Pavilion-Des-Lettres, David-Grimbert
«Uno dei due deve andare via». Così, pare che Oscar Wilde si rivolse alla tappezzeria – evidentemente giudicata di cattivo gusto per un esteta come lui – della sua camera d’hotel a Parigi: era l’autunno del 1900 e di lì a poco il grande scrittore e drammaturgo sarebbe morto, rendendo in qualche modo immortali quelle quattro pareti, dove oggi si può ancora soggiornare, anche se l’hotel è decisamente cambiato.
Siamo al numero 13 di Rue Des Beaux-Arts: quello che all’epoca era l’Hôtel d’Alsace oggi è diventato uno dei 5 stelle più piccoli di Parigi, e si chiama semplicemente L’Hotel, ma non si è lasciato sfuggire l’occasione: la camera in cui lo scrittore visse e morì – era la numero 16 – è stata rinominata Oscar Wilde Suite, e rinnovata con eccentriche decorazioni per rendergli omaggio. Anche Jorge Luis Borges soggiornò qui per ricordare l’autore de Il ritratto di Dorian Gray.
Dormire “tra gli scrittori” è possibile anche in un altro boutique hotel parigino: si chiama Pavillion des Lettres (al 12 di Rue des Saussaies), non lontano dagli Champs-Élysées e da Place de la Concorde. E le lettere sono quelle dell’alfabeto, dalla A di Hans Christian Andersen alla Z di Émile Zola: ventisei camere, ognuna dedicata a uno scrittore. E per richiamarne lo spirito sulle pareti sono impresse le parole dell’autore di turno.
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