Sono chef, sommelier, maÎtre, restaurant manager, fondatrici e titolari di ristoranti, produttrici e imprenditrici del settore enogastronomico. Si avvicina la Giornata della donna è un modo per celebrarla, e trovare ispirazione per un viaggio che sia anche occasione di incontro con le donne che investono nel turismo e nel territorio, può essere scoprire storie di vita di un lembo di Lombardia da visitare alla ricerca di esperienze enogastronomiche.
Ecco alcune delle loro storie raccolte da East Lombardy, realtà della Lombardia Orientale che ha l’obiettivo, tra gli altri, di mettere in primo piano la sostenibilità al servizio del territorio.
Bergamo e provincia
Ecco le due chef del ristorante La Fricca (Bergamo) – che prende il nome dall’omonima strega della passione – Paola Raimondi e Sonia Carminati nel 2001, a Bergamo dietro le antiche Mura di Città Alta, hanno iniziato la loro avventura: «Tutto nasce dall’amore del cibo e dalla voglia di avventurarsi in ciò che ci appassionava – spiega Sonia -, con sempre un focus ben specifico e fucina del nostro agire: ricercare costantemente la qualità per far vivere ai nostri ospiti un’esperienza che sia di buon cibo e buon vino».
Selezione e valorizzazione, in cucina, dei prodotti e del territorio è anche la cifra del rifugio gastronomico RistOrobie, di Paola Rovelli e Miriam Gozzi. Da oltre vent’anni in Località Piani dell’Avaro, a Cusio (Bergamo), nel ristoro, a gestione tutta al femminile, i piatti sono quasi tutti a km0 e riprendono la tradizione di montagna.
Il sogno di vivere tra i monti – in Valle Brembana – è stato inseguito da Roberta Ceruti che a Branzi (Bergamo), che oggi insieme ad Alex Quarteroni è alla guida dell’Agriturismo Alle Baite, un punto di riferimento turistico per l’accoglienza e l’ospitalità tutto l’anno.
Una folgorazione per il Moscato di Scanzo ha cambiato invece la vita di Daniela Martinelli che ha dato vita all’azienda agricola Cascina San Giovanni (Bergamo), dove oggi il vino non è l’unico protagonista. Dalle arnie allocate in vigna Maffioli si ottengono due mieli, millefiori e di castagno e si producono anche olio evo e confetture.
Brescia e provincia
Ci sono poi storie storia lunghe 154 anni di vita, come quella della Trattoria GA Porteri (Brescia). La storia inizia quando, nel 1875, la famiglia Porteri migra dalla Val Trompia in città, con l’intenzione di avviare una salumeria nel quartiere storico di Borgo Trento. Nel 1995, affianca un’attività di ristorazione. A Francesca Porteri è affidata la gestione della sala e dell’accoglienza del cliente. La trattoria bresciana è stata segnalata nella guida Michelin Italia per l’anno 2023.
Lungo la Strada del Vino Colli dei Longobardi, nel Parco Regionale Montenetto, si incontra un’altra storia lunga quattro generazioni. Quella di Anna Botti che a Capriano del Colle, conduce l’azienda agricola Tenuta La Vigna. Nel 1870 l’azienda era anche una distilleria. Oggi – seppur venga realizzata una grappa attraverso la distillazione delle vinacce di Marzemino, vitigno autoctono del Montenetto – la cantina si è specializzata nella produzione di vino.
Cremona
Laura Morelli nel 2004 apre in città il ristorante Tacabanda che, grazie alla passione di Laura (Barman Aibes) per il bere miscelato prima e per la cucina a bassa temperatura poi, diventa uno dei locali di riferimento in città.
A Cremona si cena anche nel Palazzo Barbò, antico palazzo nobiliare risalente al 1837, all’Hosteria 700, la cui brigata è affidata alla chef Marina Morelli, e che propone piatti della vera cucina cremonese, ma non solo, in un mix di tradizione ed innovazione
Mantova e provincia
Su piccoli tavoli in legno, nei pressi del centro storico di Mantova, vengono serviti – accompagnati da semplici tovagliette di carta – i piatti della tradizione culinaria virgiliana. Ecco nell’Antica Osteria ai Ranari, una delle più antiche di Mantova, ancora una volta un indirizzo enogastronomico a conduzione femminile, con Stefania Venezia, insieme ad Antonella Maddalena e Caterina Rebecchi.
Il viaggio si conclude a Commessaggio, presso la Corte Pagliare Verdieri, con la storia di una contadina bio. Dal 1994 Mimma Vignoli (oggi anche vicepresidente Aiab Lombardia) e la suocera Amedea coltivano 20 ha di terreno con metodo biologico. La produzione principale dell’Azienda Agricola biologica sono le uve, da cui viene ricavato il vino dell’antica varietà “Lambrusco Viadanese”. Qui, si coltivano anche uve di varietà Ancellotta, Lambrusco Salamino, Lambrusco di Sorbara.