Il period drama porta la firma di Steven Knight, già creatore del fortunato Peaky Blinders con Cillian Murphy. Ambientato tra Dublino e New York nel XIX secolo, le vicende partono con la morte di Sir Benjamin Guinness, il patron dell’omonimo birrificio, e l’eredità che lascia ai suoi quattro figli adulti, Arthur, Edward, Anne e Ben che porterà a intrighi e segreti.
Il racconto fonde così vicende di famiglia, industria e società passando dai cortili di St. James’s Gate agli eleganti salotti di Dublino. Dal Kildare alle Wicklow Mountains, passando per Dublino e Galway, la famiglia Guinness ha lasciato un’impronta profonda e duratura nella storia d’Irlanda.
Il 31 dicembre 1759 Arthur Guinness firmò un’incredibile locazione di 9.000 anni presso la St. James’s Gate Brewery di Dublino. Da quel momento nacque non solo una delle stout più famose al mondo, ma anche un’eredità irlandese che ha attraversato i secoli. Oggi, grazie alla nuova serie Netflix “House of Guinness”, uscita il 25 settembre, sarà possibile esplorare le località che raccontano la storia di questa dinastia.
Sebbene il nome Guinness sia indissolubilmente legato all’area delle Liberties di Dublino, la sua storia comincia a Celbridge, nella contea di Kildare. Fu proprio qui, nella cantina dell’arcivescovo Arthur Price, che Arthur Guinness iniziò a produrre la sua iconica birra nel XVIII secolo. Oggi, un sentiero di 16 km collega i luoghi chiave della storia Guinness:
• Celbridge, dove Arthur trascorse l’infanzia
• Leixlip, sede della sua prima birreria
• Oughterard, luogo della sua ultima dimora
Nella vicina contea di Tipperary, il Cashel Palace Hotel 5 stelle celebra a sua volta l’eredità Guinness: nei suoi terreni si coltivava il luppolo che avrebbe ispirato la nascita della celebre stout.
Il cuore pulsante della storia rimane però Dublino. Alla St. James’s Gate Brewery, il celebre cancello nero introduce alla Guinness Storehouse, una delle attrazioni più amate d’Irlanda. Qui i visitatori possono scoprire i segreti della produzione, rivivere le iconiche campagne pubblicitarie e gustare una pinta al Gravity Bar, con vista panoramica a 360° sulla capitale. Il 2025 segna poi un anno speciale: la Guinness Storehouse festeggia il 25° anniversario dalla sua apertura al pubblico.
Accanto sorge la Open Gate Brewery, laboratorio sperimentale dove nascono nuove birre in edizione limitata, mentre poco più avanti l’ex centrale elettrica Guinness ospita oggi la distilleria Roe & Co., nuova meta per gli amanti del whiskey.
L’impatto della famiglia Guinness non si limita alla birra: a Dublino si intreccia con cultura, architettura e vita quotidiana. Nel 1800 finanziarono il restauro della Cattedrale di San Patrizio, la più grande d’Irlanda. Contribuirono anche al recupero della Marsh’s Library, la biblioteca pubblica più antica d’Irlanda, frequentata da autori come James Joyce e Bram Stoker. E donarono alla città gli Iveagh Gardens e St. Stephen’s Green, oggi tra i parchi più amati della capitale. Perfino la celebre Grafton Street fu acquistata e donata alla città da Lord Ardilaun, nipote di Arthur Guinness.
La famiglia Guinness lasciò un segno anche fuori dalla capitale: la Muckross House in Kerry e Ashford Castle in Galway, entrambi legati ai Guinness, sono oggi eleganti dimore storiche di lusso. Nelle Wicklow Mountains, il suggestivo Lough Tay, conosciuto come “Lago Guinness”, ricorda una pinta perfetta vista dall’alto: acque scure incorniciate da una spiaggia sabbiosa.
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