A poca distanza da Tangeri (circa un’ora e mezza di auto) e a quattro ore di macchina da Rabat o da Fez, questa città nascosta è un vero e proprio labirinto di viuzze, vicoli, scalinate, con i muri delle case prevalentemente dipinti di blu e di azzurro, abbelliti da variopinti vasi con piante e fiori e con una suggestione visiva davvero unica in ogni ora della giornata, dall’alba al tramonto.
Molto affascinante la storia del suo colore. Alla fine del ‘400 la città è stata fondata da esiliati andalusi, musulmani ed ebrei, che cominciarono a dipingere le case e le strade di blu perché per tutti gli abitanti evocava il colore del paradiso.
Gli operatori consigliano di soggiornarvi almeno una o due notti, per assaporare la vita quotidiana di questo tipico villaggio marocchino con le donne-portatrici di vassoi argentati di pane e gli uomini con il tradizionale abito marocchino col cappuccio, spesso tenuto su per non dare confidenza, specialmente ai visitatori.
Ma è uno spaccato di vita marocchina da vivere, con soste d’obbligo nella Medina, definita dagli stessi operatori, una delle più belle del nord Africa, con un dedalo di vie molto concentrato, dove si affacciano piccoli bar e ristoranti.
Qui si può fare uno shopping delle tipicità grazie a numerosi negozi d’arte, di profumi con un impareggiabile olio di argan e borse in rafia. E la sera è consigliabile cenare a La Lampe Magique, un locale a tre piani immerso nell’azzurro delle sue pareti con una terrazza suggestiva.
Doverosa una precisazione: nonostante l’atmosfera ed i colori evochino il mare, Chefchaouen è nell’entroterra del Marocco.
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