Il progetto, per il quale il re Drago del Paese, Jigme Khesar Namgyel Wangchuck (44enne progressista e fotogenico), ha annunciato addirittura la creazione di una regione amministrativa speciale, porta il nome di Gelephu Mindfulness City, ed è basata sulla filosofia della Felicità Nazionale Lorda, per promuovere lo sviluppo del Bhutan.
In linea con la filosofia della Felicità Nazionale Lorda di cui il Bhutan si fa portavoce, la Mindfulness City punta ad avere come priorità lo sviluppo economico ma anche il benessere personale di ogni residente.
La nuova città dovrà essere la “destinazione di stile di vita buddista moderno” tra spiritualità, benessere e ringiovanimento, e anche porta d’accesso per i turisti al resto del Bhutan, incastonata tra due riserve naturali – il Phibsoo Wildlife Sanctuary e il Royal Manas National Park – e collegata a Thimphu tramite l’aeroporto di Paro.
Tra montagne, foreste e fiumi, il Bhutan è uno degli ultimi hotspot di biodiversità al mondo, con il 70% del Paese coperto da foreste. La Mindfulness City coprirà un’area di oltre mille chilometri quadrati, ovvero 250.000 acri. Si tratta di circa il 2,5% della superficie totale del Paese.
Il masterplan mira ad amplificare questa biodiversità, con una serie di ecosistemi interconnessi che formano undici quartieri modellati dal flusso dei 35 fiumi e torrenti che attraversano il sito. I quartieri nastriformi che ne derivano assomigliano a risaie, formando terrazze urbane che scendono a cascata dalle colline verso valle.
Ogni quartiere sarà progettato sulla base dei principi del Mandala: definito da una serie di tipologie ripetute e organizzate simmetricamente intorno a uno spazio pubblico centrale. Per proteggere sia lo sviluppo già esistente che quello futuro dalle inondazioni durante la stagione dei monsoni, saranno realizzate risaie lungo i corsi dei fiumi e degli affluenti del sito, da nord a sud. Queste risaie fungeranno da corridoi di biodiversità, contribuendo alla conservazione della flora e della fauna locali, lasciando indisturbate le rotte migratorie degli elefanti e di altri animali selvatici.
I collegamenti di mobilità tra i quartieri fungono anche da infrastrutture di trasporto combinate con strutture civiche e culturali, creando una serie di “ponti abitabili”.
Ognuno dei ponti ospita destinazioni chiave all’interno della città: il nuovo aeroporto, un centro spirituale Vajrayana che permette di intravedere le pratiche quotidiane dei monaci e dei maestri della mindfulness; un centro sanitario come incontro tra la medicina orientale e quella occidentale; un’università che espone le proprie attività accademiche; una serra idroponica e acquaponica che mette in mostra le antiche pratiche agricole e la moderna agro-scienza per i pendolari quotidiani; un centro culturale per immergere ed educare i visitatori alla cultura e alle usanze bhutanesi; e un mercato impreziosito con tessuti bhutanesi.
L’ultimo ponte, una diga idroelettrica, sarà costruito sul confine occidentale della città con un muro di contenimento a gradoni che offre punti panoramici, scale per passeggiate meditative e un tempio. Visitatori e pellegrini possono salire e scendere lungo diversi percorsi fino al centro visitatori e al tempio annidato sulla parete della scogliera artificiale.
Il via ai lavori è arrivato con la cerimonia di inaugurazione del nuovo aeroporto internazionale, mentre il progetto ferroviario è già in costruzione e Gelephu dispone di infrastrutture turistiche esistenti, compresi gli hotel, anche se la capacità si espanderà.
Il masterplan di Gelephu Mindfulness City propone una destinazione urbana a bassa densità per gli affari, la cultura e la spiritualità. L’obiettivo è quello di rendere il Bhutan un hub economico all’avanguardia per l’Asia meridionale e il progetto verrà portato avanti attraverso investimenti in energia verde, infrastrutture di connettività fisica e digitale e istruzione.
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