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L’Irlanda del film d’animazione “Mary e lo spirito di mezzanotte”

C’è al cinema in queste settimane un film d’animazione che unisce in un filo rosso letteratura e grande schermo ma anche Irlanda e Italia. Si tratta di “Mary e lo spirito di Mezzanotte”, in sala da fine novembre, tratto dal romanzo “La gita di mezzanotte”, dello scrittore irlandese Roddy Doyle, è diretto dal nostro Enzo D’Alò, già regista di “La Gabbianella e il Gatto”, “La freccia azzurra”, “Momo alla conquista del tempo”.

Il film racconta la storia di crescita di Mary, una ragazzina di 11 anni con una grandissima passione per la cucina e un sogno: diventare una grande chef. Sua nonna Emer, con cui ha un rapporto davvero speciale, la incoraggia a realizzare il suo sogno. Ma ogni percorso ha i suoi ostacoli, anche imprevedibili, e affrontarli può diventare un’avventura. Mary inizia così un emozionante viaggio che supera le barriere del tempo, in cui quattro generazioni di donne avranno modo di confrontarsi e conoscersi profondamente.

Per realizzare “Mary e lo spirito di mezzanotte”, Enzo D’Alò è stato settimane in Irlanda. Potrebbe sembrare strano perché è un film di animazione, ma, come ha sottolineato lo stesso regista in alcune interviste, tutti i luoghi del suo ultimo capolavoro sono reali e l’Irlanda e lo spirito irlandese sono protagonisti della storia.

Ecco dunque che il film può diventare una guida alla scoperta dei paesaggi d’Irlanda, come già era accaduto con altre pellicole ambientate nell’isola di smeraldo.

In fase preparatoria, D’Alò ha trascorso mesi in loco con un gruppo di disegnatori, “fotografando ogni singolo luogo e respirando le atmosfere festose” dublinesi. Sulle tracce del romanzo dell’autore irlandese Roddy Doyle, il cui coinvolgimento diretto è stato molto importante, hanno girato mezza isola, incontrato molte persone, mangiando e bevendo con loro e andando anche nella zona di Wexford e alla famosa scuola di cucina Ballymaloe, vicina a Cork.

Nelle scene iniziali, in primo piano c’è l’autostrada M11, che segue un lungo tratto della costa est, nell’Ireland’s Ancient East. Il film prende il via con un viaggio da sud verso nord e volendo tracciare un’idea di percorso per una vacanza si può atterrare proprio a sud, a Cork, e far cominciare l’itinerario da uno dei luoghi chiave del film.

La scuola di cucina

Cork può essere considerata la capitale gastronomica d’Irlanda e la scuola di cucina tanto importante nel film esiste davvero: è la Ballymaloe Cookery School, che si trova a Shanagarry, in mezzo alla campagna della contea di Cork. Ospita una farm biologica, giardini e serre e a chi vuole seguire i suoi corsi professionali (gli studenti arrivano da tutto il mondo) offre la possibilità di soggiornare in alcuni cottage in perfetto country style irlandese.

La sua cofondatrice Darina Allen, chef e autrice di oltre 20 libri di cucina, fa parte, tra le altre cose, dei membri fondatori dei Farmers’ Market ed è leader di East Cork Slow Food Convivia. È molto contenta che la Ballymaloe Cookery School sia entrata in un progetto corale così bello e le ricette tradizionali presenti nel libro donato dalla nonna Emer a Mary sono state scritte da lei. Oltre a quelli per aspiranti professionisti, la sua scuola offre corsi brevi tematici (anche online) adatti a tutti di mezza giornata o di una giornata intera.

Il piatto popolare del film è il Colcannon, ideale per i mesi freddi proprio per gli ingredienti di stagione con cui è fatto. Ogni famiglia ha il proprio segreto, ma per provarlo e portare nella propria cucina un po’ di suggestione irlandese, vale la pena provare la semplice ricetta regalata alla produzione proprio da Darina Allen, riportata nella nostra rubrica gastroviaggiante Cook&Go.

Verso Dublino: Wexford, Enniscorthy, Gorey, Arklow e Wicklow

Dopo aver fatto tappa alla scuola e un giro in un tempio della gastronomia come l’English Market di Cork, ospitato da un edificio vittoriano in mattoni rossi e incentrato sulle produzioni locali, il viaggio può rivolgersi a nord, godendosi la vista sul mare e i borghi ritratti da “Mary e lo spirito di mezzanotte”.

Il primo punto in cui fermarsi è Wexford, cittadina dal cuore medievale. Tra i luoghi di maggiore interesse, l’Abbazia di Selskar, dove Enrico II trascorse sei settimane di penitenza nel 1172 per il suo coinvolgimento nell’assassinio di Thomas Becket. In evidenza, la moderna Wexford Opera House, in pieno centro, che dal 1951 ospita il Wexford Festival Opera. Una curiosità cinematografica, nella contea di Wexford, un po’ più a nord del capoluogo, Spielberg scelse l’immensa Curracloe Beach per le scene dello sbarco in Normandia de “Salvate il soldato Ryan”.

Puntando un po’ verso l’interno, lungo la M11, la seconda località da vedere, sempre nella stessa contea è Enniscorthy con il fiume Slaney, e che ospita un castello del XIII secolo e vale la pena programmare lo stop di sabato, perché in Abbey Square, c’è l’Enniscorthy Farmers Market.

Sempre di sabato, per un viaggio legato al gusto, il mercato c’è anche in un’altra località che appare nel film, Gorey. È molto piccola, ma anche qui i produttori locali sono interessanti e per una birra artigianale, una colazione, un brunch o una cena, il posto giusto è Folk (www.myfolk.ie), nuovo locale, con una cifra stilistica informale, ma molto raffinato.

Dopo Gorey, uscendo dalla contea di Wexford, l’itinerario torna sulla costa, a Arklow, altro borgo dalle antiche origini vichinghe, nella contea di Wicklow. D’effetto la sua posizione sulla foce del fiume Avoca, con un museo marinaro, l’Arklow Maritime Heritage Museum, impreziosito da una collezione imperdibile per gli amanti del genere.

Ultimo stop prima di arrivare a Dublino, Wicklow, capitale dell’omonima contea, definita il Giardino d’Irlanda, nonché parte del cosiddetto triangolo vichingo. Fiore all’occhiello è Glendalough, un insediamento monastico fondato da St. Kevin nel VI secolo, con la famosa torre rotonda. Per acquisti di gusto, da segnare in agenda, la Glendalough Distillery. Tra le antiche tenute, interessante per l’artigianato locale è Russborough, che si sviluppa su 80 ettari di verde, esplorabili anche a piedi, tra sentieri, giardini e una dimora storica-museo: la comunità di artigiani (fabbri, ceramisti, scalpellini) che ospita è molto attiva.

Il viaggio finisce a Dublino, dove Mary attraversa St.Anne’s Park per andare da casa sua a quella di Ava e nell’appartamento della nonna Emer. Questa area verde, a ridosso della baia di Dublino, che si vede anche nel film, è la seconda della città e fa da scorciatoia per gli spostamenti di Mary. Appena fuori dal centro cittadino, a nord, tra i sobborghi di Raheny e Clontarf, è un polmone verde di 97 ettari, attraversato da un piccolo corso d’acqua. Oltre a una rete di sentieri, ospita l’arboretum cittadino con oltre 1000 specie di piante. Tra le cose curiose spiccano gli “scherzi” (tempietti, torri, archi…) voluti dalla famiglia Guinness, in passato proprietaria della tenuta. Una chicca gastronomica è Olive’s Room, nata nelle antiche scuderie Red Stables.

Redazione

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