Il 27° Suq Festival – Teatro del Dialogo si svolgerà dal 12 al 22 giugno 2025 al Porto Antico di Genova e in altri luoghi della città, con uno spettacolo il 27 giugno al Museo Preistorico dei Balzi Rossi di Ventimiglia. Il tema è Destini in movimento, con cui si inaugura la proposta triennale 2025/27 presentata al Ministero della Cultura che dal 2014 sostiene il Suq Festival. Il festival è stato anche tra i primi in Italia a diventare #plasticfree e a porre in primo piano le tematiche ambientali con le iniziative di EcoSuq.
Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito a parte gli spettacoli teatrali.
Il Festival si apre il 12 con una anteprima teatrale a bazar chiuso per una raccolta fondi a sostegno di Gaza. Mi chiamo Omar, performance di teatro cucina, sarà preceduta da un messaggio di dialogo e di pace con Assopace Palestina e il Laboratorio Ebraico Antirazzista di Milano.
Segue un programma con oltre 100 ospiti, 60 appuntamenti, che spaziano da spettacoli teatrali – 12 titoli di cui 3 prime nazionali – a concerti, da incontri a presentazioni di libri, da workshop a showcooking a buone pratiche e iniziative di Eco Suq; senza tralasciare la grande attrazione della scenografia che trasforma Piazza delle Feste in un suq (mercato in arabo) animato da artigiani e ristoratori con sapori, profumi, colori, oggetti, spezie e cucine provenienti da tutto il mondo.
Tra i principali incontri letterari va segnalato quello con la scrittrice Paola Caridi (il 16) e il suo libro “Il gelso di Gerusalemme” (Feltrinelli), mentre il 17, in occasione dello spettacolo serale Stai zitta!, al Suq arriva Chiara Tagliaferri per uno speciale omaggio a Michela Murgia; il 18 si presenta la graphic novel Lumumba. Eroe africano (Becco Giallo) che racconta la lotta per l’indipendenza del Congo dal Belgio, con l’autore Luca Catalano.
Tra gli incontri a più voci, A teatro nessuno è straniero, (il 15) una esperienza che è diventata un libro, per raccontare una buona pratica inclusiva realizzata dall’Associazione Ateatro insieme alla Comunità di Sant’Egidio (Milano) Partecipano Mimma Gallina, Giulia Tollis, Marzia Pontone. Conduce Oliviero Ponte di Pino. Il 17, prima dell’omaggio a Murgia, un incontro dal titolo Oltre la soglia: uscire dalla violenza di genere, con la presentazione di due libri “Violenza maschile sulle donne” e “Cohousing e coworking per donne vittime di violenza e soggetti fragili” e del progetto “Dire Fare Amare”. Partecipano Daniela Bagattini, Linda Buondonno, Andrea Giachetta e Tiziana Cattani. Conduce Silvia Isola Il secolo XIX. In collaborazione con Unige Sostenibile e Coop Liguria.
In programma anche Sconfinato Poetry Slam (il 19): quattro slammer da diversi continenti saliranno sul palco per portare al festival il loro mondo in poesia.
La tradizione e l’innovazione si incontrano per una fusione di stili e linguaggi. L’inaugurazione del bazar vedrà il 13 l’arrivo di Nubras Ensemble, originale mix di musica da camera e folk del Sud Italia e dei Balcani. Di segno tutto femminile, con una fusione di rap e R&B sarà la performance di Adriana (il 18) artista indipendente, cantautrice e ballerina, rappresentante di una nuova generazione musicale. Naim Abid porta al Suq – il 20, Giornata mondiale del Rifugiato – un concerto che rilegge l’antica storia persiana di Layla e Majnun, creando un ponte ideale tra Iran e Occidente nel segno della pace e del dialogo tra culture. Kulima è la nuova proposta di Jo Choneca (il 21) che insieme al suo gruppo unisce suoni e parole per raccontare l’Africa.
Programma ricco anche per le danze: si comincia con le danze ucraine (il 16) e si chiude (il 22) con quelle greche, passando attraverso la danza Dakbe, che si balla in tutto il Medioriente, a cura di Hania, la performance di Mame Ale (il 20), con le percussioni a segnare i ritmi africani, e ancora il Lindy Hop e lo Swing. In collaborazione con la comunità dell’Ecuador arriva l’esibizione Que viva el Ecuador! (il 22). Novità legata alla danza, ispirata al film “Ballando Ballando”, sarà la Balera filosofica, (il 22) uno spazio dove parole e gesti diventano parte di una coreografia condivisa, a cura di Gaia Giovine Proietti e Emanuele Enria.
