Viaggio in Sicilia tra ciclopi, vulcani e realtà aumentata

etna sicilia
Si dice che il viaggio inizi ancor prima di arrivare a destinazione, e ci sono occasioni in cui ci si accorge più facilmente che è vero. Come quando, in aereo diretti a Catania, stiamo per atterrare e l’oblò incornicia alla perfezione il mare, in cui in lontananza scorgiamo i “ciclopi”, i faraglioni scuri che la leggenda vuole siano stati scagliati da Polifemo verso Ulisse in fuga. E che accolgono chi arriva per il proprio viaggio in Sicilia.

E vediamo la costa, su cui svetta Idda, ovvero l’Etna. I catanesi dicono che, davanti a questa vista, si sentono già a casa. Noi iniziamo a pregustare gli incontri che ci attendono. Gli incontri, sì, perché siamo in viaggio in Sicilia con Empeeria, digital travel company e operatore specializzato in turismo esperienziale, per vivere una Sicilia da insider.

Catania città di fuoco e acqua

In pochi minuti d’auto si lascia l’aeroporto per arrivare nel cuore della città. Passando dalla Pescheria, il mercato storico, si raggiunge Piazza Duomo, al cui centro svetta l’obelisco del celebre elefante, ma anche il punto perfetto per scoprire come Catania sia, in verità, una città di fuoco sì, ma anche di acqua. Il primo si impone subito con evidenza, basta una rapida occhiata al basalto scuro di cui sono fatti i magnifici palazzi che ci circondano, o anche lasciando fuggire lo sguardo lungo la via Etnea che dritta come un fuso sembra portarci proprio verso la Montagna.

Catania, piazza Duomo dalle terrazze del Museo Diocesano
Catania, piazza Duomo dalle terrazze del Museo Diocesano

Ma per scoprire l’acqua basta scendere gli scalini che, sotto il Duomo, ci conducono alle Terme Achilliane, il complesso di età romano-imperiale riscoperto nel Settecento. L’acqua sotterranea del fiume Amenano poi riaffiora nella vicina e omonima Fontana. Ma dal sottosuolo è tempo di salire e osservare Catania dall’alto. Lo facciamo dalle terrazze del Museo Diocesano, trovandoci faccia a faccia con i fregi della Cattedrale, facendo capolino dietro Porta Uzeda, scorgendo in lontananza via Crociferi e, dall’altra parte, il mare. Poi è tempo di andare a rendere omaggio a Sant’Agata, in Duomo certo, ma anche nelle sale del museo, che custodisce paramenti sacri e opere, molte delle quali legate al culto sentitissimo della patrona. Che è diventata anche un graffito, che scoviamo sul muro di una piazzetta del mercato, dove facciamo tappa perché non si può lasciare Catania senza un cartoccio di fritto a regola d’arte, come quello di Scirocco.

Il buen retiro di Aci Trezza

Lasciandoci la città alle spalle puntiamo su Aci Trezza, dove pernottiamo al Grand Hotel dei Faraglioni, gustando anche la cucina di Simone Strano, lo “chef con la coppola”, che per i suoi piatti gourmet pesca a grandi mani ai prodotti del territorio e alla tradizione. Fuori stagione il borgo dei Malavoglia sembra un buen retiro perfetto, lo immaginiamo in piena estate pullulare di persone in cerca della brezza marina, ma per ora ce lo godiamo così, il vento forte solleva le onde che sferzano contro i Ciclopi e l’atmosfera sembra calzare a pennello con l’origine epica di queste rocce scure.

Basta allontanarsi un po’ seguendo il lungomare per scovare angoli dove il vento non arriva. Il porticciolo, il cantiere storico con le sue barche colorate a riposo sulla riva, i gatti che si stirano al sole.

Ortigia barocca, artigiana e hi-tech

Ortigia
Ortigia

La tappa successiva del nostro viaggio in Sicilia ci porta a Siracusa. E lasciare Catania per scoprire l’isola di Ortigia, la parte più antica della città, appena un km quadrato concentrato di vicoli e piazze abbracciati dal mare, è come un cambio di scena in teatro: dal nero lavico qui è il bianco della pietra arenaria ad accoglierci, mentre passeggiamo tra i vicoli che lasciano intravedere il mare, prima di sbucare nel salotto barocco di piazza Duomo. Il vento è sempre forte, il cielo cambia in continuazione tra nuvole e sole e così cambia la luce.

Il Tempio di Apollo di Siracusa con la realtà immersiva Empeeria
Il Tempio di Apollo di Siracusa con la realtà immersiva Empeeria

Un bellezza da passare in rassegna con gli occhi ma anche in versione hi-tech. Qui abbiamo provato in anteprima le nuove esperienze virtuali che Empeeria sta per lanciare, per far scoprire ai viaggiatori monumenti e punti d’attrazione celati grazie a realtà immersiva e aumentata. Basta scaricare un link sul proprio smartphone, inserirlo in una cardboard e si parte. Noi lo proviamo davanti al tempio di Apollo e ci troviamo proiettati in mezzo all’imponente colonnato del VI secolo a.C, mentre l’audio ce ne racconta i dettagli. Il progetto è stato realizzato insieme a gruppi di lavoro dell’Università di Catania e alla Sovrintendenza e ad aziende locali e si svilupperà in un itinerario che comprende otto siti in città, tra cui la Fonte Aretusa, specchio d’acqua dolce e papiri che ancora una volta ci racconta il mito.

