ANOTHER ITALY

Non solo Gomorra: ora Scampia apre ai turisti

L’obiettivo del cellulare che indugia sulle “vele”. Proprio quelle raccontate da Gomorra e da tante altre serie.

Lo stesso che si entusiasma anche davanti al murales di Pier Paolo Pasolini disegnato dallo street artist Jorit, alle gallerie espositive disseminate nel quartiere o nel cuore della Casa degli Scugnizzi, 140 mq di “spaccio creativo”, dove trovare la prima enolibreria dell’area nord di Napoli, ma anche botteghe che vendono miele bio e prodotti artigianali, vinili e bomboniere solidali, tutte made in Scampia.

Tre ore di tour turistico per raccontare ai visitatori l’altra faccia, meno conosciuta ma molto più forte ed intensa, del quartiere cresciuto in fretta a nord del capoluogo campano.

«L’idea nasce per sfatare tanti luoghi comuni e, allo stesso tempo, far raccontare il quartiere attraverso la voce dei suoi abitanti – spiega Francesco Riccio dell’adv Viaggi del Riccio, promotrice dell’iniziativa – Abbiamo lavorato a lungo con le associazioni del territorio per mettere in piedi un programma che accompagna il turista in un vero viaggio alla scoperta di un pezzo di città, spesso bistrattato».

Così il percorso turistico parte dalla fermata della metro, dove osservare le installazioni artistiche di Felice Pignataro del Felimetrò, costeggia le vele e le abitazioni dell’edilizia popolare rese famose dai ciak cinematografici, punta verso il giardino dei “Cinque continenti” gestito dall’associazione Pangea e verso la Scugnizzeria. Tocca anche il centro territoriale Mammut, la villa comunale Parco Ciro Esposito, alcune cooperative locali per finire con un brunch da Chikù, ristorante etnico gestito da donne napoletane e rom, dove la cucina balcanica incontra il Mediterraneo.

«Abbiamo realizzato una prima visita nei giorni scorsi, alla quale hanno partecipato alcune adv e operatori del settore. Erano tutti entusiasti – aggiunge Riccio – Lo scopo è far conoscere davvero Scampia, attraverso delle guide-testimoni che raccontano il loro lavoro quotidiano. Contiamo di organizzare altre visite a breve. C’è tanta voglia di conoscere cultura e bellezza. Anche qui».

Serena Martucci

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