Chef Kumalé sarà al 27 Suq Festival sabato 14 e sabato 21 (h.19) con i suoi seguitissimi showcooking dedicati, rispettivamente, alle tradizioni di Ucraina e dell’Ecuador. Al termine degustazioni per il pubblico. Nell’edizione 2025 il pubblico potrà gustare 10 cucine dal mondo: greca, indiana, mediorientale, messicana, senegalese, siriano libanese, sud americana, sud est asiatica, tunisina, vegana. E inoltre caffè arabo, the e l’aperitivo del Café Refugees.
Il teatro è il cuore del festival: per questa edizione sono 12 titoli di cui 3 prime nazionali: “Il mare nel cassetto. In viaggio con Franco Battiato” di e con Silvia Boschero, “Poemi focomelici” con Daniele Timpano e la nuova produzione della Compagnia Suq “Nel nome una storia. Di adozioni felici, segreti e speranze”.
Il 12 giugno alle 21 è prevista sul palco di Piazza delle Feste, un’anteprima teatrale a bazar chiuso, Mi chiamo Omar, performance di teatro e cucina il cui ricavato sarà devoluto a sostegno dell’emergenza umanitaria a Gaza. Protagonisti saranno Omar Suleiman, attore e cuoco d’origine palestinese, che vive a Napoli, e Samer Harb, musicista, rifugiato siriano, residente a Genova. La rappresentazione sarà preceduta da un appello alla pace da parte di Assopace Palestina e del Laboratorio Ebraico Antirazzista. Il 14 giugno alle 21 va in scena Karaoke femminista di Monica Nappo, in scena con Silvia Gallerano, una produzione Teatro di Dioniso nata per analizzare come la musica pop abbia forgiato l’identità delle donne, in un excursus che parte dagli anni ’70 e arriva alla trap. Si canta come nel karaoke, tra ironia e sfida agli stereotipi.
Il 15 giugno alle 16 si prosegue con Thioro. Un Cappuccetto rosso senegalese, con Fallou Diop e Adama Gueye, una produzione Teatro delle Albe – Ravenna Teatro, Accademia Perduta – Romagna Teatro, Kër Théâtre Mandiaye Ndiaye (sarà in replica anche alle 10.30 del 16). Lo spettacolo nasce in Senegal e reinterpreta la celebre fiaba europea attraverso l’immaginario africano: qui non c’è il bosco, ma la savana; non il lupo, ma Buky la iena. Attraverso un intreccio di lingue, strumenti e ritmi, il pubblico vive un viaggio immersivo nell’Africa nera, tra tradizione orale e nuove contaminazioni. Domenica 15 giugno alle 21, all’Isola delle Chiatte – altro spazio teatrale del Festival – Saverio La Ruina è in scena con Italianesi, su una storia italiana dimenticata. Alla fine della seconda guerra mondiale, migliaia di soldati e civili italiani rimangono intrappolati in Albania, dove si è insediata la dittatura. Molti di loro rimangono per quarant’anni internati nei campi di prigionia, in alloggi circondati da filo spinato, controllati dalla polizia segreta del regime, sottoposti a interrogatori, appelli quotidiani, lavori forzati e torture. Riconosciuti come profughi dallo Stato italiano, arrivano nel Belpaese in 365, convinti di essere accolti come eroi, ma paradossalmente condannati ad essere italiani in Albania e albanesi in Italia. Prodotto da Scena Verticale.
Il 16 giugno alle 19.30, alle Chiatte, Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich sono i giovani protagonisti di Strada maestra, una riflessione su come l’uomo interagisce con la natura. Insieme, hanno viaggiato tra Emilia Romagna, Umbria, Puglia, Lombardia, Piemonte e Toscana, incontrando contadini, apicoltori, pescatori, guide escursionistiche per imparare dal presente e immaginare una strada verso un futuro in equilibrio con l’ambiente. Prima nazionale il 16 giugno alle 21, sul Palco di Piazza delle Feste, per Il mare nel cassetto. In viaggio con Franco Battiato di e con Silvia Boschero, in scena con Anaïs Drago al violino ed elettronica e Giua alla voce, alla chitarra e al basso. Una produzione Nidodiragno/Soc. Cooperativa C.M.C., dedicata alla musica e alla poetica di Franco Battiato a partire da “Chi sono io?”, immancabile domanda esistenziale che l’autore di Centro di gravità permanente si è posto a 8 anni, definendo l’inizio della propria ricerca.
