«Quello che più ci interessa – spiega il ceo della startup Emiliano Iturriaga – è la possibilità di far convivere i viaggiatori con le comunità locali, avendo modo di conoscerne dal di dentro la cultura e l’ambiente in cui vivono».
Fondata due anni fa, in questo tempo il portale ha inserito all’interno della propria offerta decine di comunità indigene concentrate soprattutto in America Latina.
Solo in Messico, si generano ogni anno circa 3.500 milioni di dollari per il turismo ecosostenibile. Di questo giro d’affari, solo il 5% resta nelle mani degli abitanti delle zone rurali, che per la maggior parte appartengono alle popolazioni indios.
In tutto il mondo, grazie all’aiuto di alcuni partner in Bangladesh, Guatemala, Canada, Uganda e Palestina, per il momento sono stati selezionati oltre 20mila progetti da far confluire nella piattaforma. Il tutto in attesa di iniziare a collaborare con il mondo delle agenzie di viaggi, soprattutto quelle legate al mercato spagnolo.
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