Un passo oltre il viaggio responsabile, anzi più che un viaggio anche uno stile di vita applicabile anche a due passi da casa. Prende forma il turismo rigenerativo in città, che punta a valorizzare e preservare l’ambiente, insieme a favorire il benessere e l’incontro tra visitatori e residenti locali, portando auspicabilmente a lasciare un luogo in condizioni migliori di come lo si è trovato.
Si tratta di una filosofia su cui si possono aprire ricerche e approfondimenti, e che infatti ora è approdata a Ied Milano e Ied Roma. Due gruppi di diplomandi hanno percorso proprio i temi del turismo rigenerativo per il loro progetto di tesi di fine triennio, svolto in collaborazione con la ong ambientalista Greenpeace, arrivando a proposte esperienziali sostenibili da vivere nelle rispettive città.
Dall’idea di “fuga” da Milano, continuando però a restare al suo interno (o meglio sui suoi tetti), ai percorsi romani di riscoperta dei punti di interesse storici e naturali lungo il Tevere: sono due le proposte presentate in quello che si configura come un progetto di tesi inter sede e trans-disciplinare, diretto a sfruttare al meglio la natura e le diverse culture di un luogo. Quattro i corsi coinvolti – Interior e Product Design, Grafica e Design della Comunicazione – per una progettazione creativa a 360 gradi che si nutre di contaminazione e sguardi diversi. Le proposte pongono attenzione anche al mantenimento del paesaggio circostante e alla connessione con altre città europee, in linea con gli obiettivi di Sostenibilità dell’Onu e i principi del New European Bauhaus.
«Oggi le città sono responsabili di oltre i due terzi delle emissioni globali e ospitano il 55 per cento della popolazione mondiale: un numero che potrebbe aumentare fino a quasi il 70 per cento entro il 2050. Questo significa che le città e i loro cittadini devono essere in prima linea negli sforzi per prevenire l’emergenza climatica e la crisi economica che il mondo sta vivendo. Allievi ed allieve dell’Istituto Europeo di Design hanno saputo cogliere la sfida che la crisi climatica e ambientale ci impone immaginando un futuro davvero sostenibile e inclusivo attraverso il turismo rigenerativo», commenta Chiara Campione, head of the Climate Unit, Greenpeace Italia.
Cosa raccontano i due progetti in merito a questo turismo di prossimità del futuro? Eccoli nel dettaglio.
Milano e il benessere che si “coltiva” sui tetti: Head in The Clouds

Parte dal concetto di rivoluzionare l’idea di viaggio, proponendo una fuga dalla città senza in realtà uscirne, la proposta di turismo rigenerativo Head in The Clouds (Hitc), presentata dai neodiplomati Ied Milano Bjarki Snar Smárason, Birta Rún Armannsdóttir, Cristina Chion, Laura Kupka, Valentina Pogliani, Erica Giannoccardo.
Gli autori hanno ideato un sistema di riqualifica per vivere i tetti abbandonati o non utilizzati della città, facendo leva su valori come calma, unione e armonia con la natura. Da qui si punta a coinvolgere il pubblico in attività esperienziali quali workshop e corsi, legati rispettivamente al benessere fisico (il luogo individuato è il tetto della scuola Manzoni, in un quartiere giovane e internazionale), nutrizionale (a Citylife, zona residenziale e commerciale), spirituale (sul rooftop del Museo Mudec, in zona Tortona, area generalmente tranquilla ma anche luogo vivace e tappa obbligatoria per esplorare arte e design).
Le tre tipologie di rooftop hanno in comune un medesimo stile architettonico, spazi come ristorante e bar, alveari e biblioteca gratuita, ma soprattutto una natura abbondante. Inoltre, se spesso Milano soffre di stereotipi legati a grigiore ed “esclusività”, prioritario è stato rendere le aree verdi accessibili a tutti e sfruttare i luoghi abbandonati, dando loro una nuova vita per favorire l’incontro tra abitanti e turisti attraverso attività inclusive.
«Head in The Clouds dà una prospettiva diversa sulla città e della città. Un sistema di rifugi green elevati, sia fisicamente che mentalmente, che si innesta nella realtà urbana. Luoghi per rallentare che favoriscono lo scambio interculturale fra cittadini e turisti», commenta Gabriel Weirich, docente relatore di tesi in Ied Milano.

Roma sul Tevere, tra città e natura: la proposta Limen
Aniene, Isola Tiberina e viale Marconi: queste le tappe individuate dagli studenti Ied Roma nel proporre alla Capitale una nuova forma di turismo in chiave rigenerativa. È il progetto Limen (da limo, il fango vivificante lasciato dalle alluvioni stagionali) e ne sono autori i neodiplomati Riccardo Botta, Carlo Buonora, Alessia Clemente, Federica Habara, Alaa Mohamed, Chiara Venerucci, Edoardo Maria Volpe.
Attraverso particolari piattaforme galleggianti dislocate nei punti selezionati, il visitatore riscopre il rapporto tra città e natura, si avvicina alle sue eccellenze enogastronomiche, all’artigianato locale e scorge punti della città più inusuali, come l’area della confluenza dell’Aniene, il quartiere Marconi e l’Isola Tiberina ricchi di spunti storici. Un’esperienza pensata non solo per i turisti, ma disegnata in primo luogo per gli abitanti della città, con l’obiettivo di aumentare la conoscenza, l’amore e la cura verso essa, mettendo in connessione enti, organizzazioni e associazioni attivi nello sviluppo sostenibile.
«Molte delle proposte che attualmente vengono offerte ai turisti in visita a Roma e ai cittadini romani sono esperienze legate al solo centro storico e ai rioni centrali della città – commenta Marika Aakesson, coordinatrice del corso di Product Design Ied Roma – Limen offre un’esperienza a portata di mezzi pubblici urbani che fa vivere parti inesplorate ma rappresentative di un’altra Roma: quella del verde, dei fiumi e dell’agricoltura».