Dall’antichità ai giorni nostri, le donne del Perù hanno lasciato un’impronta profonda nei più disparati aspetti della vita del Paese, che vale la pena scoprire in un viaggio al femminile con l’approssimarsi dell’8 marzo.
Le donne peruviane da sempre svolgono un ruolo fondamentale nel plasmare la cultura e il tessuto identitario del Paese, con un impatto che attraversa secoli di storia. Dall’antichità ai giorni nostri, la loro forza e visione segnano profondamente le tradizioni, lo sport, l’arte, la musica e la gastronomia. Oggi, questo patrimonio in continua evoluzione si offre a chiunque desideri scoprire la sua ricchezza, tra paesaggi e tradizioni vive. Ecco alcune tra le storie più interessanti.
La regina delle onde
Nata a Punta Hermosa, rinomata meta per surfisti a breve distanza da Lima, Sofía Mulánovich è stata la prima sudamericana a conquistare un titolo mondiale di surf e a entrare nella Surfing Hall of Fame. La sua brillante carriera l’ha vista trionfare nel 2004, vincendo il titolo mondiale e consolidando il Perù come punto di riferimento per il surf a livello internazionale.
Con una costa che si estende per oltre 2.250 km lungo l’Oceano Pacifico, il Perù offre alcuni dei migliori spot al mondo per gli appassionati di questo sport. Tra i più celebri figurano Punta Hermosa, a Lima, dove Sofía ha iniziato la sua carriera e dove le onde possono raggiungere gli 8 metri di altezza, e Chicama, nella Regione di La Libertad, rinomata per l’onda sinistra più lunga del pianeta.
Esplorare il Perù attraverso il surf significa immergersi in una natura selvaggia e riscoprire le origini di questa pratica. Le prime testimonianze di uomini in grado di solcare le onde su particolari mezzi risalgono, infatti, all’antico Perù e ancora oggi, nelle regioni di La Libertad e Lambayeque, nel nord del Paese, i pescatori utilizzano i caratteristici caballitos de totora, imbarcazioni di giunco impiegate da oltre 2000 anni.
Voci dell’anima peruviana
La musica peruviana deve molto a figure che hanno saputo raccontare il cuore pulsante del Perù attraverso le loro voci. Tra queste, Chabuca Granda ha rivoluzionato il valzer criollo con le sue composizioni eleganti e poetiche, che evocano le atmosfere di Lima e celebrano personaggi leggendari. Le sue canzoni hanno attraversato i confini e condotto il folklore peruviano nei teatri di tutto il mondo. A Barranco, il quartiere bohemien di Lima, l’eredità di Chabuca Granda continua ad essere celebrata, come nel celebre murale dell’artista Eric Cárdenas. Tra le sue storiche vie e nelle vivaci peñas, locali come La Oficina o Don Porfirio preservano la tradizione criolla, dove folklore, musica e ballo mantengono viva l’anima culturale della capitale.
Susana Baca ha, invece, dedicato la sua carriera a celebrare la musica afro-peruviana, radicata nelle comunità di discendenza africana del Perù. Baca ha portato queste sonorità sulla scena internazionale, vincendo i Latin Grammy e diventando ministra della Cultura. Le sue canzoni, intrise di ritmi travolgenti, raccontano la forza e la bellezza di queste comunità, il cui spirito continua a vivere nei locali di Lima e, soprattutto, a Chincha, nella regione di Ica. Questa terra, culla della cultura afro-peruviana, si anima ogni anno con festival e celebrazioni tradizionali che trasformano le strade in un vibrante omaggio alla loro eredità.
La cucina delle donne
La cucina peruviana è un viaggio sensoriale che fonde tradizione, cultura e innovazione. Talentuose chef, come Pía León – miglior chef donna al mondo nel 2021 secondo The 50 Best Restaurants –, celebrano la biodiversità del Perù con piatti contemporanei e sostenibili ispirati alle Ande, alla Costa e all’Amazzonia. Nel suo ristorante Kjolle, a Lima, Pía rende omaggio alla ricchezza culinaria del Paese. Lima, capitale gastronomica del Sud America, è il palcoscenico ideale con mercati locali, huariques tradizionali e ristoranti conosciuti. La città, infatti, ospita sette ristoranti inclusi nella lista dei 50 Best Latin America 2024 e tre fanno parte della classifica World’s 50 Best 2024, tra cui Kjolle, al 16° posto.
