Israele continua a sorprendere con le scoperte archeologiche che riportano alla luce la sua storia millenaria. Dopo i relitti al largo di Cesarea oggi arriviamo vicino al lago di Galilea per raccontare i dettagli di un altro ritrovamento.
Si tratta di Ohalo II, risalente a 23.000 anni fa, occupato alla fine della massima espansione dell’ultima era glaciale, che si è cominciato a scoprire nel 1989, in seguito a condizioni di siccità che hanno abbassato di diversi metri il livello dell’acqua del Lago di Galilea. Gli scavi sono stati effettuati tra il 1989-1991 e di nuovo tra il 1998-2001. Il sito si estende per 2000 metri e si trova vicino alla punta meridionale della zona moderna del Lago di Galilea, a circa 9 km a sud di Tiberiade.
Contiene i resti di sei capanne a cespuglio di forma ovale, focolari a cielo aperto, la tomba di un maschio adulto, oltre a varie installazioni e cumuli di rifiuti. Inoltre, abbondanti materiali organici e inorganici forniscono una ricchezza di informazioni sullo stile di vita dei pescatori, cacciatori e raccoglitori che abitavano quest’area. Tanto che ora il ritrovamento è stato raccontato anche da uno studio pubblicato sulla rivista Plos One dal team dell’Istituto di Archeologia dell’Università Ebraica di Gerusalemme (Hu). Attraverso un’attenta analisi della varietà e dell’uso dei resti di animali, il team ha concluso che questi sopravvissuti all’ultima era glaciale prosperavano mentre la maggior parte dei loro contemporanei, in altre parti del mondo, erano quasi affamati, a causa delle temperature estremamente fredde.
Da un’attenta analisi di 22.000 ossa di animali rinvenute nel sito, tra cui gazzelle, cervi, lepri e volpi, nonché documentazione precedente sul numero di resti di piante carbonizzate, strumenti di selce e chicchi di cereali, il team ha concluso che Ohalo II presenta un quadro di sussistenza diverso rispetto alla maggior parte degli altri siti del periodo Mesolitico.
Le oscillazioni climatiche durante l’ultimo periodo della massima glaciazione hanno avuto effetti minimi sull’Alta Valle del Giordano, in particolare vicino a Ohalo II, consentendo a quelle persone di utilizzare un’ampia nicchia ecologica composta da varie piante commestibili, mammiferi, rettili, uccelli e pesci. Secondo il team dei ricercatori Ohalo II è un importante esempio di una vera economia ad ampio spettro durante l’ultima era glaciale.