La cifra stilista adottata dagli autori è quella del fotomontaggio, con quaranta immagini nel segno del sorriso e della leggerezza, con le statue della Collezione Farnese inserite nei luoghi simbolo di Napoli.
“Il nostro progetto nasce dalla volontà di dare vita alle statue del Mann, rendendole vere creature che interagiscono con la realtà – commentano Dario Assisi e Riccardo Maria Cipolla – Le sculture divengono persone, che si aggirano per la città, desiderose di scoprirne i misteri, le bellezze e le paure”.
E allora, in un cortocircuito temporale e visivo, tra ieri e oggi, tra i marmi, i bronzi e la vivacità metropolitana, ritroviamo le opere d’arte del passato negli angoli più caratteristici di Napoli. Assisi e Cipolla hanno infatti disegnato un percorso creativo che è un vero e proprio tributo d’amore per la città partenopea, che si snoda tra luoghi simbolo, come Castel dell’Ovo, il lungomare, Piazza del Plebiscito, il Petraio, ma anche in angoli meno noti come i vicoli del centro storico e le stazioni della metro.
Così ritroviamo la celebre Afrodite di Capua della Collezione Farnese, immagine guida della mostra “Fuga dal museo”, affacciata a un balcone a stendere i panni come una qualsiasi massaia, ma anche il Doriforo nella stazione della linea 1 al Museo, il Toro Farnese in armonico dialogo con un cielo burrascoso, l’Afrodite accovacciata in vico Lungo Gelso e due figure marmoree in attesa alla fermata del bus sul lungomare Caracciolo.
Tra le opere scelte da Assisi e Cipolla ci sono anche alcuni capolavori del Canova in esposizione all’Archeologico in occasione della retrospettiva sul Maestro di Possagno: la Danzatrice con le mani sui fianchi si esibisce in vico san Domenico, mentre Amore e Psiche Stanti si ritrovano teneramente abbracciati nel Real Orto Botanico.
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