A fine settembre in Molise è tempo di Jazz’Inn, il festival che fa scoprire il territorio tra laboratori collettivi, eventi diffusi e sfide proposte da imprese, enti e startup.
Un viaggio che quest’anno, dal 29 settembre al 3 ottobre, porterà chi partecipa non solo dentro i tavoli di lavoro e i laboratori di innovazione, ma anche tra le pietre, i vicoli e i paesaggi che raccontano l’anima più profonda del Molise. Perché innovare un territorio significa anche conoscerlo, respirarne la storia, viverne la cultura.
Campobasso sarà il cuore del festival, con il suo Castello Monforte che veglia sulla città e il Museo dei Misteri L’energia di Jazz’Inn si diffonderà poi nei borghi e nelle aree interne, trasformando il Molise in un laboratorio a cielo aperto. Da Baranello a Busso, Campodipietra, Campolieto, Castelbottaccio, Ferrazzano, Mirabello, Montagano, Pietracupa, Ripalimosani, Oratino, San Giovanni in Galdo e Toro che diventeranno per cinque giorni laboratori diffusi di innovazione e comunità.
Il viaggio non si fermerà qui. Chi vorrà potrà spingersi fino a Sepino, la “Pompei del Molise”, con l’area archeologica di Altilia che riporta indietro nel tempo tra cardini e decumani romani perfettamente conservati. Oppure raggiungere Pietrabbondante, con il suo teatro sannitico immerso nel paesaggio, testimonianza della civiltà italica che ha preceduto Roma. O ancora Isernia, con il suo Paleolitico che ci ricorda che queste terre custodiscono una memoria lunga centinaia di migliaia di anni.
Jazz’Inn è anche un invito a scoprire il territorio, le strade dei tratturi, le antiche vie della transumanza oggi patrimonio Unesco. L’innovazione dialogherà con la cultura materiale, con i sapori autentici e con un’ospitalità che in Molise resta ancora genuina e sorprendente.
Per facilitare questo incontro tra festival e territorio, Fondazione Ampioraggio lancerà due applicazioni sviluppate da Nmu City Roaming: JMob, dedicata alla mobilità verso e all’interno del territorio, e JCamp, pensata per accompagnare i visitatori alla scoperta dei luoghi. Le app, disponibili dopo metà settembre sugli store, saranno messe a disposizione di chi partecipa e delle comunità locali come strumenti di servizio e valorizzazione del patrimonio molisano.
Accanto ai tavoli di lavoro, il festival invita a scoprire 10 meraviglie del Molise, un itinerario che attraversa castelli, santuari, aree archeologiche e tradizioni millenarie, per raccontare l’anima più autentica della regione.
Castello Monforte e Museo dei Misteri, Campobasso
Il simbolo della città, che veglia da secoli sul capoluogo molisano. Il Castello Monforte domina Campobasso dall’alto dei suoi 808 metri, attribuito tradizionalmente a Ugo II di Molise, sopra un antico insediamento sannitico. Ricostruito dopo il terremoto del 1348 e rinnovato da Nicola di Monforte nel Quattrocento, conserva torri, merli guelfi e lo stemma con la croce e le quattro rose. I sotterranei, avvolti nel mistero, furono in parte usati come prigioni. Oggi la grande torre ospita la Stazione meteorologica dell’Aeronautica Militare. Dalla terrazza lo sguardo abbraccia un panorama che spazia dall’Abruzzo alla Puglia, restituendo tutta la forza simbolica del maniero.
Area archeologica di Sepino, “La Pompei del Molise”
L’antica Altilia conserva strade, foro, terme e basilica romana quasi intatti. Passeggiare qui è un viaggio nel tempo, a pochi chilometri dal borgo di Sepino, che completa l’esperienza con il suo centro medievale. L’area archeologica di Saepinum, nota anche come Altilia, si estende su circa 12 ettari nella valle del Tammaro ed è cinta da una portentosa murazione romana corredata da quattro porte monumentali e torri circolari. i. La città si sviluppò a partire dal II secolo a.C., dopo la conquista romana del Sannio (293 a.C.) con un tracciato ordinato di cardo e decumano, attorno ai quali si dispongono basilica, teatro, foro, terme e fontane. Il teatro, tra gli edifici meglio conservati, testimonia l’importanza culturale del centro, mentre il Museo della città e del territorio espone reperti preziosi dell’antica comunità locale.
Teatro e tempio sannitico, Pietrabbondante
Il Santuario Italico di Pietrabbondante, situato a circa 966 m di altitudine sul versante del Monte Saraceno, rappresenta il più significativo luogo di culto della civiltà sannitica dei Pentri. Qui, teatro e tempio si confrontano in un’imponente architettura teatrale. Il complesso monumentale, progettato tra II e I secolo a.C., si staglia scenograficamente sulla valle del Trigno, comunicando con l’intero territorio circostante fin nell’orizzonte.
