La regina dell’on the road:
i cento anni della Route 66

foto da ufficio stampa
Cent’anni e non sentirli: la mitica Route 66 l’anno prossimo celebrerà il suo primo secolo e gli Stati Uniti si preparano a rendere omaggio a quella che viene anche chiamata la Mother Road, la madre di tutte le strade.

L’appuntamento ufficiale sarà l’l’11 novembre 2026: l’iconica strada che accompagna i viaggiatori alla scoperta di musei, attrazioni e delizie culinarie attraverso il Paese, da est a ovest taglierà il nastro dei cento anni in quella data.

Secondo un recente studio condotto da Brand Usa, i road trip figurano tra le tre esperienze turistiche che più attraggono i visitatori internazionali. Per rispondere a questa crescente domanda, l’ente insieme al segretario Sean Duffy e al Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti ha lanciato l’iniziativa Great American Road Trip, che mette in risalto oltre 250 luoghi iconici lungo le strade più celebri del Paese, inclusa naturalmente la leggendaria Route 66.

Le attrazioni da non perdere lungo la strada

Lungo la Route 66 non mancano le tappe imperdibili: si parte dal Route 66 Hall of Fame and Museum di Pontiac, Illinois, dove è possibile ammirare cimeli e scattare foto davanti al più grande murale del celebre cartello “Route 66”.

Il Missouri è noto per le sue numerose attrazioni lungo la Route: questa parte è ricca di curiosità, come la sedia a dondolo più grande del mondo e la seconda forchetta più grande del mondo a Springfield.

Sebbene breve con poco più di 20 km, anche il tratto del Kansas include diversi punti d’interesse per gli appassionati di storia, tra cui il Marsh Arch Bridge (Rainbow Bridge), il Baxter Springs Heritage Center & Museum e il Galena Mining & Historical Museum.

The Oklahoma Route 66 Museum di Clinton, in Oklahoma, racconta la storia della Route, com’è stata fondata e il periodo storico in cui nacque. I visitatori possono immergersi nel passato e scoprire come durante il Dust Bowl molte persone percorrevano questa via in cerca di una nuova vita. Non può mancare una sosta alla Blue Whale of Catoosa, a Catoosa, attualmente in fase di ristrutturazione in vista del centenario. A Luther, la storia prende vita alla Threatt Filling Station: costruita nel 1915, fu un punto di riferimento per i viaggiatori afroamericani lungo la Mother Road; inserita nel 2021 nella lista dei Most Endangered Places del National Trust for Historic Preservation, da allora ha vissuto una rinascita sia materiale che in termini di visibilità.

In Texas, ad Amarillo, si trova il Cadillac Ranch, una installazione artistica a cielo aperto, mentre a Santa Rosa, New Mexico, il Route 66 Auto Museum espone una collezione di auto d’epoca e cimeli.

Sempre in New Mexico, aprirà presto il nuovo West Central Route 66 Visitor Center ad Albuquerque, una struttura polifunzionale di 2.000 m² che ospita una collezione di insegne al neon, un museo, anfiteatro, sala conferenze, negozio di souvenir e spazi per eventi e mercati all’aperto. Inoltre, il progetto artistico “Route 66 Remixed”, in collaborazione con Meow Wolf, Refract Studio e artisti locali, trasformerà la Central Avenue in un “road trip artistico” con installazioni su larga scala ed esperienze digitali che celebrano le tradizioni locali. Le installazioni comprendono esperienze di realtà aumentata in location come il Guild Theater e l’Albuquerque Museum Sculpture Garden, oltre ad opere fisiche tra cui sculture e la decorazione del bus Albuquerque Rapid Transit. I visitatori potranno esplorare i singoli siti oppure seguire un itinerario tramite un’interfaccia web. Hakim Bellamy, il primo poeta laureato di Albuquerque, sarà il narratore e racconterà l’esperienza del road trip.

A ovest nello stato dell’Arizona si trova il Petrified Forest National Park, l’unico parco del sistema dei Parchi Nazionali a includere un tratto della storica “Mother Road”. L’Arizona ospita anche alcune tra le attrazioni più particolari sulla Route 66 come il Jack Rabbit Trading Post a Joseph City, o la città di Winslow, resa celebre dalla nota canzone degli Eagles “Take It Easy”, e Kingman, sede dell’Arizona Route 66 Museum e il Route 66 Electric Vehicle Museum.

