Caravaggio (Michelangelo Merisi) I Bari 1595 c.a. olio su tela; 94,2x130,9 cm Kimbell Art Museum, Fort Worth (Usa) Crediti: Kimbell Art Museum, Fort Worth, Texas
Si tratta di uno dei più importanti e ambiziosi progetti espositivi mai dedicati all’opera del Merisi che per la prima volta riporta, in un
luogo simbolo della connessione tra Caravaggio e i suoi mecenati, una accanto all’altra, opere dalla storia comune provenienti da importanti
collezioni nazionali e internazionali.
Dal 7 marzo al 6 luglio, in concomitanza con le celebrazioni del Giubileo 2025, le Gallerie Nazionali di Arte Antica, in collaborazione con Galleria Borghese, con il supporto della Direzione Generale Musei, Ministero della Cultura e col sostegno del Main Partner Intesa Sanpaolo, presentano a Palazzo Barberini Caravaggio 2025, a cura di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon: un progetto tra i più importanti e ambiziosi dedicati a Michelangelo Merisi detto Caravaggio (1571-1610), con un eccezionale numero di dipinti autografi e un percorso tra opere difficilmente visibili e nuove scoperte.
Riunendo alcune delle opere più celebri, affiancate da altre meno note ma altrettanto significative, la mostra vuole offrire una nuova e approfondita riflessione sulla rivoluzione artistica e culturale del Caravaggio. Tra le opere in esposizione ci saranno il Ritratto di Maffeo Barberini recentemente presentato al pubblico a oltre sessant’anni dalla sua riscoperta, ora per la prima volta affiancato ad altri dipinti del Merisi, e l’Ecce Homo, attualmente esposto al Museo del Prado di Madrid che rientrerà in Italia per la prima volta dopo secoli, accanto ad altri prestiti come la Santa Caterina del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, capolavoro già nelle collezioni Barberini che tornerà nel Palazzo che la ospitava, e Marta e Maddalena del Detroit Institute of Arts, per il quale l’artista ha usato la stessa modella della Giuditta conservata a Palazzo Barberini, esposti per la prima volta tutti uno accanto all’altro.
La mostra sarà anche l’occasione per vedere di nuovo insieme i tre dipinti commissionati dal banchiere Ottavio Costa, Giuditta e Oloferne di Palazzo Barberini, il San Giovanni Battista del Nelson-Atkins Museum di Kansas City e il San Francesco in estasi del Wadsworth Atheneum of Art di Hartford, e opere legate alla storia del collezionismo dei Barberini, come i Bari del Kimbell Art Museum di Fort Worth, che torna nel palazzo romano dove fu a lungo conservato.
Chiude la selezione l’importante prestito concesso da Intesa Sanpaolo: Martirio di sant’Orsola, ultimo dipinto del Merisi, realizzato poco prima della sua morte.
La mostra si sviluppa in sezioni tematiche che esplorano vari aspetti della produzione di Caravaggio, svelando nuove scoperte e riflessioni critiche.
Centrale, a partire dalle prime opere del percorso, è il carattere di innovazione che l’artista ha significato nel contesto della produzione e del mercato delle opere d’arte tra Cinquecento e Seicento, fin dall’impatto dirompente dell’esordio romano. La mostra offre anche per la prima volta l’opportunità di esplorare anche quella che può essere considerata la nascita del ritratto moderno, a partire da quel Ritratto di Monsignor Maffeo Barberini, di collezione privata, ora per la prima volta a confronto con gli altri dipinti del Maestro.
Caravaggio 2025 rappresenta dunque non solo un tributo al suo genio, ma una riflessione sulla sua continua influenza sull’arte contemporanea e il nostro immaginario collettivo.
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