Arriach, Berg im Drautal, Millstatt, Irschen, Nötsch im Gailtal, Obervellach e St. Daniel im Gailtal sono i pionieri di questo nuovo concetto sviluppato da Slow Food Carinzia in collaborazione con il movimento internazionale fondato da Carlo Petrini.
Nei Villaggi Slow Food rinasce la vita tradizionale del paese. Produttori alimentari tra cui panettieri, macellai, agricoltori ma anche rustiche trattorie in cui i prodotti vengono utilizzati e valorizzati, collaborano tra loro per trasmettere con genuinità e sostenibilità la filosofia Slow Food.
In questo modo si rivitalizzano le aree rurali, ponendo un freno allo spopolamento delle campagne. Allo stesso modo, questo progetto innovativo offre prospettive lungimiranti e migliora la qualità della vita del villaggio, che diventa un luogo in cui i patrimoni culturali e culinari sono riconosciuti come opportunità. Un gruppo di abitanti sta inoltre studiando una dieta responsabile nel rispetto della cultura alimentare tradizionale, rendendo visibile e tangibile il benessere della comunità a diversi livelli.
I villaggi dovrebbero tornare a essere i semi di una buona vita sociale
Carlo Petrini, fondatore di Slow Food
Il progetto Slow Food offre infatti nuove opportunità agli agricoltori della Carinzia. Martin Gruber, consigliere provinciale per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, ha commentato: “Con Slow Food, Kärnten Werbung, l’associazione Gut.Sauber.Fair e il turismo, il settore agricolo locale ha ora partner forti e affidabili per promuovere i nostri prodotti regionali sia in patria che a livello internazionale. Per sensibilizzare i nostri produttori locali, il governo della Carinzia ha lanciato una carta regionale per dare priorità ai prodotti domestici rispetto ai prodotti anonimi a basso costo provenienti dall’estero. ”
Sebastian Schuschnig, consigliere provinciale per l’economia e il turismo, conferma che la cucina regionale e autentica sta diventando sempre più popolare tra gli ospiti:“Abbiamo aderito a questa tendenza fin dalla fase iniziale e oggi è diventato un vero fiore all’occhiello della nostra accoglienza turistica. La sostenibilità sta diventando una vera pratica di vita in cui non solo i nostri ospiti, ma i produttori di alimenti e la popolazione locale traggono profitto dall’esperienza della cucina carinziana”.
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