Fonte Aretusa, Siracusa

Una delle cose che ci si sente più spesso raccontare in Sicilia – come del resto in buona parte del nostro sud -, è la mescolanza di popoli, usi e costumi che l’hanno attraversata, che oggi ha lasciato tracce nell’arte, nella lingua, negli occhi delle persone. Un melting pot ante litteram, e uno dei luoghi in cui lo si avverte è il mercato. È sempre consigliabile fare un giro in un mercato quando si viaggia, racconta del luogo che stiamo visitando tanto e forse di più di quanto possa fare una guida di viaggio o un monumento. E il mercato di Ortigia, tra i suoi banchi di frutta e verdura, frutta secca e pesce, e distese di spezie, racconta di Mediterraneo.

Noi grazie a Empeeria lo visitiamo in modo particolare: siamo accompagnati da Ettore, chef e appassionato di cucina, rappresentante di Cookinas. Con loro si va al mercato a fare la spesa, anche scambiando due chiacchiere con i venditori, per i piatti che si cucineranno insieme in una cooking class made in Sicilia. E così, tra gamberetti freschi da sgusciare e verdure da tagliare, chiacchieriamo e scopriamo i segreti del risotto perfetto o del tonno alla siracusana.

Spezie al mercato di Ortigia
Spezie al mercato di Ortigia

L’ora di pranzo è passata da un pezzo ma la convivialità allunga i tempi, e come non potrebbe essere così in un pranzo siciliano? Ma ora un’altra esperienza ci attende. Incontriamo Pelin, insegnante di inglese cittadina del mondo. Passaporto turco, passato in Olanda, è arrivata a Siracusa cinque anni fa e, come spesso accade quando si vive un luogo con la curiosità del forestiero, ha capito che c’era un tesoro da far scoprire e raccontare nel centro storico. E così si è inventata i tour alla scoperta degli artigiani e delle botteghe di Ortigia con Pelin’s World. C’è Giacomo Lo Presti che lavora la ceramica come da tradizione familiare, c’è l’Emporio di tessili Cantarella, classe ‘21, c’è Syrtaria, dove due generazioni uniscono l’arte della macchina da cucire e del ricamo con l’approccio contemporaneo alla vendita per creare capi e accessori da coloratissimi tessuti che hanno l’anima siciliana.

L'atelier Syrtaria a Siracusa
L’atelier Syrtaria a Siracusa

Sua Maestà l’Etna

Il nostro tour prosegue e ci rendiamo sempre più conto che parte integrante del turismo esperienziale sono le persone che incontriamo. In particolare giovani che dopo viaggi e formazione in giro per il mondo hanno deciso di tornare e creare qualcosa qui, ma anche persone, come Pelin, che a un certo punto hanno deciso di mettere qui radici. Per esempio Anna, sommelier polacca dell’azienda vinicola Gambino, che tra una degustazione e l’altra ci racconta frammenti della sua vita.

I vigneti dell'azienda Gambino a Linguaglossa
I vigneti dell’azienda Gambino a Linguaglossa

Siamo a Linguaglossa, una delle ultime tappe del viaggio, e ci affacciamo su quello che è il vigneto più alto sulle pendici dell’Etna. I filari corrono sui terrazzamenti, lo sguardo corre verso il mare mentre dall’altra parte la montagna vigila.

Ed è sicuramente lei, l’Etna, una delle esperienze più emozionanti. Soprattutto perché a condurci è una guida ambientale specializzata. Andrea (Etna and Sea Excursion), doppia formazione da geologo e biologo, dopo gli studi sullo tsunami in Thailandia è tornato qui, a divulgare i movimenti di Idda, una femmina capricciosa che “cambia spesso d’umore” come i cieli d’Irlanda cantati da Fiorella Mannoia. L’Etna è viva e a testimoniarlo ci sono le colate laviche delle diverse “annate” d’eruzione che le guide ambientali esperte sanno riconoscere e indicarti, come anche le betulle che raccontano l’ultima glaciazione come fossero veri fossili viventi.

Escursione sull'Etna
Escursione sull’Etna

Il cratere più alto svetta a 3.356 metri, oggi, manciata dopo manciata di metri guadagnati nel corso degli anni, e domani chi lo sa. E intanto, se c’è stata una nevicata da poco, si cammina ascoltando i sassolini di lava sotto gli scarponcini insieme allo scricchiolio della neve fresca. Un posto certamente unico, ma anche da preservare dal turismo invasivo e da quello poco rispettoso o semplicemente poco consapevole.

Il viaggio in Sicilia è finito, salutiamo la montagna, certi di ritrovarla ancora una volta dall’altra parte del finestrino sul nostro volo di ritorno, insieme ai Ciclopi.

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