Mónica Huerta preserva invece la tradizione delle picanterías di Arequipa attraverso La Nueva Palomino, offrendo un’esperienza gastronomica che esalta ingredienti autoctoni, come il mais nero, simbolo di una storia millenaria e protagonista dei sapori unici della regione. Le picanterías, espressione moderna di un’antica tradizione, devono il loro nome ai piatti tipicamente piccanti, spesso accompagnati dalla chicha, una bevanda a base di mais fermentato che ne bilancia i sapori. Tra le specialità più rappresentative spicca il rocoto ripieno, peperoncino farcito con carne macinata, formaggio, uova e olive, coperto di formaggio fuso. Mentre la domenica mattina è consuetudine servire l’adobo, stufato di lombo di maiale, peperoncino, cipolla e chicha de jora, che racchiude l’autenticità della cucina arequipeña.
Nel nord del Perù, la cucina della regione di Lambayeque prende vita nel ristorante El Cántaro, fondato da Juanita Zunini e oggi guidato dal figlio, custode di antichi sapori e tecniche di cottura. Qui, ingredienti locali come la zucca loche, il mais e la yucca si trasformano in piatti che esaltano la ricchezza gastronomica del territorio.
Arte mistica tra mitologia e identità
Tilsa Tsuchiya, influenzata dalla mitologia andina e dalle tradizioni giapponesi, ha plasmato l’arte peruviana con il suo stile. Le sue opere riflettono la profondità della cultura peruviana, unendo simbolismi ancestrali e sensibilità moderne.
È stata inoltre la prima artista donna a donare un’opera al Museo d’Arte di Lima (Mali), nel cuore del Parco dell’Esposizione, arricchendo una collezione che oggi racconta 3.000 anni di storia artistica del Perù. Nel 2022, il suo dipinto Tristano e Isotta è stato venduto all’asta da Sotheby’s per 882.000 dollari, diventando l’opera peruviana più costosa mai registrata e superando il precedente record di 682.000 dollari.
Visitare il Perù è anche un’opportunità di esplorare le creazioni di grandi artiste, esposte in luoghi tra cui il Mali e il Museo di Arte Contemporanea di Lima (Mac). Quest’ultimo, con la sua collezione di arte contemporanea e situato nel quartiere di Barranco, è l’ideale per apprezzare l’evoluzione delle arti visive in Perù, che si afferma sempre più come un crocevia di talenti, dove il dialogo tra passato e futuro prende forma anche attraverso l’arte.
Il potere femminile nell’antico Perù
Fin dall’antichità, il Perù ha celebrato figure femminili legate anche al misticismo e al potere, e ancora oggi le loro tracce sopravvivono nei siti archeologici e nelle tradizioni del Paese. Tra i ritrovamenti più significativi, quello della Dama dei Quattro Tupus, scoperta nel 2016 ad Áspero, sito archeologico nella regione di Lima, ha offerto nuove testimonianze sul ruolo delle donne nella civiltà Caral. Risalente a circa 4.000 anni fa, questa donna – sepolta con un raffinato corredo – conferma ulteriormente il ruolo fondamentale delle donne anche nella sfera politica e sociale delle antiche civiltà peruviane.
La Signora del Cao fu invece scoperta nel 2005 e fu una figura di spicco della civiltà Mochica. Venne sepolta con numerosi emblemi di prestigio, mentre la sua mummia presenta intricati tatuaggi dal profondo significato mistico. Oggi, le sue spoglie e il ricco corredo funerario – custoditi nel moderno Complesso Archeologico di El Brujo, nella Regione di La Libertad – raccontano la storia di questa affascinante civiltà. Esplorare il Perù significa anche seguire le orme di queste donne, scoprendo la loro eredità nei musei e nei siti archeologici che ancora oggi celebrano la loro importanza.