FOOD

Top Italian Restaurants: arriva la nuova guida Gambero Rosso

Il ristorante italiano dell’anno si affaccia sul Mare del Nord, lo chef del 2022 è Carmine Amarante da Tokyo, mentre il premio per la tutela delle tradizioni va al “londinese” Francesco Mazzei.

Parliamo dei riconoscimenti che premiano il Made in Italy gastronomico all’estero, un giro del mondo delle nostre eccellenze sulle tavole internazionali. A stilare l’elenco è il Gambero Rosso nella sua guida Top Italian Restaurants 2022, e che festeggia il suo quinto anniversario. Il rating è quello classico cui siamo abituati con questo brand: ristoranti premiati con le forchette, bistrot e trattorie con i gamberi, wine bar ed eno-tavole con le bottiglie, pizzerie con gli spicchi. I locali selezionati in guida per quest’anno sono circa 800.

«Dobbiamo tanto alla ristorazione italiana nel mondo, nostro vero punto di forza, il motore dell’export enogastronomico italiano capace anche quest’anno di segnare un nuovo record, confermando un trend eccezionale nel contesto economico tricolore», commenta Paolo Cuccia, presidente del Gambero Rosso. In particolare, sul finire dell’anno si registrano una lunga serie di aperture eccellenti, da Gucci Osteria di Massimo Bottura a Tokyo a La Devozione del Pastificio Di Martino a New York, recentissima l’inaugurazione del nuovo Ristorante Niko Romito all’interno del Bulgari di Parigi. Sempre a Parigi, dopo anni di ristrutturazione, allo storico grande magazzino Samaritaine del Gruppo Lvmh apre la Langosteria, voluta personalmente da monsieur Bernard Arnauld. Luigi Salerno, amministratore delegato del Gambero Rosso fa notare «All’estero c’è sempre più una forte richiesta di semplicità anche in contesti lussuosi. I gourmet impazziscono per uno spaghetto al pomodoro, una pasta e patate o l’immediatezza di una cotoletta alla milanese».

La pubblicazione della guida digitale in lingua inglese, curata dal giornalista Lorenzo Ruggeri, è frutto di un’attenta e accurata selezione dei migliori ambasciatori del Made in Italy. Per degustare i piatti del Ristorante dell’Anno bisogna spingersi in Belgio, precisamente nelle Fiandre Occidentali, a Knokke, piccola cittadina balneare sul Mare del Nord. Il premio va al Gellius locale, frutto della collaborazione tra il gallerista Gianni Piretti e lo chef Alessandro Breda, già proprietario di Gellius a Oderzo in Veneto; uno dei rari casi in cui il ristorante satellite ricalca fedelmente lo spirito del locale bandiera, grazie al lavoro del cuoco Davide Asta.

Lo Chef dell’Anno ci porta a Tokyo, si tratta di Carmine Amarante del ristorante Armani, che ha saputo traghettare tutto il suo bagaglio di sapori e ricette, rinnovando l’identità di un locale solitamente standardizzato su alcuni registri classici. L’Apertura dell’Anno è il frutto della sensibilità di un altro chef campano, Antimo Maria Merone, che dopo l’esperienza con Umberto Bombana si è messo in proprio con Estro a Central Hong Kong; il Ristorante Emergente è Fenix a Kiev, dove lo chef Stefano Antoniolli in poco tempo ha saputo realizzare un menu stimolante e creativo in un contesto tutt’altro che semplice per reperibilità di prodotti e richieste della clientela.

La Pizzeria dell’Anno è Futura a Berlino, già premiata due anni fa, nel pieno rispetto della tradizione napoletana e in continuo aggiornamento grazie agli studi del pizzaiolo Alessandro Leonardi. Il Premio Guardiano della Tradizione valorizza il lavoro dello chef Francesco Mazzei, cuoco e imprenditore a Londra dove guida tre ristoranti (Sartoria, Radici, Fiume). Infine, la Carta dei vini dell’Anno conduce lontano, ovvero in Australia, a Brisbane: 1889 Enoteca, in abbinamento, una cucina dall’accento romano, per un’esperienza verace anche a 16mila chilometri da casa.

Francesco Poletti

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