Tris di mostre da non perdere: impressionisti, McCurry, etruschi

foto da ufficio stampa
Fotografia per viaggiare nel mondo, archeologia che si fonde con il Novecento, i grandi artisti del passato tra i più amati: entra nel vivo la stagione delle mostre in Italia, e qui vi raccontiamo tre esposizioni in arrivo che valgono un weekend fuori porta.

La Normandia degli impressionisti a Firenze

Le mostre in giro per l’Italia e l’Europa continuano a celebrare i 150 anni della nascita dell’Impressionismo e all’amato movimento artistico è dedicata anche un’esposizione in arrivo a Firenze. Dal 21 novembre 2024 al 4 maggio 2025 arriva “Impressionisti in Normandia“, che porta nel capoluogo toscano opere di maestri come Monet, Renoir e Boudin. L’appuntamento è al Museo degli Innocenti, dove si potrà viaggiare alla scoperta del movimento pittorico che ha rappresentato una rivoluzione contro le convenzioni accademiche e artistiche di fine Ottocento. La sua nascita ufficiale viene fatta coincidere con l’esposizione organizzata nel 1874 da un gruppo di artisti indipendenti nello studio del fotografo Nadar, che non fu accolta con favore dal critico Louis Leroy. Una delle opere in mostra era proprio Impressione, Levar del sole, di Claude Monet, da cui derivò il nome della corrente.

La natura, la pittura en plein air, sono protagoniste nell’Impressionismo, e tra i paesaggi che più hanno affascinato i pittori del movimento c’è proprio la Normandia e la sua luce. Le scogliere di Étretat sono state dipinte da Claude Monet e Eugène Boudin, senza dimenticare Giverny, dove lo stesso Monet ha vissuto creando le sue famose Ninfee. Ma anche le città portuali di Honfleur e Le Havre sono state d’ispirazione. Queste suggestioni si potranno rivivere visitando la mostra  “Impressionisti in Normandia. Monet, Bonnard, Corot, Courbet” che raccoglie una settantina di opere tra cui “La spiaggia a Trouville” di Coubert, “Tramonto, Veduta di Guernesey” di Renoir e “Falesie a Dieppe” di Delacroix.

“Etruscomania” del Novecento a Rovereto e Milano

Gli etruschi e la loro eredità, anche artistica, sono protagonisti di una doppia mostra a Rovereto e a Milano. La mostra “Etruschi del novecento” si tiene al Mart Rovereto dal 7 dicembre 2024 al 16 marzo 2025 e alla Fondazione Luigi Rovati Milano dal 2 aprile al 3 agosto 2025.

Nel 1916 viene ritrovato l’Apollo di Veio. A partire da questa scoperta nel giro di pochi anni prende avvio il periodo conosciuto come “rinascenza etrusca”. Gli anni 1955 e 1985 segnano l’organizzazione di grandi mostre internazionali dedicate agli Etruschi. Attorno a queste date, nei periodi precedenti e successivi fioriscono studi, convegni, dibattiti; agli Etruschi si ispirano intellettuali, artisti, designer, stilisti, orafi. Una vera e propria “etruscomania”.
Etruschi del Novecento è dunque un grande progetto espositivo sulla fortuna che ebbe la cultura etrusca sui moderni e sui contemporanei. Saranno oltre 200 le opere esposte: un dialogo tra grandi capolavori dell’arte moderna e reperti archeologici a cui si aggiungono decine di documenti, libri, fotografie, riviste.

I confronti in mostra non si limitano agli aspetti stilistici o alle somiglianze, al contrario sono basati su documenti e dichiarazioni degli artisti stessi che furono influenzati, parteciparono a “tour etruschi”, visitarono musei e zone archeologiche, scrissero, studiarono o si dedicarono alle “etruscherie”.

Etruschi del Novecento racconta di come la civiltà etrusca abbia influenzato, a più riprese, la cultura visiva del secolo breve: a partire dai ritrovamenti archeologici e dai tour etruschi, organizzati a cavallo tra il XIX e il XX secolo, fino alla Chimera di Mario Schifano, eseguita durante una performance a Firenze nel 1985, in occasione dell’inaugurazione del cosiddetto anno degli etruschi.

