enoteche Regionali e 34 Botteghe del Vino o Cantine Comunali, con la legge regionale n. 37 del 1980, che hanno sede presso castelli e dimore storiche nei principali territori viticoli piemontesi.

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Il riso di Vercelli
Nel vercellese vengono coltivate più di 100 varietà di riso, tra cui il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, l’unica DOP italiana dal 2007. Presente nella zona di Vercelli a partire dal Rinascimento, la coltivazione del riso ha contribuito alla bonifica del territorio e alla creazione di quelle che oggi vengono definite le Piane del Riso, diventando in poco tempo «coltivazione tipica».

Aziende agrituristiche
In Piemonte sono presenti 1.316 aziende agrituristiche autorizzate, di cui i due terzi in zone collinari. Cuneo è la provincia che conta il maggior numero di agriturismo coprendo circa un terzo del totale.

Ecomusei e musei dedicati al cibo
Il territorio piemontese presenta una ricca rete di musei che contribuisce alla valorizzazione e diffusione della conoscenza legata alla cultura del cibo. Tra questi, sono 6 i musei tematici dedicati al food e 25 gli ecomusei, e il Piemonte è stata la prima regione in Italia a dotarsi di una legge regionale per istituirli e riconoscerli.

Quasi mille sagre e fiere
Prodotti, territori e paesaggi, enogastronomia, agricoltura, storia, tradizione e cultura: eventi, sagre e fiere-mercato sono anche importanti occasioni di svago e di turismo.

Trentasei presidi Slow Food
Dall’aglio storico di Caraglio al Cappone di Morozzo, dal Moscato passito della Valle Bagnario di Strevi alla tinca di Ceresole d’Alba: sono 36 i Presìdi Slow Food, ovvero tutti quei prodotti, lavorazioni tradizionali, razze autoctone, insieme a una comunità di contadini, artigiani, pastori, pescatori, ristoratori, che si prendono cura delle tradizioni alimentari del proprio territorio.

Istruzione e formazione: dalle scuole ai master
Tra gli altri, il Piemonte ospita anche l’Università di Scienze Gastronomiche, nata nel 2004 da Slow Food in collaborazione con Regione Piemonte e Regione Emilia Romagna, che intende formare la nuova figura professionale del gastronomo.