Insomma, un vero e proprio museo a cielo aperto, non una struttura ricettiva, formato da un’intera comunità. Un lavoro corale, progettato dalla giovane imprenditrice Viviana Rizzuto, nel quale, ad esempio, l’ingegno dell’artigiano che plasma il corallo rosa viene tramandato al turista curioso del mestiere.
Oltre quaranta esperienze guidano il turista in un viaggio esplorativo, rendendolo parte integrante del museo-comunità. In questo modo, l’ospitalità di uno degli hotel o b&b della città si trasformerà in qualcosa di più, cos’ come sedersi in uno dei ristoranti del museo diffuso potrà comprendere la narrazione delle storie degli agricoltori che coltivano le materie prime.
«Questo percorso – spiega Viviana Rizzuto – ha prodotto 56 protocolli d’intesa con associazioni, enti, scuole e istituzioni. Tante categorie professionali che hanno iniziato a confrontarsi in una visione comune».
Ogni visitatore verrà fornito della cosiddetta carta d’identità del cittadino temporaneo, una sorta di card che al costo di 12 euro, darà diritto al turista a una serie di vantaggi.
Il museo diffuso dei 5 sensi è probabilmente uno dei pochi casi in cui organizzarsi non sarà poi così difficile. “Confidiamo infatti –afferma l’imprenditrice – nella possibilità di usufruire delle esperienze all’aperto. Benchè questa stagione sia compromessa, noi siamo attivi e continuiamo a garantire, adottando le precauzioni del caso, tutte le esperienze all’aria aperta. Così, ad esempio, il visitatore potrà assistere e partecipare alla produzione della ricotta. Dalla mungitura della capretta, il turista verrà condotto al caseificio e da qui al laboratorio dove, insieme ai pasticceri, farà i cannoli siciliani o le cassate”.
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