Il 17 giugno, alle 21 Antonella Questa, Valentina Melis e Lisa Galantini portano in scena Stai zitta!, dall’omonimo libro di Michela Murgia, uno spettacolo comico e dissacrante su quanto la discriminazione di genere passi spesso dal linguaggio. Verrà ospitato alla Sala Trionfo del Teatro della Tosse ed è prodotto da Gli Scarti Centro di Produzione Teatrale di Innovazione, LaQ-Prod e Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano con il sostegno di Armunia. Il 18 giugno, all’Isola delle Chiatte, si parla di immigrazione e speranza in Abdoulaye e Mamadou non sono morti, con Abdoulaye Ba, Siaka Conde, Dario Villa, la danzatrice Bintou Ouattara e la cantante Camilla Barbarito. Lo spettacolo ha inizio dal momento in cui Abdoulaye, giovane senegalese in fuga da Dakar si trova su un gommone alla deriva nel Mar Mediterraneo in cerca di un futuro migliore in Europa. Produzione Teatro Periferico di Cassano Valcuvia.
Il 19 giugno, alle 21 sempre all’Isola delle Chiatte, prima nazionale di Poemi focomelici, con i versi, la gesticolazione e la voce di Daniele Timpano, un’autobiografia in versi, quel che resta del mezzo secolo di vita del suo autore e di oltre quarant’anni di scrittura compulsiva. Produzione Gli Scarti Centro di Produzione Teatrale di Innovazione, Kataklisma Teatro. Venerdì 20 giugno, il teatro entra alla Chiesa di San Pietro in Banchi, e va in scena Piccolo canto di resurrezione di e con Francesca Cecala, Miriam Gotti, Barbara Menegardo, Ilaria Pezzera e Swewa Schneider, cinque donne per descrivere la Loba, una vecchia, figura ancestrale di donna selvatica fa da confine e tramite tra ciò che è vivo e ciò che è morto, tra ciò che è desueto e ciò che anela alla Resurrezione. Produzione Compagnia Piccolo Canto, I Teatri del Sacro, Associazione Musicali Si Cresce.
La Rassegna ispirata al Teatro del Dialogo si conclude a Genova il 21 e 22 giugno, alla Chiesa di San Pietro in Banchi, con il nuovo spettacolo di Suq Genova Festival e Teatro, presentato in prima nazionale Nel nome una storia – Di adozioni felici, segreti e speranze, ispirato al libro Ti racconto com’ero di Emilia Marasco (Il Canneto). Lo interpretano Irene Lamponi e Carla Peirolero per la regia di Marcela Serli. Scorrono in parallelo due storie vere, quella di una bambina arrivata in anni recenti dall’Etiopia, a 5 anni, lasciando un paese in povertà e in guerra, per trovare in Italia una madre, un padre, un fratello, una casa. E quella di Maria, una bambina abbandonata in un brefotrofio di Savona, nel 1925, che viene adottata da una famiglia di contadini, ma non riuscirà mai ad acquisirne il cognome e a scuola sarà sempre la figlia di N.N. Il racconto di due donne, la madre di Saba e la figlia di Maria (in scena e nella realtà Carla Peirolero), abbraccia altre storie, anche quelle vicine a noi, di minori di origine straniera che nell’affido e nell’adozione possono trovare un riscatto e un approdo.
La rassegna il 27 giugno si conclude al Museo Preistorico dei Balzi Rossi di Ventimiglia con Ogni luogo è un dove di e con Marco Aime, antropologo, in scena con Eleni Molos al canto e Massimo Germini alla chitarra e al canto. Un viaggio nello spazio per raccontare quanta strada calpestano gli uomini per attraversare cieli, muri, deserti e mari, per affermare il proprio diritto e il desiderio di vita; in un luogo simbolico, alla frontiera con Francia, dove ogni giorno migranti tentano di attraversare un confine, spesso a rischio della vita.
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