A Milano è scattata la febbre Olimpiadi: tra il grande albero di Natale in piazza Duomo, luminarie a tema e i temporary store del merchandising ufficiale, il capoluogo meneghino è pronto al conto alla rovescia.
E in attesa del grande evento di febbraio anche la cultura partecipa: nello spazio museale Fondazione Luigi Rovati ha aperto la mostra I Giochi Olimpici. Una storia lunga tremila anni, realizzata in occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano Cortina 2026. La Fondazione Luigi Rovati, museo dove l’arte etrusca è in dialogo con l’arte contemporanea, dedica una grande esposizione alla storia, ai protagonisti e ai valori dei giochi atletici dall’antichità a oggi, in coproduzione con il Museo Olimpico e con il Musée cantonal d’archéologie et d’histoire di Losanna.
Alle origini dell’ideale olimpico
Il percorso espositivo ripercorre le origini e l’evoluzione dell’ideale olimpico, nella continuità dei valori di eccellenza, rispetto e amicizia. Dalla Grecia antica e dai giochi che celebravano la pace tra le città, alla visione di Pierre de Coubertin, padre delle Olimpiadi moderne, emergono i principi che animano ancora oggi il Movimento Olimpico. Articolata in cinque sezioni tematiche tra piano nobile e ipogeo, la mostra affianca reperti archeologici e materiali dei Giochi moderni, mettendo in relazione pratiche sportive, ruolo
dell’atleta, disciplina, premi e cerimoniali. Le competizioni antiche e contemporanee rivelano un filo conduttore che lega sport, cultura e ritualità collettiva. Dalle corse di Olimpia alla torcia che attraversa i continenti, il visitatore è guidato in un racconto che unisce memoria, identità e partecipazione.
I cimeli
Il percorso si apre nell’atrio con due icone dello sport italiano: la tuta da sci autografata da Alberto Tomba per Nagano 1998 e il costume Scintille di Passione, indossato alla cerimonia inaugurale di Torino 2006. Nella Sala Azzurra, strigili e unguentari greci ed etruschi sono avvicinati ai kit distribuiti agli atleti del XX secolo, da Helsinki 1952 a Innsbruck 1964, confermando la persistenza di gesti e rituali legati alla preparazione atletica. Le rappresentazioni di giovani atleti su vasi, lucerne e monete illustrano la costruzione dell’immagine pubblica del campione, anticipando le dinamiche mediatiche contemporanee.
Un ambiente specifico è dedicato alla torcia olimpica – da Berlino 1936 a Milano Cortina 2026 – simbolo introdotto nel 1936 e oggi elemento centrale dei Giochi. La sua storia rimanda alle lampadoforie greche, mentre manifesti ufficiali e divise nazionali documentano la costruzione dell’identità visiva di ciascuna edizione. Ampio spazio è riservato alle discipline dell’antichità – corsa, salto, disco, giavellotto, lotta e pugilato – presentate attraverso un confronto diretto tra iconografie vascolari e attrezzi moderni. Dalla maglia di Usain Bolt alle scarpe da corsa di Michael Johnson, dai guantoni di Pierre de Coubertin alle scarpe di Mijaín López Núñez, fino al giavellotto autografato di Jan Železný, ogni cimelio testimonia la straordinaria durata dei valori sportivi. Molti di questi oggetti, donati da grandi campioni, lasciano per la prima volta il Museo Olimpico.
Nel piano ipogeo, la sezione dedicata alla vittoria approfondisce il significato culturale del trionfo: dalle corone di ulivo consacrate a Zeus e dalle anfore panatenaiche alle medaglie moderne introdotte nel 1896, pensate come vere opere d’arte. L’accostamento mette in luce la continuità di un gesto che attraversa le epoche e restituisce alla vittoria una dimensione simbolica condivisa.
Il percorso si conclude nel Padiglione d’arte con una grande timeline fotografica che ripercorre i momenti chiave della storia olimpica, dal 776 a.C. a Milano Cortina 2026.

La Tomba delle Olimpiadi
Per la prima volta in Italia, esce dal Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia la Tomba delle Olimpiadi (530–520 a.C.), oggi di competenza del Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia. Scoperta nel 1958, alla vigilia delle Olimpiadi di Roma 1960, la tomba prende
il nome dalle scene sportive che ne decorano le pareti. Grazie al progetto di realtà virtuale sviluppato da Skylab Studios, è possibile esplorarla anche in versione digitale con contenuti interattivi.
Dal Museo Olimpico di Losanna arrivano medaglie, attestati, fiaccole e attrezzi appartenuti a figure chiave della storia dei Giochi. Tra questi, i guantoni da boxe di Pierre de Coubertin e la maglia di Usain Bolt (Beijing 2008), esposta per la prima volta a Milano.
Tra i prestiti più significativi figurano i reperti greci, etruschi e romani provenienti dal Musée cantonal d’archéologie et d’histoire (Losanna), dai Musei Vaticani, dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, da altre importanti istituzioni italiane e dalla collezione della
Fondazione Luigi Rovati.
Un’attenzione particolare è dedicata al tema dell’inclusione: dal carattere elitario dei giochi antichi alla piena parità di genere raggiunta a Parigi 2024, in un percorso che racconta l’apertura dei Giochi a una partecipazione sempre più universale.