Arezzo celebra Giorgio Vasari e l’arte del Rinascimento

foto da ufficio stampa
Arezzo è tutta da scoprire in nome dell’arte sulle orme di un aretino illustre del passato, grazie a un percorso tra itinerari e esposizioni, articolato in 10 mostre tra opere monumentali e documenti rari.

L’occasione sono i 450 anni dalla morte di Giorgio Vasari. “Arezzo. La città di Vasari” è il titolo del progetto che, da maggio 2024 a febbraio 2025, connetterà musei, biblioteche e archivi aretini per celebrare il pittore, architetto e storico dell’arte divenuto emblema del genio poliedrico tardo rinascimentale. Una geografia artistica per scoprire un organismo urbano ricco di suggestioni, capace di rievocare il contesto in cui visse e operò uno dei massimi protagonisti del Cinquecento, in relazione alla città che lo vide nascere e dove scelse di stabilirsi insieme alla moglie Niccolosa Bacci, ai suoi dintorni e al più vasto ambito storico e culturale di cui fu interprete. L’iniziativa è promossa e organizzata da Comune di Arezzo, Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo. 

Ma perché Arezzo si può  definire “la città di Vasari” se  l’autore de “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori” trascorse gran parte della sua vita tra la corte medicea di Firenze e Roma? Perché è ad Arezzo che si legano le origini della sua famiglia sin dall’arrivo del nonno, Giorgio di Lazzaro Taldi da Cortona, nel corso del XV secolo. Un legame di sangue – come testimoniato dai documenti provenienti dal suo archivio – che si intreccia all’impronta artistica con cui lasciò ricordo indelebile sulla città, dalle Logge di Piazza Grande a Casa Vasari, fino al progetto di trasformazione della badia delle Sante Flora e Lucilla e ai dipinti che impreziosiscono le chiese della Santissima Annunziata e della SS. Trinità.

Da qui il progetto di collegare, come in una mappa, diversi luoghi della città, la Biblioteca Città di Arezzo, la Casa Museo Ivan Bruschi, la Fraternita dei Laici, la Galleria Comunale d’arte Moderna e Contemporanea, il Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate”, il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna, il Museo di Casa Vasari, il Museo diocesano di Arte sacra, l’Archivio di Stato e il Museo Orodautore. Sono tutti siti dove vengono conservati opere e documenti vasariani.

Fulcro dell’iniziativa, a cui si affiancheranno itinerari sul territorio ed eventi collaterali, sarà una grande mostra internazionale, a cura di Cristina Acidini, con la collaborazione di Alessandra Baroni, che vedrà arrivare – o tornare – ad Arezzo opere da importanti collezioni internazionali, con l’obiettivo di porre l’accento sul patrimonio di invenzioni sacre e profane messe a profitto da Vasari per la gloria del granduca Cosimo I, suo protettore dal 1550 alla morte.     La grande esposizione, dal titolo “Giorgio Vasari. Il teatro delle Virtù”, si terrà presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea. 

Non mancheranno manufatti altamente simbolici a rappresentare il potenziale evocativo dell’allegoria, in particolare la Chimera, bronzo etrusco rinvenuto nel 1535 durante i lavori di scavo effettuati intorno al baluardo di San Lorentino ad Arezzo, per volere di Cosimo de’ Medici ed entrato immediatamente nelle collezioni ducali.

Ecco alcuni eventi in calendario:  nel mese di giugno un itinerario pensato da Francesca Chieli dal titolo Honorato e Gratiosa. La Loggia di Giorgio Vasari“ illustrerà, attraverso una ampio corpus documentario, la genesi e lo sviluppo di una delle imprese architettoniche più importanti per Arezzo, le Logge vasariane, oltre ad altre preziose testimonianze sulla vita dell’artista.

In settembre ancora tre tasselli arriveranno ad arricchire il progetto. “Costruire un’immagine di sé: Giorgio Vasari attraverso le sue carte”, mostra documentaria a cura di Ilaria Marcelli negli spazi dell’Archivio di Stato, che col prezioso sussidio del patrimonio archivistico vasariano espone le carte relative alla famiglia dell’artista, e alla corrispondenza col granduca Cosimo I, entrambe accomunate dalla volontà di Vasari di condizionare la memoria che i contemporanei prima e i posteri poi avrebbero avuto della sua figura e del suo lavoro (fino a febbraio 2025).