Sarà infatti aperta fina al 9 novembre la mostra attualmente in corso, Umano troppo umano: l’agone atletico dagli altari alla polvere, nata dalla collaborazione tra le Villae di Tivoli e il Museo Nazionale Romano. Curatori sono i rispettivi direttori Andrea Bruciati e Stéphane Verger. L’esposizione è incentrata sulla rappresentazione del corpo ed in particolare dell’agone atletico declinato dal modello classico al contemporaneo.
L’intento dei curatori è quello di sollecitare un confronto serrato fra disciplina archeologica e nuova sensibilità espressiva, frutto delle problematiche legate alla contemporaneità.
La mostra vuol far riflettere il visitatore sulla connotazione del corpo in Occidente, partendo dalla perfezione anatomica dell’atleta antico, versione terrena dell’eroe guerriero e figura ideale ed esemplare per capacità fisiche e virtù intellettuali. C’è poi la rappresentazione della competizione fra contendenti, l’agone atletico, in cui si manifestano la tensione armonica e continua fra le parti, in una narrazione sublimata della sfida. Ed infine si arriva alla sconfitta senza epica dell’eroe contemporaneo, alla consapevolezza e all’inquietudine per il proprio limite e la conseguente ‘corruzione’ di ogni modello.
Lo spirito agonistico, retaggio di più antiche pratiche di iniziazione al coraggio e alle virtù guerriere, costituisce infatti un aspetto importante dell’educazione per il raggiungimento della cosiddetta ‘kalokagathìa’, compimento e sintesi di bellezza, raffinatezza e cultura.
Tra le opere esposte si incontrano teste e torsi di atleti e mosaici con scene di palestra dal Museo Nazionale Romano, da Villa Adriana e dal Parco Archeologico di Ostia Antica; bronzetti di lottatori dal Museo Archeologico di Firenze; ceramiche con scene di lotta dai Musei Capitolini, dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e dall’Antiquarium di Numana. Non mancano opere d’arte moderna e contemporanea, come una foto di modello anatomico di Costantin Brancusi; tavole e disegni di Mario Sironi, opere di Giulio Paolini e Vincenzo Agnetti. La mostra si espande inoltre in un percorso tra i capolavori del Museo Nazionale Romano, nella sede di Palazzo Massimo.
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