Museo Nazionale del Paleolitico, Isernia
Il Museo Nazionale del Paleolitico di Isernia custodisce uno dei giacimenti preistorici più importanti d’Europa, scoperto negli anni ’70 e risalente a circa 700.000 anni fa. Qui si possono ammirare i resti di grandi animali come elefanti, bisonti e ippopotami, accanto a testimonianze dirette della presenza umana, tra cui strumenti in pietra scheggiata. L’allestimento, moderno e interattivo, consente di ripercorrere la vita quotidiana dell’homo erectus che abitava queste terre. A pochi passi dal museo, l’area archeologica di Isernia La Pineta rende tangibile il legame tra ricerca scientifica e territorio. Un luogo che racconta le origini stesse dell’uomo, incastonato nel cuore del Molise.
Castello Angioino e street art, Civitacampomarano
Qui la storia medievale incontra l’arte contemporanea. Il borgo, dominato dal Castello Angioino, si è trasformato grazie al festival CVTà Street Fest, che ha portato artisti da tutto il mondo. Muri antichi e murales convivono. Il Castello Angioino di Civitacampomarano, antico baluardo medievale che domina il borgo, si fa teatro di una metamorfosi culturale grazie ai murales del festival CVTà Street Fest. Le facciate delle case di pietra si trasformano in tele a cielo aperto, raccontando storie, simbologie e emozioni con i colori dei più grandi artisti internazionali.
Teatro del Loto, Ferrazzano
Il Teatro del Loto di Ferrazzano, spesso definito il più bel “piccolo teatro d’Italia”, è un gioiello culturale incastonato nel cuore del borgo in pietra che domina Campobasso dall’alto dei suoi 850 metri. La sua architettura, curata nei dettagli e sorprendente per eleganza, rende omaggio all’arte e alla comunità, trasformando un paese di poche anime in un punto di riferimento nazionale per il teatro contemporaneo. Ferrazzano, noto anche come terra d’origine dei nonni di Robert De Niro, è un belvedere artistico sul Molise. Passeggiando tra le sue stradine di pietra, si percepisce come il teatro sia parte integrante della vita del borgo.
Fonderia Marinelli e Museo delle Campane, Agnone
Il Museo delle Campane Marinelli, adiacente all’antica Pontificia Fonderia attiva ad Agnone da quasi un millennio, custodisce la memoria di un’arte che ha fatto risuonare il Molise nel mondo. Tra teche, documenti e antichi trattati, si ripercorre la storia della fusione delle campane, con testimonianze che attraversano i secoli. Il museo è anche officina viva, dove ancora oggi i maestri artigiani plasmano bronzo e fede secondo le tecniche tradizionali.
Santuario dell’Addolorata, Castelpetroso
Il Santuario dell’Addolorata a Castelpetroso è un gioiello neogotico immerso nel silenzio delle colline molisane, sorto in risposta alle apparizioni mariane del 1888. La sua architettura, fiabesca ed elegante, evoca una spiritualità viva e accogliente, mentre gli ambienti interni favoriscono la preghiera e il raccoglimento. Situata a pochi minuti da Campobasso, questa chiesa è meta di pellegrinaggio e riflessione, e trasmette un senso di pace profondamente radicato nella mantellata valle circostante.
Abbazia di San Vincenzo al Volturno, Rocchetta a Volturno
L’imponente Abbazia di San Vincenzo al Volturno sorge nell’alta valle del Volturno, tra Castel San Vincenzo e Rocchetta, su una fertile piana circondata da alte montagne. Fondata nel 703 da monaci beneventani, divenne in epoca carolingia una maestosa città monastica, fiorente centro culturale e spirituale sotto la protezione di Carlo Magno. Col tempo fu devastata da terremoti, invasioni saracene e guerre, ma le sue rovine evocano ancora il passato glorioso di un’Europa medievale rigenerata dopo il silenzio. Oggi, l’abbazia accoglie visite e ospita nuove comunità benedettine, offrendo teatro a resti archeologici, affreschi, cripte e un’atmosfera sospesa tra memoria e rinascita.
I tratturi della transumanza, patrimonio Unesco
Antiche vie erbose, larghe fino a 111 metri, che collegavano Abruzzo e Puglia. Oggi sono percorsi da riscoprire a piedi, in bici o a cavallo, tra natura incontaminata e tradizione pastorale. Un’esperienza lenta che racconta il rapporto millenario tra uomo e paesaggio.