L’eco di scoperte sensazionali come quella dell’Apollo di Veio (del IV secolo a.C. la scultura in terracotta dipinta, alta quasi due metri, fu ritrovata nel 1916 ed è oggi conservata al Museo di Villa Giulia a Roma) portò alla diffusione di numerosi studi e pubblicazioni e alla ripresa di stili, forme, temi, materiali.
Tra gli altri, contribuì al “mito etrusco” l’intellettuale di riferimento del primo Novecento, Gabriele d’Annunzio. Negli anni dei suoi viaggi a Volterra, dove ambientò il suo romanzo Forse che si, forse che no, d’Annunzio lavorò all’opera drammaturgica La città morta che andò in scena a Parigi (1898) e a Milano (1901) con l’interpretazione di Eleonora Duse.

Nel secondo Novecento due celebri esposizioni amplificheranno la portata del fenomeno anche all’estero, raggiungendo artisti del calibro di Alberto Giacometti, Pablo Picasso, Andy Warhol o registi come Alfred Hitchcock.
Si tratta della Mostra dell’arte e della civiltà etrusca, allestita da Luciano Baldessari a Palazzo Reale a Milano nel 1955, e di Civiltà degli Etruschi, organizzata nel 1985 nell’ambito del variegato Progetto Etruschi che la città di Firenze e la Regione Toscana dedicarono a quello che venne chiamato l’anno degli etruschi.
Oggi Mart e Fondazione Luigi Rovati offrono per la prima volta una visione complessiva del vasto e articolato fenomeno che fu la riscoperta della civiltà etrusca nel secolo scorso, attraverso un progetto in due tappe diverse e complementari, da inizio dicembre ’24 a inizio agosto ’25, a cura di un unico team curatoriale.

Steve McCurry e il suo sguardo sul mondo a Trieste

Trieste celebra Steve McCurry con i suoi Sguardi sul mondo. Dal 15 novembre al 4 maggio 2025 al Salone degli Incanti di Trieste 150 immagini ripercorreranno la vita e la carriera di uno dei grandi maestri della fotografia contemporanea.

L’esposizione, curata da Biba Giacchetti con la direzione artistica di Gianni Mercurio, raccoglie oltre 150 immagini, comprese alcune opere inedite, che accompagnano i visitatori in un emozionante percorso attraverso culture, emozioni e storie di ogni angolo del pianeta.

La mostra si inserisce nel programma di “Go!2025&Friends”, rassegna ideata e promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia in occasione di Go!2025, con Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della Cultura, per affiancare il programma ufficiale con una serie di eventi tra mostre, concerti di artisti internazionali e altre iniziative per coinvolgere non solo Gorizia ma anche altre sedi e altri luoghi sul territorio regionale, per tutto il 2025.

La mostra a Trieste rappresenta una delle retrospettive più complete sul lavoro dell’artista, esplorando i temi a lui più cari: i viaggi, le culture, i bambini, i ritratti in una narrazione autentica di storie di vita colte a tutte le latitudini.

Attraverso immagini provenienti dall’India, dall’Afghanistan, dal Myanmar, dall’Africa e da altri luoghi come Cina, Cambogia e Giappone, McCurry racconta storie uniche e commoventi. Tra i suoi lavori più celebri figura l’iconico ritratto di Sharbat Gula, la “ragazza afghana” fotografata in un campo profughi in Pakistan, il cui sguardo è divenuto un simbolo mondiale.

A Trieste, accanto a queste immagini iconiche, saranno esposti anche scatti inediti, come il piccolo afghano “testimone” del lavoro minorile, l’uomo in Togo con il volto dipinto di blu, la donna nigeriana con cicatrici rituali e i bambini che corrono nella foresta di baobab in Madagascar. Inoltre, una sezione sarà dedicata alla spiritualità, e includerà fotografie mai esposte prima in Italia.

La foto pubblicata è stata inviata dall’ufficio stampa.
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