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Beni confiscati alla malavita in tour: anche questo è turismo responsabile

Si chiama “Il bene ritrovato” ed è un utile libro-guida alla scoperta dei territori liberati dalla mafia, per costruire un futuro di legalità e speranza.

Di certo visitare i luoghi della grande bellezza sottratta alla malavita ed al malaffare è una fedele interpretazione di turismo responsabile. Il libro Il bene ritrovato di Camilla Elisabetta Ghioni (edito da Altraeconomia) laureata in Scienze del turismo e vincitrice del Premio Turismo e Legalità con una tesi sulla rigenerazione dei beni confiscati alla criminalità, è una di quelle opere che non dovrebbe mancare sugli scaffali di chi si occupa del turismo italiano. E questo perché riporta testimonianze come quelle di Addiopizzo Travel, che in Sicilia propone soggiorni in bed and breakfast, servizi di trasporto e ristoranti gestiti da operatori che non pagano il pizzo, celebrando così ogni giorno, con coraggio e passione, la vittoria della legalità sul malaffare, e soprattutto proponendo luoghi finalmente depurati dall’inquinamento del malaffare. Tra le altre interviste contenute nel libro c’è anche quella a Maurizio Davolio, presidente di Aitr (associazione Italiana Turismo Responsabile) che sostiene le tante iniziative avviate con questi beni confiscati per  sviluppare un turismo consapevole, attraverso uno storytelling, la narrazione di un impegno civile.

I numeri

Oggi in Italia sono oltre 19mila i beni confiscati alla malavita, di cui 7mila in Sicilia, quasi 2.500 in Campania, duemila nel Lazio, mille in Puglia, oltre 1.700 in Calabria, ma anche centinaia in Piemonte e Toscana. E in pochi anni sono sorte anche agenzie di viaggi, come Libera il g(i)usto di Viaggiare che promuove soggiorni in strutture ricettive che sono beni confiscati e presenti in vari territori, selezionando partner e fornitori e permettendo al turista  di conoscere le eccellenze e le tipicità di chi è tornato a lavorare onestamente la terra, con prodotti agro-alimentari che rappresentano il valore aggiunto di un soggiorno.

Leggere questo libro significa intraprendere un viaggio tra cooperative turistiche e operatori che vogliono valorizzare i territori attraverso una sana gestione di servizi e strutture. Affidarsi a loro per un soggiorno in Sicilia o in Calabria, o in Puglia, è un modo per sostenere la coraggiosa attività di chi vuole riaffermare il principio della legalità.

La foto in apertura è stata inviata dall’ufficio stampa.
Andrea Lovelock

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