Dopo aver attraversato ben otto Stati per una lunghezza che sfiora gli 8mila km, la Route termina in California, all’iconico Santa Monica Pier, che ospita un parco divertimenti con vista sull’oceano. Ma prima di arrivarci, vale la pena visitare il sito e museo del primo McDonald’s, appena fuori dalla Route 66 a San Bernardino, e l’Elmer’s Bottle Tree Ranch nel Deserto del Mojave. Alla fine del percorso, a Santa Monica, i visitatori possono vedere l’insegna “End of the Trail” sul molo come simbolica conclusione della Mother Road, con vista sull’oceano e la costa, a pochi passi dal “West Coaster” del Pacific Park, la giostra a tema Route 66.

foto da ufficio stampa

I soggiorni più stravaganti e lussuosi

In Arizona, il Wigwam Motel a Holbrook è uno dei punti di riferimento più simbolici della “Main Street Usa”. Da decenni, questo motel a forma di tepee accoglie ospiti con il suo fascino vintage. È incluso nel National Register of Historic Places, registro nazionale dei luoghi storici.

Sempre in Arizona, l’Americana Motor Hotel si trova lungo la Route 66, a circa un’ora e mezza di auto sia dal Grand Canyon che dal Petrified Forest National Park. La struttura retro-futuristica dispone di 89 camere dal design ispirato all’abbigliamento sciistico anni ’70 e offre servizi come una piscina riscaldata, un ampio giardino con bracieri, telescopi per l’osservazione delle stelle, biciclette a noleggio, colonnine per veicoli elettrici, un’area recintata per gli animali domestici (“Barkyard”) e cucina messicana in stile Sinaloa al ristorante Baja Mar.

In Oklahoma, The Colcord Hotel è un hotel storico della catena Hilton situato nel centro di Oklahoma City, all’interno del primo grattacielo costruito in città, un edificio del 1910 incluso nel National Register of Historic Places e riaperto nel 2006 da Coury Hospitality. L’hotel combina l’eleganza del primo Novecento con il comfort moderno e un servizio personalizzato.

Sempre a Oklahoma City, The National, Autograph Collection si trova nel famoso edificio del 1931 della First National Bank, uno dei più preziosi esempi architettonici della città. Dopo un importante restauro, l’hotel unisce la grandiosità del passato all’eleganza dell’ospitalità dei giorni d’oggi, con quasi 150 camere di lusso e oltre 230 metri quadrati di spazio per eventi. Elementi originali come murali, porte di caveau, colonne in pietra e sportelli bancari sono stati conservati, riportando in vita la storia di Oklahoma fatta di petrolio, finanza e ambizione.

Più avanti, a Tulsa, The Campbell Hotel offre camere a tema, come la Leon Russell Room, la Art Deco Room o la Oil Barons Room. Gli ospiti possono godere di servizi di lusso in questo hotel restaurato in stile revival coloniale spagnolo.

The Barfield, Autograph Collection invece si trova a pochi passi dalla Route 66 ad Amarillo, in Texas. Situato nell’edificio secolare Oliver–Eakle–Barfield, anch’esso nel National Register of Historic Places, l’hotel fonde l’architettura storica con l’ospitalità sofisticata del Sud.

Road trip culinario

Durante il tragitto, è possibile fermarsi in uno dei tipici diner: partendo da Chicago, proprio all’inizio si trova Lou Mitchell’s, che serve colazione tutto il giorno e prodotti da forno preparati secondo ricette di famiglia. Il ristorante aprì addirittura prima della nascita della Route 66, nel 1923, ed è stato il primo locale a Chicago a servire la colazione per tutto il giorno. I bignè donut holes sono il marchio di fabbrica del diner, offerti a ogni cliente appena entra.

Per un assaggio di cucina internazionale, vale la pena visitare il Mother Road Market lungo la Route 66 a Tulsa, Oklahoma, l’unica food hall no-profit dello stato che ospita bancarelle che propongono piatti africani, giapponesi, brasiliani, cajun e molto altro. Più avanti si trova The Rock Cafe a Stroud, Oklahoma. La proprietaria, Dawn Welch, è stata l’ispirazione per il personaggio di Sally nel film Pixar Cars. Il locale aprì nel 1939, ma dopo un incendio nel 2008 fu chiuso per restauri e riaprì l’anno successivo.

In Arizona, i viaggiatori possono fare una sosta al Delgadillo’s Snow Cap Drive-In a Seligman, dove si servono piatti semplici come panini di pollo, frappè o granite, mentre a Victorville, California, Emma Jean’s Holland Burger Café propone ancora le ricette originali di Emma Jean, oggi preparate dai suoi figli.

Chi desidera raggiungere la fine ufficiale della Route in California può fermarsi al Mel’s Drive In all’incrocio tra Lincoln e Olympic Boulevards, dove è possibile osservare i cartelli che segnalano il termine del percorso mentre si gustano i classici piatti dei diner americani. Questo locale, situato in un edificio storico degli anni ’50, cattura l’essenza della tradizione dei diner della Route 66, con la presenza di un colorato murale “California 66” nel parcheggio, di numerosi cimeli da road trip e di un mosaico dedicato alla Route 66 all’ingresso del ristorante.

Le foto pubblicate sono state inviate dall’ufficio stampa.
I tag dell'articolo
, ,